Lacrima
Le lacrime sono gocce di un liquido, secreto da apposite ghiandole dell'occhio (ghiandole lacrimali), che assolve la funzione di mantenere umida e detersa la superficie della cornea e della congiuntiva (v. il capitolo Testa, Occhio). La secrezione di liquido lacrimale, di solito scarsa, aumenta in particolari condizioni di emotività (pianto, riso), per stimoli di varia natura (luminosa, meccanica, termica ecc.) che interessino la congiuntiva, la cornea, la mucosa nasale, o come fenomeno collaterale nello sbadiglio, nel vomito ecc.
di Gabriella Argentin
Le lacrime sono costituite da un liquido acquoso contenente una piccola percentuale di cloruro di sodio - da cui deriva il loro sapore salato -, minime quantità di altri sali, proteine, urea, glucosio e un enzima battericida, il lisozima, in grado di distruggere numerose specie batteriche. Le lacrime fanno parte, insieme alle sopracciglia, ciglia e palpebre, del sistema difensivo dell'occhio. Infatti, oltre a contrastare le infezioni batteriche, la loro funzione è quella di rimuovere i detriti e, soprattutto, di facilitare lo scorrimento delle palpebre sul globo oculare, preservando dalla disidratazione la parte dell'occhio esposta all'aria. È importante, infatti, che la cornea sia sempre mantenuta umida, perché l'essiccamento ridurrebbe notevolmente la sua trasparenza e, quindi, la penetrazione dei raggi luminosi. Le lacrime sono secrete dalle ghiandole lacrimali, piccole ghiandole a forma di mandorla situate nell'angolo superiore ed esterno di ciascuna orbita e i cui dotti escretori si aprono nella congiuntiva che tappezza la superficie interna delle palpebre. Ciascuna ghiandola produce circa 1 ml di lacrime al giorno; attraverso 10-12 dotti il liquido raggiunge la superficie oculare e si mescola con i prodotti di altre ghiandole secernenti sostanze che contribuiscono a produrre un film oleoso il quale, oltre a favorire la lubrificazione e a contrastare l'evaporazione, impedisce alle palpebre di unirsi. Ogni volta che le palpebre passano sopra la superficie dell'occhio viene fornita una nuova quantità di lacrime. Il secreto è raccolto dai canali lacrimali, che originano dai punti lacrimali distribuiti sul margine di ciascuna palpebra, e si accumula poi all'angolo interno dell'occhio nel sacco lacrimale; di qui, attraverso il condotto nasolacrimale, si riversa nella cavità nasale. Se la secrezione è sovrabbondante o il condotto ostruito, le lacrime fuoriescono dalla rima palpebrale, traboccando sulle guance. La secrezione di lacrime non è continua: di notte, per es., quando durante il sonno le palpebre restano chiuse e quindi non avviene evaporazione, le ghiandole lacrimali non sono in funzione. L'attività ghiandolare è sotto il controllo nervoso e può venire stimolata anche da fattori emotivi. Un forte stimolo, sia esso di piacere o di dolore, eccita il trigemino che innerva la ghiandola, provocando la lacrimazione.
di Gabriella Argentin
Le ghiandole lacrimali, presenti nei Vertebrati terrestri (Anfibi, Rettili, Uccelli e Mammiferi), mancano invece nei Pesci: l'ambiente di vita acquatico rende inutile la loro presenza. L'evoluzione di queste ghiandole, come d'altro canto quella delle palpebre, è in relazione al passaggio dall'ambiente acquatico a quello terrestre, passaggio evolutivo fondamentale che si è realizzato attraverso una lunga serie di modificazioni, le quali hanno reso il corpo del vertebrato adatto alla vita sulla terraferma. Furono necessari parecchi cambiamenti dell'occhio acquatico ancestrale per rendere possibile il suo uso nell'aria, e tra questi fu sicuramente importante l'evolversi di strutture, come le ghiandole lacrimali e le palpebre, che permettono di mantenere l'occhio umido, pulito e anche protetto da incidenti. Negli Anfibi, nei Rettili e negli Uccelli alle ghiandole lacrimali, spesso poco sviluppate, si aggiunge la ghiandola di Harder che secerne un liquido piuttosto oleoso. Nei Mammiferi, viceversa, quest'ultima è una formazione relativamente rara. Tutte queste ghiandole regrediscono nei Tetrapodi tornati permanentemente alla vita acquatica. Nei Vertebrati terrestri è presente anche un condotto tramite il quale l'eccesso dei liquidi viene trasportato alla cavità nasale; la secrezione lacrimale provvede quindi, come funzione accessoria, a inumidire la mucosa nasale. Nell'uomo le lacrime, nonostante il loro sapore salato, hanno la stessa concentrazione salina del plasma sanguigno e, quindi, le ghiandole lacrimali non svolgono un ruolo specifico nei confronti della secrezione di sali, al contrario di quanto avviene in alcuni animali marini come le tartarughe, che passano gran parte della loro vita nell'oceano e tornano a terra solo per la riproduzione: in questi animali, al di sopra di ogni occhio è situata una ghiandola, la 'ghiandola del sale', il cui dotto si apre nella parte superiore dell'occhio e che è in grado di secernere una soluzione di cloruro di sodio molto concentrata, fino al doppio della concentrazione dell'acqua marina. Tali animali marini espellono quindi la secrezione delle loro ghiandole sotto forma di lacrime salate, processo molto utile all'eliminazione del sale in eccesso, che non è assicurata dai reni. Nell'embriogenesi l'origine della ghiandola lacrimale è rappresentata da un certo numero di piccole gemme epiteliali contenute nella parte superiore del sacco congiuntivale, che nel corso dello sviluppo embrionale crescono di numero, si ramificano e, infine, si canalizzano per formare il complesso ghiandolare che secerne il liquido lacrimale.
(Red.)
Le ghiandole lacrimali possono essere danneggiate da traumi, in seguito ai quali si può determinare la formazione di fistole, da infiammazioni, dette dacrioadeniti, da ipertrofia, quale si manifesta nella sindrome di Mikulicz, da cisti (dacryops o igroma). Una particolare malattia, ossia la sindrome di Sjögren, provoca un'atrofizzazione delle ghiandole, a causa di problemi autoimmunitari, alla quale consegue l'inibizione della secrezione lacrimale. A carico delle vie lacrimali si possono osservare: l'occlusione dei punti lacrimali, con scolo delle lacrime fuori dalle palpebre (epifora), vari tipi di tumore e l'infiammazione del sacco lacrimale (dacriocistite). Quest'ultima può divenire purulenta, estendersi ai tessuti vicini e dare luogo alla formazione di ascessi. La secrezione lacrimale può essere inibita anche dalla somministrazione di alcuni farmaci, quali l'atropina.
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