LADISLAO o Vladislao III Jagellone, re di Polonia (Ulászló I come re d'Ungheria)
Figlio di Ladislao II Jagellone e della sua quarta moglie Sofia, nacque il 1424 a Cracovia. Aveva appena dieci anni quando gli morì il padre, che dopo lunghe lotte era riuscito ad assicurargli il trono. Fu subito incoronato, ma di fatti assunse il potere solo nel 1438. Durante questo periodo ferveva la lotta fra due partiti: il primo, costituito dai magnati cattolici e dai vescovi, era capeggiato dal vescovo di Cracovia e futuro cardinale Zbigniew Oleśn-cki, il quale intendeva mantenere la Polonia nell'ortodossia cattolica, combattere l'ussitismo, agire contro i Cèchi per togliere loro la Slesia, unirsi agli Ungheresi e lottare insieme con essi contro i Turchi. Facevano parte del secondo partito i fautori dell'ussitismo e dell'unione con i Cèchi. Da principio essi riuscirono ad avere il sopravvento e indussero Casimiro, fratello minore di L., ad accettare la corona boema che il partito ussita gli aveva offerta. Ma Oleśnicki, approfittando dell'insuccesso della spedizione in Boemia, indusse il re ad attaccare i fautori dell'ussitismo, che nel frattempo si erano riuniti nella confederazione di Korczyn sotto la guida di Spytek da Melsztyn. I confederati furono sconfitti nella battaglia di Grotniki, dove morì lo stesso Spytek. Questa battaglia segna la fine dell'ussitismo in Polonia; il partito cattolico trionfava e Oleśnicki si mise subito all'opera per attuare l'altra parte del suo programma facendo eleggere Ladislao re d'Ungheria (1440). Ma qui la questione cominciò a complicarsi a causa del concilio di Basilea, durante il quale, nell'antagonismo tra il concilio e il papa Eugenio IV, la Polonia manteneva ufficialmente una posizione neutrale, mentre in realtà la maggior parte dei vescovi, lo stesso Oleśnicki e l'università di Cracovia parteggiavano per il concilio. Sul re invece, che si trovava in Ungheria, riuscì ad avere una grande influenza il legato di Eugenio IV Giuliano Cesarini. Quando la prima spedizione contro i Turchi, intrapresa da L. tra il 1443 e il 1444, finì con successo e i Turchi offrirono al re una pace favorevole che fu conclusa a Szeged (10 agosto 1444), si cominciò a richiamare il re in Polonia per la risoluzione di alcune questioni che erano rimaste insolute. In modo speciale si attendeva da lui l'organizzazione della difesa contro i Tatari e una maggiore intransigenza di fronte al papa nelle questioni della chiesa polacca. Ma il re, sempre subendo l'ascendente del Cesarini, avuta la notizia che la flotta, principalmente veneziana, organizzata dal papa, muoveva contro i Turchi, intraprese una nuova campagna, e, nonostante le proteste della dieta polacca, avanzò verso il Danubio. La spedizione, fatta con forze troppo scarse, finì il 10 novembre 1444 con la battaglia di Varna, dove L. morì combattendo eroicamente. Per lungo tempo circolò la notizia che fosse caduto in prigionia, oppure che vivesse in qualche luogo appartato, sicché apparvero anche dei falsi L. Nel sec. XIX si cominciò a chiamarlo L. "il Varnense".
Bibl.: J. Dąbrowski, Władysław I Jagiellończyk na Węgrzech (L. J. in Ungheria), Varsavia 1922; Grosse, Stosunki Polski z soborem bazylekskim (I rapporti della Polonia col concilio di Basilea), Varsavia 1888; D. Angyal, Le traité de paix de Szeged avec les Turcs, in Rev. de Hogrie, VII.