CHERUBINI, Laerzio
Nacque a Norcia intorno alla metà del sec. XVI. Nel 1606 era infatti sui cinquant'anni, come informa Giovanni Pietro Caffarelli nelle sue notizie sulle famiglie romane, che costituiscono la fonte principale per la biografia del Cherubini.
Dalla città natale si trasferì presto "povero fante" a Roma, dove conseguì la laurea in diritto e cominciò una brillante carriera di avvocato penalista e civilista. Ricoprì anche numerose cariche nell'amministrazione pontificia, la più importante delle quali fu senz'altro quella di conservatore di Roma nel 1601. Fu anche luogotenente per le cause civili del governatore di Roma, giudice criminale a Viterbo, giudice "secondo collaterale" in Campidoglio. Sposò una compaesana da cui ebbe quattro figli maschi (Fausto, primogenito, Alessandro, Angelo Maria e Flavio) e una femmina. La data di morte, generalmente indicata nel o intorno al 1626, va fissata tra il 1623 e il 1631.
Al nome del C. è legata la più importante raccolta di bolle pontificie precedente alla monumentale silloge settecentesca di Charles Cocquelines. La prima edizione del suo Bullarium sive Collectio diversarum constitutionum multorum Pontif. a Gregorio Septimo usque ad S. D. N. Sixtum Quintum Pontificem Opt. Max. vide la luce a Roma nel 1586. Alla base della raccolta erano motivi pratici più che reali interessi nella ricerca storica: nel corso dell'attività professionale il C. si era imbattuto in centinaia di bolle, la cui raccolta avrebbe fornito a giudici e avvocati un utile strumento di lavoro. Questo fine è sottolineato dalla particolare cura riservata dal C. a indici (ben quattro), sommari e rubriche. Con le sue novecentoventidue costituzioni il Bullarium del C. superava di quasi duecento unità la silloge immediatamente precedente del camerinese Cesare Mazzutelli (Collectio diversarum constitutionum et litterarum Romanorum Pontificum a Gregorio VII ad Gregorium XIII, Romae 1579), pur conservandone l'eccessivo squilibrio a favore delle bolle dei pontefici più recenti. Di criteri diplomatistici nella pubblicazione dei documenti raccolti dal C. non si può parlare, né c'era da aspettarselo da parte di un avvocato di Curia che lavorava soprattutto su materiale edito e la cui familiarità con gli archivi non superava l'ambito delle necessità immediate della sua professione (si veda in proposito l'equilibrato giudizio del Cocquelines nella sua prefazione, p. 2 n. n.).
La continuazione del Bullarium per il pontificato di Sisto V fino a tutto il 1587vide la luce a Roma ad opera del C. all'inizio del 1588 sotto il titolo di Bullarium sive Collectioconstitutionumhucusq. editarum a S.mo D. N. Sixto Quinto Pont. Opt. Max.: vi sono raccolte settantacinque costituzioni. Quasi contemporaneamente il C. dava alle stampe la raccolta di trentadue bandi emessi dal governatore di Roma Mariano Pierbenedetti tra il novembre 1585e il gennaio 1588 (Bandimenta omnia sub Pontificatu S.mi D. N. SixtiQuinti Pontificis Opt. Max. per Reverendiss. Episcopum Marturan. Almae Urbis Gub. etVicecam. hucusque promulgata..., Romae 1588), in cui sono incluse disposizioni di non rilevante importanza, riguardanti soprattutto questioni di polizia urbana. La seconda edizione del Bullarium uscì nel 1617 a Roma in tre tomi e un'appendice, significativamente ampliata da s. Leone Magno a Paolo V e aumentata di 732 nuove bolle.
Le dimensioni dell'opera indussero il figlio del C. Flavio, canonico di S. Maria in via Lata, a darne un riassunto (Compendium Bullarii a Laertio Cherubino patre nuper editi a B. Leone Primo usque ad Paulum V, Romae 1623).Un altro figlio, Angelo Maria, monaco benedettino cassinese che aveva pronunciato i voti nel monastero romano di S. Paolo fuori le Mura il 14 sett. 1625, continuò la raccolta paterna aggiungendovi un quarto volume con bolle degli ultimi tre papi, compreso il regnante Urbano VIII (Laertii Cherubini iuris consulti Romani olim in Urbe praestantissimi Advocati Bullarium sive nova Collectio reliquarum constitutionum Apostolicarum Pauli Quinti,Gregorii Decimiquinti et S. D. N. Urbani Octavi. Opus posthumum ab eo non absolutum,ac diu desideratum... Tomus Quartus, Romae 1631).Appendici e supplementi continuarono ad apparire per oltre un secolo, fino alla raccolta del Cocquelines, per il quale l'opera del C. costituì ancora il punto di partenza.
Fonti e Bibl.: Le notizie del Caffarelli sul C. si trovano nel codice Vat. Ferraioli 282, f. 274r. Su di lui si cfr. inoltre: L. Allacci, Apes Urbanae, Romae 1633, pp. 37, 99; I. N. Erythraei [G. V. Rossi] Pinacotheca imaginum illustr. doctrinae vel ingenii laude virorum qui auctore superstite diem suum obierunt, Lipsiae 1712, p. 723; V. Forcella, Iscrizioni delle chiese e d'altri edificii di Roma..., I, Roma 1869, p. 49 n. 108; G. Pietramellara, Il Libro d'oro del Campidoglio, II, Roma 1897, p. 205; L. Iacobilli, Bibliotheca Umbriae, Fulginiae 1658, pp. 47, 110, 174 s.; A. Fontana, Amphiteatrum legale... seu Bibliotheca legalis amplissima, I, Parmae 1688, coll. 217 s.; Ch. Cocquelines, Bullarum privileg. ac diplomatum Romanorum Pontificum amplissima collectio, I, Romae 1739, Praefatio,passim; G. Phillips, Kirchenrecht, IV, Regensburg 1851, pp. 482 s., 485, 488; J. F. von Schulte, Die Gesch. der Quellen und Literatur des canonischen Rechts von Gratian bis auf die Gegenwart, III, 1, Stuttgart 1880, p. 67; H. Grisar, Analecta Romana, I, Roma 1899, pp. 27 s.; T. Ortolan, L. C., in Dictionnaire de théologie catholique, XVII, Paris 1910, coll. 2361 s.; F. Claeys Boúúaert, s. v. Bullaire, in Dictionnaire de droit canonique, II, Paris 1937, col. 1121; E. Vaccaro-Sofia, Catalogo delle edizioni romane di Antonio Blado Asolano ed eredi(1516-1593)..., III, Roma 1942, pp. 195 n. 839, 210 nn. 922 s., 214 n. 943, 226 n. 1007; A. van Hove, Prolegomena ad codicem iuris canonici, Mechliniae-Romae 1945, p. 395; L. von Pastor, Storia dei papi, X, Roma 1955, p. 166; H. Hurter, Nomenclator literarius theologiae catholicae, III, col. 863; Enc. eccl., II, p. 99.
Il più noto dei figli del C. è Angelo Maria, su cui cfr. in particolare: P. Mandosi, Bibliotheca Romana seu Romanorum scriptorum centuriae, I, Romae 1682, p. 192;M. Armellini, Bibliotheca Benedectino-Casinensis, I, Assisii 1731, pp. 22 s.; M. Ziegelbauer-O. Legipont, Historia rei literariae Ordinis S. Benedicti, IV, Augustae Vind. et Herbipoli 1754, pp. 225, 499;J. François, Bibliothèque générale des écrivains de l'Ordre de Saint-Benoît,patriarche des moines d'Occident, I, Bouillon 1777, pp. 57, 197; I. Schuster, La basilica e il monastero di S. Paolo fuori le Mura, Torino 1934, p. 244;Ph. Schmitz, Histoire de l'Ordre de Saint-Benoît, Maredsous 1949, pp. 196, 204.