LAGAŠ
Antica città sumerica precedentemente identificata con Tello (v. vol. VII, p. 690). Costituisce la più antica città dello stato di Girsu, 20 km a SE della più recente sede di Girsu, odierna Tello, e corrisponde all'attuale Teli al-Ḥibā.
Il sito, con un'estensione di 3600 x 1900 m, è tra i maggiori identificati nella Mesopotamia meridionale, con una occupazione che culmina nell'età protodinastica e termina nel periodo paleo-babilonese. L'ipotesi di identificazione di Teil al-Ḥibā con L. fu avanzata da A. Falkenstein e Th. Jacobsen sulla base delle fonti testuali, negli anni '60, ed è ora confermata dall'evidenza archeologica. I primi scavi sul sito furono condotti da R. Koldewey nel 1887; sono stati ripresi solo nel 1968, da una missione americana del Metropolitan Museum di New York che vi avviò scavi sistematici sotto la direzione di D. P. Hansen.
E ormai certo che l'insediamento maggiore corrisponde al periodo della città protodinastica che raggiunse il culmine del suo potere con Enannatum ed estese il raggio di controllo su gran parte della Mesopotamia. Dalla ricca documentazione epigrafica, per lo più proveniente dai precedenti scavi francesi a Tello, emerge un patrimonio unico di dati per la ricostruzione storico-politica, topografica ed economica della vita di Lagaš. Al fondatore della I dinastia di L., Ur-Nanše, si deve l'erezione della cinta fortificata della città. Le aree di scavo nuovamente indagate o esplorate per la prima volta sono quattro, di cui le principali corrispondono ai settori A e B, dove sono stati portati alla luce i santuari maggiori, quelli della dea Inanna e del dio Ningirsu.
Nell'area A, all'interno dell’Eanna (il recinto sacro a Inanna, come quello che a Uruk circondava i complessi monumentali per la stessa divinità fin dall'età protostorica) si erge l’lbgal, costruito da Enannatum I. La planimetria del tempio, dal grosso muro perimetrale ovale con più di 4 m di spessore, riflette quella di altri santuari protodinastici della Mesopotamia, dal c.d. Tempio Ovale di Khafāǧa al tempio di el-'Ubayd, mentre l'organizzazione interna delle strutture ne differisce. Il tempio vero e proprio, costruito lungo i lati S e O del recinto, purtroppo per gran parte perduto a causa dell'erosione del tell lungo il margine S, doveva infatti essere situato con la cella per la divinità allo stesso livello delle fabbriche circostanti, alloggi e sedi amministrative del complesso templare, e non, come nei due siti citati, in posizione sopraelevata su di una piattaforma. Nei tre livelli, parzialmente conservati, dell’Ibgal, separati tra loro da sistemi complessi di nuove fondazioni, forse associate a rituali per la costruzione dei santuari, il primo, più recente, sembra riproporre la planimetria dei due precedenti, e ha restituito, dopo la rimozione di parte delle fondazioni, quattordici depositi di fondazione, costituiti quasi sempre da una tavoletta iscritta e da una figurina in rame raffigurante la divinità tutelare del fondatore del tempio (Enannatum I). Il prestigio di L. declinò dopo Enannatum I, fino a cadere nell'oblio con Uru-inimgina (nome in precedenza letto Urukagina), che attribuisce al saccheggio di Lugalzaggesi di Uruk (2380 a.C.) la distruzione dei templi, e si fregia solo del titolo di «re di Girsu».
Nell'area B, nel settore più alto del tell, sono stati individuati quattro livelli di occupazione, di cui il principale è il terzo, con resti di una facciata a profonde nicchie e scanalature, di certo pertinente a un edificio templare. Tale livello è datato in età posteriore al re Sin-iddinam di Larsa (seconda metà del XIX sec. a.C.) poiché con la formula di datazione di tale sovrano è vergata una delle tavolette iscritte rinvenute nel corredo funerario di una sepoltura d'infante che, insieme a numerose altre, è stata tagliata dai lavori di fondazione dell'edificio stesso. La ricostruzione planimetrica della fabbrica sacra non è purtroppo più possibile, per l'estrema erosione dell'area lungo i limiti occidentali. Il fulcro del complesso cultuale doveva infatti essere situato proprio in questa zona, dove ancora emergevano resti di fondazioni di un'ampia piattaforma in mattoni, a profilo ovale, oggetto di scavo da parte del Koldewey. I resti sono tuttavia così erosi da rendere impossibile ogni ipotesi di ricostruzione e interpretazione. La complessità dei sistemi di fondazione e dei rituali connessi appare una costante nel sito, come testimoniano, anche in questo caso come per l’lbgal, i ritrovamenti, sotto al primo filare dei mattoni di fondazione della piattaforma citata, di numerosi frammenti di pietre e di materiali pregiati, lavorati e semilavorati, sparsi su tutta la superficie (dall'agata al lapislazzuli, dalla madreperla alla selce). E possibile che tali materiali fossero parte di un rituale di purificazione dell'area, come avviene a Nippur, al tempo della III dinastia di Ur, quando frammenti analoghi vennero posti nelle scatole di fondazione del Tempio Ekur.
I resti della piattaforma dell'area Β sono di particolare interesse anche per il fatto che sigillano le strutture di un ampio edificio più antico (di 20 x 30 m), costruito in mattoni piano-convessi, tipici dell'età protodinastica, e con una pianta sostanzialmente immutata per i tre livelli messi in luce. La fabbrica è separata dagli altri edifici da un basso recinto e presenta lungo le mura esterne una irregolare scansione a contrafforti. Dei due accessi lungo il lato N, uno conduce a un vestibolo che funge da luogo di distribuzione della circolazione interna, sia verso il nucleo dell'edificio, la corte centrale trasversale, sia verso una sorta di cella provvista di due podi e di banchi in muratura lungo le pareti; l'altro a un vano occupato quasi interamente da un grosso podio. Altre due corti, presso gli angoli SO e SE, e un ambiente intermedio, completano la planimetria dell'edificio.
L'identificazione di questa unità edilizia con il Tempio Bagara di Ningirsu, la divinità protettrice di L., è stata resa possibile dal ritrovamento nel livello terzo di parte di una lama di pugnale votivo in rame iscritta, dedicata al dio al tempo di Enannatum. Il nucleo originario del complesso del Bagara (ricordato da Gudea) potrebbe peraltro risalire allo stesso fondatore, Ur-Nanše, per il frammento di stele, che cita il suo nome e le sue attività, reimpiegato nel cardine di una porta del tempio stesso.
A E del Tempio di Ningirsu si trova un ampio edificio di difficile interpretazione, forse sede ufficiale per la preparazione di bevande per il dio, provvisto di alcuni grossi forni, ricostruiti per ogni fase dell'area, e di diverse vasche, che talvolta occupano interi ambienti. A SE dell'area Β si stendono i resti, in mattoni piano-convessi, di un edificio di oltre 1.000 m2, con ampie tracce di distruzione per un violento incendio. Ciò che resta consiste in una serie di vani disposti secondo il criterio dell'agglutinazione piuttosto che dell'organizzazione di ambienti intorno a una o più corti. Dal livello più antico della fabbrica, probabilmente con funzione amministrativa, provengono impronte di sigilli reali e tavolette iscritte dei re della I dinastia di L., Eannatum ed Enannatum I, mentre la seconda e ultima fase dovrebbe datare alla fine della dinastia stessa, al tempo di Uru-inimgina, quando l'intera città fu messa a ferro e a fuoco.
Alcuni dei ritrovamenti più rilevanti del sito sono stati effettuati fuori contesto, come i resti di una stele di Ur-Nanše, iscritta su entrambe le facce, con l'elenco degli edifici e dei canali costruiti dal fondatore della dinastia, oltre che delle numerose statue da lui erette. Il documento rappresenta una inaspettata quanto ricca fonte di informazioni al già consistente lotto di iscrizioni di tale sovrano.
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