lagnarsi
Sempre nell'accezione di " lamentarsi ", " dolersi ": in If III 128 Caron di te si lagna, " si duole, e non ti vuol passare " (Boccaccio), dato che " è buona l'anima di colui che va a l'Inferno per aver la cognition de vitii a ciò che se ne possa guardare, come faceva Dante; e per questo non lo voleva passare Caron, il qual desidera che tutte l'anime vadano in perditione " (Vellutello).
Analogamente in If XXIV 10, dove però causa di dolore, per il villanello, è il vedere la terra coperta di brina, per cui egli qua e là si lagna. Le ombre, ch'io sentiva / pietosamente piangere e lagnarsi (Pg XX 18) sono quelle degli avari, che si dolgono del loro peccato, " ubi impie solebant in vita plorari et conqueri, quod parum vel nichil habebant " (Benvenuto). In Pd XII 120 (a causa della mala coltura... il loglio / si lagnerà che l'arca li sia tolta; cfr. Matt. 13, 24 ss.), il verbo è insolitamente attribuito ad oggetto inanimato.