ASCIANGIHI, Lago (A. T., 116-117)
Si trova a circa 12°33′ di lat. N. e 39°40′ di long. E. (Green.), in una zona depressa a S. del Passo di Mecan a settentrione di Quoram, ai limiti tra la regione degli Azebù Galla e il Lasta. Appartiene alla categoria dei piccoli laghi dell'altipiano etiopico, insieme con altri due tra i più noti, i laghi Haig e Ardibbò, posti anch'essi lungo il ciglio orientale dell'altipiano. Di forma subcircolare, con diametro di qualche chilometro, pare soggetto a notevoli variazioni di livello che rendono meno certa l'esatta valutazione dell'area e che favoriscono la presenza di paludi e acquitrini lungo le coste. La zona circostante è coperta da bella vegetazione e pare che nelle sue acque alberghi una discreta fauna ittica.
Azioni militari. - La regione del Lago Ascianghi ha dato il nome alla battaglia decisiva (31 marzo-1° aprile) della guerra italo-etiopica (v. App.), nella quale fu completamente distrutto l'esercito personale del negus.
Le ripetute sconfitte subite dalle armate abissine dall'inizio della guerra avevano notevolmente scosso l'autorità del negus, il quale, come capo di uno stato primitivo e feudale, non poteva più oltre sottrarsi alla necessità di affrontare egli stesso la sorte delle armi, tanto più che possedeva ancora intatto il suo esercito personale. Egli decise perciò di marciare contro le truppe italiane che, conquistata l'Amba Alagi, procedevano verso la regione del Passo di Mecan. Le forze a sua disposizione ammontavano a circa 50.000 uomini, comprendenti la guardia imperiale e i resti delle sconfitte armate dell'Endertà e del Tembien. Muovendo dalla regione del Lago Ascianghi, nella terza decade di marzo, le forze abissine si concentrarono a sud del torrente Mecan.
Il Comando superiore, nell'intento di prevenire l'avversario, aveva sollecitato intanto l'avanzata, con l'intenzione di attaccarlo il 6 aprile. Ma il negus, illudendosi di sorprendere le forze italiane, ordinò per il 31 marzo l'attacco generale della linea M. Bohorà-Passo di Mecan-M. Cobertà sulla quale, nel frattempo, le truppe italiane si erano rafforzate: 1° corpo d'armata a destra, corpo d'armata eritreo a sinistra.
L'azione abissina venne iniziata all'alba del 31 marzo, dapprima contro la destra, poi contro il centro, infine contro la sinistra. Respinti, i nemici tentarono nel pomeriggio un nuovo assalto sulla destra e sulla sinistra dello schieramento italiano; respinti ancora una volta con gravissime perdite, dovettero, verso sera, ripiegare sulle posizioni di partenza. La mattina del 1° aprile nuovi attacchi vennero effettuati contro le posizioni italiane, ma con il solo scopo di mascherare la ritirata generale già in corso verso Dessiè. Nella stessa giornata veniva iniziato l'inseguimento.
Le perdite abissine nella battaglia del Lago Ascianghi ammontarono a oltre 8000 morti. Perdite italiane: 68 ufficiali, 332 nazionali, 873 eritrei tra morti e feriti.