LAGUARDIA
(Lagoarda, Lagoardia nei docc. medievali)
Cittadina della Spagna, situata a S della prov. di Àlava, nella comunità autonoma dei Paesi Baschi, L. costituisce il principale centro abitato della regione della Rioja alavesa, un'ampia fascia di territorio che si estende tra le catene montuose di Toloño e Cantabria a N e il fiume Ebro a S.Sebbene la tradizione attribuisca la fondazione di L. al re di Navarra Sancio Abarca, nel 908, sulle rovine di un leggendario antico villaggio (Biasteri), non si conservano prove documentarie dell'esistenza della città fino alla fine del sec. 11° (Martinez Díez, 1979). A partire da tale periodo, L. fu compresa ora tra i possedimenti del regno di Navarra, ora tra quelli del regno di Castiglia fino a quando, a seguito di una serie di campagne militari, fu presa da Sancio il Saggio (1150-1194), che nel 1164 le concesse un fuero municipale (Ubieto Arteta, 1953; Martinez Díez, 1971), cioè un privilegio che, ispirato al fuero di Logroño, comprendeva le speciali immunità di frontiera, tese a potenziare nella provincia un'economia specializzata e monetaria.Allo sviluppo di L. dovette in effetti contribuire soprattutto la sua vicinanza al Camino de Santiago, canale diretto di penetrazione delle comunità franche, che, precocemente insediate nella città, vi introdussero la devozione a s. Martino (Lacarra, 1982). In seguito Sancio VII il Forte (1194-1234) trasformò L. in una piazzaforte inespugnabile, fortificando non solo la città ma anche il castello che vi era sorto (Uranga Galdiano, Iñiguez Almech, 1971-1973). Entrata a far parte stabilmente del regno di Navarra - anche se continuò a subire assedi da parte dei Castigliani -, L. ricoprì occasionalmente il ruolo di residenza dei monarchi, come nel caso di Carlo il Nobile (1387-1425), che acquistò anche alcune case per ampliare il castello (Martinez De Salinas Ocio, 1991). Nel 1461 L. fu definitivamente ricompresa nel regno di Castiglia (Garcia Fernández, 1985).Il centro della città conserva ancora l'assetto urbano medievale proprio di un insediamento militare, e ciò malgrado la cinta muraria abbia subìto consistenti alterazioni e il castello sia andato distrutto. Circa quest'ultimo, tuttavia, fonti grafiche - per es. il disegno di Coello Quesada (1840) e quello conservato nei fondi del Mus. de la Sociedad Amigos de L. - e documentarie hanno consentito (Martinez De Salinas Ocio, 1991) di ricostruirne l'originario tracciato. L'edificio, che subì successivi ampliamenti negli ultimi secoli del Medioevo, aveva pianta trapezoidale ed era circondato da una cinta muraria che diventava doppia sul fianco meridionale, dove si apriva la porta principale fiancheggiata da quattro torrioni (De Mendoza, 1916). La Torre del Homenaje, a tre piani comunicanti mediante una scala a chiocciola, terminava anticamente in un pinnacolo cui si deve il nome del castello, Castillo de la Aguja (Altadill, 1934; Martinez De Salinas Ocio, 1991). Le cortine murarie, ad andamento spezzato a seguire la natura del terreno, erano intervallate da strutture di rinforzo di forma cubica e da torrioni a pianta rettangolare, di cui se ne conservano solo otto.Il tessuto urbano si organizzava su tre strade parallele, tagliate da strade secondarie, e in due ulteriori nuclei alle estremità, concentrati ognuno attorno a una chiesa, le parrocchie di San Juan Bautista e di Santa María de Los Reyes, che, appoggiandosi al recinto murario, costituivano parte integrante del sistema difensivo. Alle tre grandi arterie corrispondevano altrettanti distinti raggruppamenti demici: nella rua Mayor, la strada principale, erano le abitazioni di coloro che esercitavano una professione liberale; la rua de Francos segnava l'area in cui era concentrata la popolazione di origine francese, dedita al commercio e all'artigianato; la strada di San Juan de Yuso attraversava il quartiere ebraico situato a S-E della città, un insediamento che arrivò a contare la presenza di due sinagoghe (Martinez De Salinas Ocio, 1991).La costruzione della chiesa di San Juan Bautista iniziò contemporaneamente all'edificazione delle mura all'epoca del re Sancio VII. Le diverse ricostruzioni che l'edificio subì nel corso dei secoli ne rendono oggi complessa l'analisi. Di una prima campagna costruttiva si conservano solo parte del campanile e il portale sud del transetto, a sesto acuto, con archivolti dalla semplice modanatura, capitelli figurati e, scolpita sui piedritti, una Annunciazione-Incoronazione (Iñiguez Almech, 1968; Valdez Del Alamo, 1990). La tradizionale attribuzione del portale a una corrente scultorea navarrese del Tardo Romanico (Uranga Galdiano, Iñiguez Almech, 1973; Andrés Ordax, 1987), ma anche la proposta di un suo inquadramento in epoca protogotica (Azcárate Ristori, 1982; 1990; López De Orcariz, Martinez De Salinas Ocio, 1991) sono state recentemente riviste da Lahoz (1993), che ha riconosciuto in esso, piuttosto, una dipendenza, sia pure in una fase tarda (primo terzo sec. 13°), da modelli del primo Gotico francese e ha posto in luce per l'opera il ruolo da essa svolto nell'introduzione, nella regione alavese, sia di forme gotiche sia di formule iconografiche di tradizione bizantina, come la Kóimesis che figura su uno dei capitelli. La maggior parte del corpo di fabbrica della chiesa, che presenta tre navate e tre absidi poligonali emergenti dalla cinta muraria, risale invece all'ultimo terzo del 13° secolo. Verso il 1300 venne realizzato il portale occidentale, di cui resta solamente la Vergine del trumeau - successivamente ridipinta e inserita in un altare barocco con la moderna dedicazione alla Vergine del Pilar -, il cui stile denuncia la presenza a L. della stessa bottega che realizzò l'Epifania nei piedritti della Puerta del Reloj della cattedrale di Toledo (Pérez Higuera, 1982).La chiesa di Santa María dovette appartenere fin dalle origini a una comunità monastica, come attestano la torre c.d. abbaziale, con diverse aggiunte di epoca medievale, e una serie di documenti dell'epoca di Sancio il Forte, che fanno riferimento al Capitolo di Santa María (Enciso Viana, 1967). Della prima costruzione gotica, degli inizi del sec. 13°, restano poche tracce, tra le quali si dovrebbe forse includere un rilievo con il Salvatore, incassato nella torre; l'edificio attuale è però esito di una seconda campagna costruttiva, databile alla prima metà del sec. 14°, con aggiunte di epoca rinascimentale. Lo splendido portale occidentale della chiesa - in cui a un impianto compositivo arcaizzante, caratterizzato da una forte strombatura degli archivolti, si contrappone uno stile di derivazione borgognona, sulla base degli stretti legami intercorrenti con le esperienze di poco anteriori del chiostro della cattedrale di Pamplona - è stato di recente riferito alla seconda metà del sec. 14° (Yarza Luaces, 1980), rivedendo la proposta cronologica tradizionale che ne assegnava la pertinenza a un'epoca più tarda (Durán i Sanpere, Ainaud de Lasarte, 1956). Insieme con i portali del chiostro di Pamplona, di Santa María di Vitoria e di Santa María di Deva, esso fa parte di un gruppo di portali accomunati dalla scelta dello stesso tema iconografico mariano, volto all'esaltazione della Vergine. A L. le scene della Vita della Vergine sono organizzate, nel timpano, su tre registri sovrapposti: in quello inferiore compaiono l'Annunciazione, la Visitazione e l'Epifania; al centro gli episodi relativi alla Morte della Vergine, ispirati ai vangeli apocrifi e alla Legenda aurea, il Trasporto miracoloso degli apostoli, la Dormizione, l'Assunzione e la Consegna della cintola a s. Tommaso (Silva Verástegui, 1987); nel registro superiore è raffigurata l'Incoronazione. Significative in particolare la rappresentazione della Dormizione, ispirata alla Kóimesis bizantina, e quella nuova della Visitazione, per le quali si è proposto un possibile influsso italiano (Lahoz, 1991). Completa l'insieme la serie di statue degli apostoli nei piedritti, raffigurati con i rispettivi strumenti di passione. Sebbene oggetto di diversi interventi di ridipintura, l'eleganza cortese che ancora caratterizza il complesso scultoreo qualifica il portale di L. come l'ultima significativa testimonianza fra i grandi portali gotici spagnoli (Yarza Luaces, 1980).
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