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laidezza

di Bruno Basile - Enciclopedia Dantesca (1970)
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laidezza

Bruno Basile

Solo in Cv III IV 8 E però disse bene lo prete a lo 'mperadore, che ridea e schernia la laidezza del suo corpo: " Dio è segnore: esso fece noi e non essi noi ", col significato di " bruttezza, disarmonia fisica ".

Con buone probabilità la voce è traduzione del " turpis " e del " deformis " del testo medievale da cui D. trasse l'aneddoto; si veda infatti Vincenzo di Beauvais (Spec. hist. XXV c. 12, Venezia 1591, 347): " In hac [città di Colonia] fuit quidam episcopus clarus religione, sed turpis corpore, qui fuit factus episcopus hoc modo. Imperator... venatum pergens solus ad aream silvae pervenit, comitibus hac illacque dispersis. Ibi habebat ecclesiam presbyter ille agrestis, deformis valde et quasi portentum naturae. Imperator, se militem mentitus, suppliciter missam rogat. Ille confestim se parat. Imperator interim cogitabat quare Deus, a quo formosa cuncta procedunt, tam deformem hominem conficere sua sacramenta sineret. Ventum est ad illum versum tractus: ‛ Scitote quoniam Dominus ipse est Deus '. In quibus verbis cum discordaret puer presbyteri sacerdos concitatiori voce respondit, quasi imperatori cogitanti: ‛ Ipse fecit nos et non ipsi nos '. Quo dicto repercussus imperator, et propheticum virum aestimans... fecit eum episcopum ".

Vocabolario
laidézza
laidezza laidézza s. f. [der. di laido]. – Qualità e condizione di ciò che è laido: la l. degli abiti; anche in senso morale: la l. dei suoi discorsi è nauseante; ridea e schernìa la l. del suo corpo (Dante). Con senso più concr.: fare,...
laidità
laidita laidità s. f. [der. di laido], raro. – Laidezza, bruttura morale: quelle l. di cui l’Apostolo divietò fino il nome (Segneri).
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