Bíró, Lajos
Scrittore, produttore e sceneggiatore cinematografico ungherese, nato a Nagyvárad (od. Oradea, Romania) il 22 agosto 1880 e morto a Londra il 9 settembre 1948. Lavorò per il cinema tra gli anni Venti e gli anni Quaranta, soprattutto negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, sceneggiando spesso film tratti da sue opere; come dirigente e sceneggiatore della London Film Productions svolse un ruolo di rilievo nella rinascita del cinema inglese nel primo decennio del sonoro. Dopo aver pubblicato nella città natale tre libri di racconti, lavorò a Budapest come cronista teatrale. Si accostò al cinema scrivendo articoli per due riviste nate nel 1908, di cui (come Alexander Korda) era redattore: "Mozgófénykép hiradó" (Attualità cinematografiche), uno dei primi giornali europei specializzati nella nuova arte, e "Nyugat" (Occidente), portavoce delle avanguardie. B. vi difese, con una posizione allora controcorrente, il diritto del cinema a un suo specifico linguaggio, sostenendo la necessità di produrre sceneggiature originali anziché ricavate da opere teatrali. Nel 1909 iniziò a scrivere drammi e commedie, sorretti da quei dialoghi improntati a un umorismo cinico che avrebbero caratterizzato le sue sceneggiature. Dall'inizio della Prima guerra mondiale fu anche giornalista politico in quotidiani di orientamento radicaldemocratico. Dopo la sconfitta dell'Impero austro-ungarico fu viceministro degli Esteri nel primo governo dell'Ungheria indipendente (nov. 1918-marzo 1919). Le persecuzioni contro gli esponenti della sinistra, seguite alla fine della Repubblica dei Consigli (ag. 1919), lo costrinsero a rifugiarsi a Vienna. Riprese contatto con Korda, anch'egli emigrato per motivi politici, e iniziò l'attività cinematografica come sceneggiatore di tre suoi film, due in Austria (Seine Majestät das Bettelkind, 1920, e Eine versunken Welt, 1922, Dietro la maschera, tratto dal proprio racconto Serpoletto) e uno in Germania (Die Tragödie im Haus Habsburg, 1923, Mayerling). Nel 1924 fu chiamato a Hollywood da Ernst Lubitsch, che voleva acquistare i diritti cinematografici di una sua commedia, A Cárnö (1912, La zarina, sulla vita di Caterina di Russia), da cui ricavò in quello stesso anno Forbidden paradise (La zarina). Molti furono i film tratti dalle opere teatrali di B., quasi sempre con suoi adattamenti e sceneggiature (talvolta in collaborazione con altri): tra questi, ancora da A Cárnö, Catherine the Great (1934; La grande Caterina) di Paul Czinner, e A royal scandal (1945; Scandalo a corte), iniziato da Lubitsch e terminato da Otto Preminger; da Sárga liliom (1910, Giglio giallo), The yellow lily (1928; Giglio imperiale) di Korda; da A rablólovag (1912, Il predone), The heart thief (1927) di Nils O. Chrisander; da Hotel Imperial (1917), gli omonimi film di Mauritz Stiller (1927; L'ultimo addio) e di Robert Florey (1939), oltre a I loved a soldier (1936; Ho amato un soldato) di Henry Hathaway, e Five graves to Cairo (1943; I cinque segreti del deserto) di Billy Wilder. Nel periodo statunitense B. sceneggiò anche film non tratti dalle sue opere, con registi come Josef von Sternberg, Victor Fleming, Benjamin Christensen, e in diverse occasioni di nuovo con Korda. Fu proprio quest'ultimo a chiamarlo in Gran Bretagna nel 1932, nominandolo direttore esecutivo della London Film, da lui creata per fare concorrenza a Hollywood con produzioni spettacolari, ma di qualità. B. continuò a lavorare anche alle sceneggiature, e in tale campo fornì in questo periodo i risultati migliori della sua carriera. Particolarmente riusciti furono i film diretti da Korda, con il quale formò una coppia di talenti complementari: Service for ladies (1932), Wedding rehearsal (1932; Sposatevi ragazzi!), The private life of Don Juan (1934; Le ultime avventure di Don Giovanni), Rembrandt (1936; L'arte e gli amori di Rembrandt), e soprattutto The private life of Henry VIII (1933; Le sei mogli di Enrico VIII), il maggiore successo inglese degli anni Trenta. Ma sono da ricordare anche altre sceneggiature, come quelle per i film di avventure esotiche del fratello di Korda, Zoltán (Sanders of the river, 1935, Bozambo; The drum, 1938, Il principe Azim; The four feathers, 1939, Le quattro piume), o per i melodrammi Under the red robe (1936; Il manto rosso) di Victor Sjöström e Knight without armour (1937; La contessa Alessandra) di Jacques Feyder. L'ultima produzione della London Film a cui partecipò fu il celebre The thief of Bagdad (1940; Il ladro di Bagdad) di Ludwig Berger e Michael Powell (in collaborazione con altri). Riprese quindi l'attività letteraria; tornò al cinema poco prima della morte, collaborando nuovamente con A. Korda per la commedia An ideal husband (1948; Un marito ideale), da O. Wilde.