lamentanza
Col valore di " lamento ", in D. è attestato solo due volte, sempre in prosa: Vn VII 2 propuosi di farne alcuna lamentanza in uno sonetto, e Cv II XV 6 se pur seguire si conviene l'uno [di due amici] e lasciar l'altro, lo migliore è da seguire, con alcuna onesta lamentanza l'altro abbandonando, passo quest'ultimo che ricorda un luogo di s. Tommaso (Comm. Ethic. VIII lect. XIV).