Vedi LAMIA dell'anno: 1961 - 1961 - 1995
LAMIA (Λάμια, Lamia)
Creatura femminile di aspetto mostruoso che nelle credenze popolari del mondo greco si presenta nell'aspetto dell'orchessa rapitrice e divoratrice di bambini. In un secondo tempo L. è anche un'amante spettrale dell'ordine dei vampiri che attrae i giovani per nutrirsi del loro sangue e della loro tenera carne.
Secondo una saga di carattere etiologico forse risalente ad Euripide, L. figlia del re Belos e di Libye, sarebbe stata amata da Zeus e trasformata in mostro dalla gelosia di Hera. Quest'ultima le avrebbe ucciso i figli oppure l'avrebbe resa folle e indotta a ucciderli: di qui per disperazione e per vendetta sulle madri felici L. avrebbe iniziato la sua carriera di rapitrice e divoratrice di bambini. L. appare anche non come una creatura singola, ma come una classe di mostri di cui sono anche riportati i nomi individuali, quali Sybaris, Gellò, Mormò.
Nell'arte figurata viene riconosciuta come L. un mostro dal corpo fermo e dalla testa vagamente femminile tratto alla catena da Eracle, come appare in tre pitture di vasi della cerchia del Pittore di Atena. L'associazione con Eracle è stata da alcuni ricondotta al fatto che Omphale sarebbe in realtà una Lamia. E invece ora dai più rifiutata l'identificazione di L. in una brutta vecchia di aspetto negroide che incontriamo torturata da satiri in una lèkythos a figure nere, assegnata appunto al Pittore della Megera (v. megera, pittore della).
Bibl.: Roscher, II, 2, 1894-97, c. 1819; Schwenn, in Pauly-Wissowa, XII, 1924, c. 544-46, s. v., n. i; C. H. E. Haspels, Attic Black-figured Lekythoi, Parigi 1936, pp. 144, 170; F. Brommer, Vasenlisten zur griechischen Heldensagen, 2a ed., Marburg 1960, p. 157.