lamina
làmina [Lat. lamina "lama sottile"] [LSF] Corpo in cui l'estensione di una delle tre dimensioni è molto minore di quella delle altre due. ◆ [STF] [ASF] In antichi strumenti astronomici, e spec. negli astrolabi, ciascuno dei dischi metallici intercambiabili su cui erano incise le linee caratteristiche della sfera celeste (equatore, tropici, ecc.) per una data latitudine. ◆ [GFS] Nella geologia, sottile livello roccioso distinguibile nell'interno di uno strato. ◆ [MCF] Porzione di fluido tale da suggerire l'immagine di una lamina. ◆ [OTT] L. a mezz'onda e a quarto d'onda: v. oltre: L. birifrangente. ◆ [OTT] L. birifrangente: lastrina pianoparallela di materiale birifrangente, utilizzata per polarizzare luce naturale o per analizzare luce polarizzata: ne sono esempi le l. a mezz'onda e a quarto d'onda, cosiddette in quanto introducono uno sfasamento, fra il raggio ordinario e quello straordinario, equivalente a quello dovuto a una differenza di cammino pari a mezza lunghezza o a un quarto di lunghezza d'onda. ◆ [OTT] L. di fase: v. microscopia ottica: III 860 b. ◆ [EMG] L. elettrica: lo stesso che doppio strato elettrico. ◆ [MCF] L. liquida: sottilissimo velo di liquido (per es., quello che costituisce le bolle di sapone: l. saponate), superficie di separazione di un liquido da un aeriforme o da un altro liquido, la cui conformazione è determinata dall'equilibrio delle tensioni superficiali. ◆ [EMG] L. magnetica: lo stesso che doppio strato magnetico. ◆ [OTT] L. ottica: denomin. generica di lastrine di materiale trasparente, omogeneo, generalm. a facce piane e parallele tra loro (l. pianoparallele); se il materiale di cui sono fatte è birifrangente, si parla di l. birifrangente (v. sopra); altrimenti, ed è il caso normale, si parla di l. rifrangente. L. del genere, di spessore costante, sono usate spesso come pareti di recipienti destinate a contenere mezzi ottici aeriformi o liquidi; una l. a facce piane e parallele, infatti, non perturba di molto il cammino di raggi luminosi che, nel-l'attraversarla, subiscono semplic. uno spostamento laterale l pari a s(sini-cosi tanr), essendo s lo spessore della l. e i, r gli angoli, rispettiv., d'incidenza e di rifrazione nella l. (v. fig.), avendosi r= arcsin[(sini)/n], con n indice di rifrazione della lamina rispetto all'aria; una l. di spessore costante costituisce così un sistema diottrico ortoscopico, ma non acromatico, per raggi di incidenza qualunque. Talora ci si giova del fatto che alla rifrazione nella l. s'accompagna anche la riflessione sulle facce, esterne e interne; in qualche caso, anzi, per esaltare il potere riflettente, senza che venga meno del tutto la trasparenza, si argentano debolmente le facce (l. semiriflettenti, o semitrasparenti). Tra i raggi incidenti, emergenti, riflessi esternamente e riflessi internamente possono verificarsi fenomeni osservabili d'interferenza, partic. vistosi nelle l. di piccolo spessore (l. sottili, di spessore costante o non costante); tali fenomeni, ai quali in partic. è dovuta la piacevole iridescenza delle l. liquide, sono messi a profitto in vari dispositivi interferenziali (per es., nell'interferometro Fabry-Pérot). ◆ [OTT] L. rifrangente: lo stesso che l. ottica non birifrangente (v. sopra: L. ottica). ◆ [GFS] L. sottile: nella geologia, lastrina di piccolissimo spessore (qualche decimo di mm) e di piccola area (pochi cm2) che si ricava da un campione di roccia o di un minerale per l'esame al microscopio polarizzatore. ◆ [ANM] Metodo delle l. liquide: procedimento per la risoluzione sperimentale di problemi di minimo, che si traducono in problemi matematici di calcolo delle variazioni, introdotto da J. Plateau (intorno al 1860). Il più semplice di tali problemi è quello di trovare la superficie di area minima limitata nello spazio limitato da un dato contorno chiuso e può risolversi foggiando il contorno in esame con un sottile filo di ferro e immergendo poi quest'ultimo in un liquido ad alta tensione superficiale (va bene anche una soluzione di acqua e sapone); la l. liquida che si forma estraendo il contorno dal liquido assume la forma di una superficie che, almeno per piccole deformazioni, ha area minima.