lampada
làmpada [Der. del lat. lampas -adis, dal gr. lampás -ádos, da lámpo "splendere"] [OTT] Denomin. generica di dispositivi usati come sorgenti luminose artificiali di luce bianca o monocromatica per vari scopi e, nella fotometria, come campioni di intensità luminosa: v. sorgenti ottiche: V 416 a sgg. ◆ [OTT] L. a combustione: v. sorgenti ottiche: V 416 a. ◆ [OTT] L. ad alogeno: → alogeno. ◆ [OTT] L. ad arco: tipo particolare di l. elettrica a scarica: v. sorgenti ottiche: V 416 f. ◆ [OTT] [FME] L. a fessura: microscopio binoculare usato in oculistica a scopo diagnostico: v. ottica medica: IV 398 a. ◆ [OTT] L. a fiamma: lo stesso che l. a combustione. ◆ [OTT] L. a filamento, o a incandescenza: v. sorgenti ottiche: V 416 b. ◆ [OTT] L. a lampo: l. elettrica che dà un breve e intenso lampo di luce, usata nei lampeggiatori della tecnica fotografica: → lampeggiatore. ◆ [OTT] L. a vapori di mercurio: sono l. elettriche in cui si fa avvenire una scarica in un'atmosfera di vapori di mercurio con argon e tracce di altri gas. Se ne distinguono tre tipi: (a) a bassa pressione (da 1 a 10 atm), a catodo freddo, con bulbo di vetro o di quarzo, racchiuso in una ampolla protettiva; funziona a tensione normale della rete, ha efficienza fino a 50 lm/W e durata da 1000 a 2000 ore; si usa per illuminazione di zone estese, come, per es., aeroporti; la luce emessa ha uno spettro a righe (quello del mercurio), con quattro righe piuttosto intense nel campo visibile (blu, verde, giallo verde), che danno un caratteristico colore verde azzurro, e varie righe nell'ultravioletto; la resa di colore può essere migliorata e il tono della luce può essere reso quasi bianco aggiungendo un filamento di tungsteno (l. a luce miscelata), oppure rivestendo la parete interna del bulbo di fosfòri eccitati dalle radiazioni ultraviolette; (b) ad alta pressione (50÷100 atm), con raffreddamento a circolazione d'acqua oppure d'aria, in tubo di quarzo a sua volta racchiuso in un'ampolla di vetro; ha durata di 100÷200 ore, efficienza di 50÷60 lm/W, potenza da 500 a 2000 W; ha forma assai compatta e si usa principalmente come l. da proiezione cinematografica; (c) a media pressione (10÷50 atm), raffreddata in aria, partic. adatta per proiezione e per riprese cinematografiche e televisive, costituendo una sorgente luminosa molto concentrata; ha durata fino a 500 ore, efficienza da 45 a 60 lm/W sotto tensioni ordinarie; abbisogna di elettrodi di avviamento, costituiti da spiraline di tungsteno avvolte attorno a ciascuno degli elettrodi principali; il periodo di avviamento dura da 5 a 10 minuti. Ove interessi, si possono utilizzare le sole radiazioni ultraviolette, il che si ottiene usando bulbi di quarzo o di cosiddetto vetro di Wood (l. di Wood o vetro nero); si hanno così le l. a raggi ultravioletti, usate in processi fotochimici, per eccitare sostanze fluorescenti, come battericidi, per individuare alterazioni di documenti e dipinti. ◆ [OTT] L. elettriche a scarica, o elettroluminescenti, o a conduzione gassosa: v. sorgenti ottiche: V 416 e. ◆ [OTT] L. flash: lo stesso che l. a lampo (v. sopra). ◆ [OTT] L. fluorescenti, o a fotoluminescenza: dette più comunem., per la loro forma, tubi fluorescenti, contengono, oltre a un gas raro (di solito argon) e vapori di mercurio a bassissima pressione, un sottile strato di fosfòri sulle pareti del tubo, i quali divengono luminosi per fluorescenza eccitata dalle radiazioni ultraviolette del mercurio: le loro radiazioni, da sole o in aggiunta a quelle del vapore di mercurio, producono una luce di varia composizione spettrale (v. sorgenti ottiche: V 416 Fig. 2.2). Si dividono in (a) tubi ad alta tensione, o a elettrodi freddi, che, più lunghi e sottili, si accendono istantaneamente e possono funzionare con intensità di corrente variabile, con possibilità di variare la propria luminanza; sono alimentati con trasformatori ad alta reattanza di dispersione, che elevano la tensione della rete in corrente alternata fino a oltre 1000 V; (b) tubi a bassa tensione, o a elettrodi preriscaldati, che in virtù del preriscaldamento degli elettrodi, funzionano alla normale tensione della rete (220 V), previo adescamento della scarica; i due elettrodi sono costituiti da piccole spirali di filo di tungsteno rivestito di carbonati di bario e di stronzio; il circuito di alimentazione di una l. fluorescente comprende (v. fig.) un reattore, che funziona da limitatore della corrente, e un interruttore termico, in genere a lamina bimetallica (starter), per l'innesco; alla chiusura del circuito, lo starter è chiuso e fa circolare la corrente, che riscalda i filamenti e lo starter medesimo; dopo qualche secondo lo starter interrompe il circuito e la sovratensione d'apertura dovuta all'elevata induttanza del reattore è tale da innescare la scarica nel tubo, che poi si mantiene, a elettrodi freddi, sotto la normale tensione di alimentazione. Poiché, per la presenza del reattore, il fattore di potenza risulta piuttosto piccolo, s'inserisce quasi sempre in parallelo un condensatore di rifasamento. Quanto detto sinora vale se l'alimentazione è a tensione alternata; se è invece a tensione continua, occorre mettere in serie un resistore, anziché un reattore, con conseguenti perdite che giustificano l'uso non comune dell'alimentazione in continua: v. sorgenti ottiche: V 417 a.