lampadina molecolare
locuz. sost. f. – Dispositivo analogo a un diodo emettitore nel quale tuttavia l’ordine molecolare prestabilito produce uno spostamento delle cariche molto maggiore, con una resa luminosa molto più elevata. Prodotto dall’Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturali del CNR di Bologna, in collaborazione con i laboratori dell’IBM di Zurigo, genera la luce utilizzando sottilissimi strati molecolari inseriti in nanotubi. La l. m. sfrutta la capacità naturale delle molecole di organizzarsi: la carica elettrica, che ricombinandosi produce la luce, viene fatta viaggiare a velocità 10.000 volte superiore rispetto a quella dei comuni diodi. Si pensa che questi prototipi di nanolampadine, una volta sviluppati, potranno trovare applicazione come illuminatori, display o nei computer di nuova generazione, utilizzati per es. come nanosorgenti luminose da integrare nei chip di silicio.