LAMPO (fr. éclair; sp. relámpago; ted. Blitz; ingl. lightning)
È il fenomeno luminoso che accompagna le scariche elettriche nell'atmosfera. I lampi si sogliono dividere in tre classi: lampi lineari o a zig-zag, diffusi e di calore.
I lampi lineari guizzano ordinariamente fra due punti lontani di una medesima nube, o fra una nube e l'altra, quando la differenza di potenziale ha raggiunto un valore sufficiente. Anche i fulmini che scoppiano fra la terra e una nube sono per lo più accompagnati da un lampo lineare. Il passaggio dell'elettricità da un punto all'altro dell'atmosfera avviene attraverso all'aria ionizzata, e il lampo segue il cammino, generalmente tortuoso, lungo il quale la ionizzazione è più intensa; per questa ragione i lampi sembrano talora ramificarsi in direzioni differenti. Essi possono avere lunghezze assai diverse, fino a 15-20 km., e le differenze di potenziale lungo il loro percorso sono dell'ordine di 3000 volta per cm. La luce emessa dai lampi lineari è generalmente intensissima e abbagliante, d'un color bianco splendente che volge all'azzurro o al violaceo, e analizzata con lo spettroscopio presenta le righe caratteristiche dell'azoto, dell'ossigeno e anche dell'idrogeno e dei gas rari dell'atmosfera. La durata apparente dei lampi lineari è variabile, e può anche raggiungere alcuni decimi di minuto secondo; ma, da un lato, il fenomeno della persistenza delle immagini dà l'impressione di una durata assai più grande del vero e, dall'altro canto, i lampi, come i fulmini, sono generalmente multipli, cioè risultano dalla successione di un certo numero di scariche le quali si seguono a brevissimi intervalli di tempo lungo il medesimo percorso. L'intensità e la grossezza del solco luminoso prodotto dai lampi lineari avevano fatto sospettare che le scariche elettriche alle quali essi sono dovuti fossero scariche oscillatorie, ma un'indagine meglio approfondita ha dimostrato che i lampi lineari, per quanto intensi, sono prodotti dal movimento dell'elettricità in un verso solo.
In taluni casi, specialmente durante i temporali notturni, vediamo illuminarsi per un tempo assai notevole regioni più o meno estese di una nube, o anche solo il contorno della medesima, senza che il bagliore sia accompagnato dal tuono: tali luminosità costituiscono i lampi diffusi. Spesso non sono altro che riflessi di lampi lineari i quali non si vedono direttamente; ma può anche accadere che, in determinate condizioni, una nube dia bagliori di una certa durata, sopra una parte considerevole della sua superficie, per un fenomeno analogo a quello che produce i fuochi di Sant'Elmo; e sembra che anche la luce emessa da questi speciali lampi diffusi, ai quali si potrebbe dare il nome di lampi superficiali, sia diversa da quella dei lampi lineari anche per il carattere, avendo essa uno spettro a zone. Nelle serate estive appaiono talora, in lontananza, lievi bagliori luminosi all'orizzonte: sono i cosiddetti lampi di calore, i quali si ritengono dovuti alla luce riflessa di lampi lineari assai lontani.
Bibl.: F. W. Peek jr., Lightning, in Journal of the Franklin Institute, CIC (1925), p. 141; id., Lightning, in General electric Review, XXXII (1929), pp. 602, 691.