LAMPOS (Λάμπος)
Figlio di Laomedonte, padre di Dolops, è uno dei vecchi accompagnatori di Priamo nell'Iliade (iii, 139 ss.).
Una sua statua viene riconosciuta da Cristodoro, che però lo chiama Λάμπων (Anth. Pal., ii, 251) tra le ottanta in bronzo esistenti nel cosiddetto Zeuxippo di Costantinopoli.
Viene descritto come ἀχνυμένῳ ἐναλίγκιος perché, mentre infuria la battaglia tra i Troiani, non ha ancora trovato παιήονα Βουλήν.
Costantino, restaurando le terme di Zeuxippo, inaugurate nel maggio del 330, le ornò anche di statue in bronzo di varî personaggi dell'antichità, quelle appunto che ha descritto Cristodoro egiziano, poeta forse del tempo di Anastasio (491-518), imperatore nominato al verso 403, e che andarono distrutte completamente nella rivolta del Nica del 532.
Non ci è possibile stabilire con certezza se i nomi attribuiti da Cristodoro alle statue sono tratti da iscrizioni, né, tanto meno, se le iscrizioni erano autentiche. Ma la scelta di L., figura quanto mai secondaria in Omero, che quindi rende molto dubbia l'ipotesi dell'esistenza di statue di questo personaggio nell'antichità, toglie valore anche al resto della descrizione.
Il fatto poi che L. sia nominato insieme a Panthoos, Thymoites e Klitios, fa supporre che Cristodoro si sia trovato di fronte quattro figure di vecchi, forse statue-ritratto non caratterizzate, di cui si era perduta l'identità, e, conoscitore di Omero, abbia attribuito loro i nomi, con lo stesso ordine di successione, degli accompagnatori di Priamo.
Bibl.: K. Tümpel, in Roscher, II, 2, 1894-97, c. 1823, s. v., n. i; K. Lange, Die Statuenbeschreibung des Christodor und Pseudolibanius, in Rhein. Museum, N. F. 35 (1880).