LAMPSACO (ἡ Λάμψακος, Lampsăcus)
Antica importante città greca, sulla costa asiatica dell'Ellesponto, nella regione della Misia, nella località dell'odierno villaggio di Lapseki (SüleymanpaŞa). Fu fondata da Focesi in territorio prima appartenente alla popolazione tracia dei Bebrici, sul posto di una più antica città Pitiusa, identificata già dagli antichi con l'omerica Pitiea; il nome, secondo la leggenda, deriverebbe da quello di Lampsace, la figlia di un re dei Bebrici, Mandro, la quale avrebbe salvato i Focesi da un complotto dei Bebrici per sopprimerli, e che più tardi veniva venerata sul luogo come una dea. Passata la città nel sec. VI dalla tirannide alla democrazia, la sua ricchezza sin da quell'epoca è attestata dalle splendide coniazioni delle sue monete, i celebri stateri Lampsaceni. Il territorio della città, fertile di viti, sembra essersi esteso considerevolmente nel retroterra del porto, ed era diviso in κῶμαι. La magistratura suprema era quella degli strateghi; accanto a essi era un consiglio o Βουλή; la popolazione era divisa in tribù (ϕυλαί) e centurie (ἑκατοστύες). Le prime notizie storiche conservateci su Lampsaco ricordano frequenti lotte di confine coi Milesî; per la fine del secolo VI a. C. sappiamo che un tiranno di Lampsaco, Ippoclo, sostenne Istieo di Mileto nel suo rifiuto di tagliare il ponte di Dario sull'Istro. All'alba del sec. V Lampsaco fu coinvolta con tutte le città greche della costa asiatica nella ribellione contro i Persiani, ma subito nel 498 a. C. fu sottomessa da Daurise. Nel 471, o qualche anno dopo, la città e il suo territorio furono dati, insieme con quelli di Magnesia e di Miunte, in dotazione a Temistocle, al quale ancora in tempi assai tardi venivano tributate dalla cittadinanza feste annuali. Forse però la cessione a lui di Lampsaco fu nominale. Certo, la città appartenne alla lega Delio-Attica e fu tassata con un tributo di ben 12 talenti. Nel 405, ancora alleata di Atene, fu conquistata da Lisandro, e nel 398 dovette accogliere un armosta spartano; nella prima metà del secolo IV era di nuovo sotto il dominio persiano, ma nel 362 era un'altra volta libera; una successiva alleanza con Atene fu di breve durata, se nel 355 a. C. la città veniva occupata dal generale ateniese Carete. Poi ricadde sotto il dominio persiano e fu liberata da Alessandro. Sotto i Diadochi fece parte di un Κοινόν insieme con Ilio e altre città della Troade. Poi fu contesa da Attalidi e Seleucidi: minacciata da Antioco III, fu presa dai Romani sotto la loro protezione e dopo la guerra di Siria dichiarata indipendente. Più tardi fece parte della provincia d'Asia; nell'80 a. C. ebbe a soffrire depredazioni da Verre. Sotto l'impero fu tra le metropoli dell'Asia. Sede vescovile già nei primi secoli del cristianesimo, la città conservò importanza come scalo nei Dardanelli anche nel Medioevo.
Bibl.: G. Gilbert, Handbuch der griech. Staatsalterth., II, Lipsia 1881-85, p. 159 seg.; E. Meyer, Die Grenzen der hellenistischen Staaten in Kleinasien, Lipsia 1925, passim; B. V. Head, Historia numorum, Oxford 1911, p. 529 segg.