ANGUISSOLA, Lancillotto
Fiorito nella prima metà del sec. XIV, fu indubbiamente uno dei più insigni appartenenti alla nobile famiglia piacentina, anche se molti studiosi di storia locale non hanno saputo distinguere la sua figura da quella dell'omonimo zio quasi contemporaneo, che fu tra i rettori di Piacenza nel 1307 e nel 1310 e si spense in quella città nel 1340.
La vita dell'A. può essere agevolmente divisa in due periodi ben distinti: il primo caratterizzato da un'intensa attività politica e, soprattutto, militare; il secondo tutto dedicato alla sua vena poetica, che frutterà una lirica d'amore elogiata dal Petrarca.
La prima notizia che si riferisce sicuramente a lui risale al 1336, anno in cui Azzo Visconti assediò Piacenza, allora nelle mani di Francesco di Alberto Scotti, che nell'anno precedente aveva espulso i rettori pontifici: per evitare che la città cadesse in possesso di Azzo, che l'avrebbe malamente governata, l'A., insieme con altri di parte ghibellina, tentò di impadronirsene, ma non riuscì nell'intento. L'episodio saliente della vita dell'A. guerriero è costituito però dalla sua partecipazione alla battaglia di Parabiago, il 21 febbr. del 1339, nelle file dell'esercito di Azzo, capeggiato da Luchino Visconti: per il suo eroismo fu creato cavaliere da Luchino.
Nel decennio seguente l'A. venne sempre più staccandosi da quegli impegni della vita pubblica che fino allora lo avevano assorbito e quindi distratto da quella che doveva certamente essere la sua naturale inclinazione: la poesia. Ebbe relazioni epistolari con diverse personalità dell'epoca e con molti poeti, specialmente con Antonio de' Beccari da Ferrara e con Francesco Petrarca: a quest'ultimo scriveva nel 1348 con lo scopo di convincerlo a pubblicare l'Africa. Nel 1350 si decise ad abbandonare la sua città per trasferirsi a Padova, presso la corte dei Carraresi.
Le canzoni e i sonetti dell'A. hanno, in sostanza, una sola fonte d'ispirazione, l'amore, a lenire le pene del quale egli, sebbene non più giovane, invocava sollievi e rimedi nelle composizioni indirizzate ai suoi migliori amici, il Beccari e il Petrarca, ai quali confessò, inoltre, di amare una certa, non identificata, Calandra.
Morì in Padova il 31 agosto o il 1º sett. del 1359 o, secondo altri, del 1364.
L'incertezza sulla data della sua morte è dovuta alla diversa interpretazione che gli studiosi hanno dato dell'epitaffio, ora perduto, già sulla tomba dell'A. nella chiesa di S. Agostino in Padova. Un errore di lettura è evidentemente alla base dell'equivoco: MCCCLXIIII invece di MCCCLVIIII. A sostegno di quest'ultima data, senz'altro la più accettabile, viene citato da taluni un rogito notarile del 15 ag. 1361, in cui Isabella di Saluzzo è detta vedova del nobile Lancillotto Anguissola.
Parziali edizioni delle liriche dell'A. si trovano nelle seguenti opere: I. De Corbinelli, La Bellamano: libro di messere Giusto de' Conti, Romano senatore, Parigi 1595, p. 83; M. Crescimbeni, Commentari intorno alla sua istoria della volgar poesia, III, Roma 1711, pp. 113 s.; G. Lami, Catalogus codicum manuscriptorum qui in Bibliotheca Riccardiana Florentiae adservantur, Liburni 1756, pp. 31, 255; V. Cian, Un codice ignoto di rime volgari appartenuto a B. Castiglione, in Giorn. stor. d. letterat. ital., XXXIV(1899), pp. 307, 332, 334 s.; D. Canavesi, Rime inedite di Lancillotto Anquissola, in Bollett. stor. piacentino, II, 2(1907),pp. 74-78.
Fonti e Bibl.: B. Scardeoni, De antiquitate urbis Patavii, Basileae 1560, p. 389; I. de Mussis Chronicon Placentinum, in L. A. Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, XVI, Mediolani 1730, coll. 486, 497, 586 s.; Chronica tria Placentina a I. Codagnello, ab Anonimo et a Guerino conscripta, Parmae 1859, pp. 335 s., 358 s., 390, 394, 405, 419; Chronica civitatis Placentiae I. Agazzari et A. F. Villa, in Monumenta historica ad provincias Parmensem et Placentinam pertinentia, III,7, Parmae 1862, pp. 35, 43; I. Codagnelli, Annales Placentini, Scriptores Rerum Germanicarum, Hannoverae et Lipsiae, 1901, pp. 111 s., 116; Galvanei de la Flamma, Opusculum de rebus gestis ab Azone, Luchino et Iohanne... in L. A. Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, 2 ediz., XII, 4, a cura di C. Castiglioni, p. 29; P. M. Campi, Dell'historia ecclesiastica di Piacenza, III, Piacenza 1662, pp. 37, 42, 80, 114, 163, 183, 274 doc. n. XVII; G. Salomoni, Urbis Patavinae inscriptiones sacrae et Prophanae, Patavii 1701, p. 85, n. 244; F. S. Quadrio, Della storia e della ragione d'ogni poesia, II, Milano 1741, p. 175; C. Poggiali, Memorie storiche della città di Piacenza, VI, Piacenza 1759, pp. 64, 259, 271 s., 346 s.; Id., Memorie per la storia letteraria di Piacenza, I, Piacenza 1789, pp. 128-130; G. V. Boselli, Delle storie piacentine..., I, Piacenza 1793, pp. 227, 229, 234, 258, 262; II, ibid. 1804, pp. 2 s., 26; G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, II, Milano 1833, p. 453; F. Zambrini, Cenni biografici intorno ai letterati illustri italiani..., Faenza 1837, p. 14; B. Gamba, Serie dei testi di lingua e di altre opere..., Venezia 1839, p. 117, n. 370; G. Melzi, Diz. di opere anonime e pseudonime di scrittori italiani..., II, Milano 1852, p. 65; G. Franceschetti, Epistolae de rebus familiaribus et variae, I, Firenze 1859, pp. 403-05; R. Renier, L'enumerazione dei poeti volgari del Trecento nella "Leandreide", in Arch. stor. per Trieste, l'Istria ed il Trentino, I, 3, Roma 1882, p. 316; R. Renier, Liriche edite e inedite di Fazio degli Uberti, Firenze 1883, p. CCII; F. Zambrini, Le opere volgari a stampa dei secoli XIII e XIV, Bologna 1884, p. 540; A. Gloria, Monumenti dell'Università di Padova, II, Padova 1888, n. 71; E. Lanuna, Il codice di rime antiche di G. G. Amadei, in Giorn. stor. d. letterat. ital., XX(1892), p. 163; L. Mensi, Diz. biografico piacentino, Piacenza 1899, p. 30; E. Levi, L. A. cavaliere e poeta del Trecento, in Bollett. stor. piacentino, III(1908), pp. 5-20, 74-80; E. Levi, Francesco di Vannozzo e la lirica nelle corti lombarde..., Firenze 1908, p. 409; Id., Antonio e Nicolò da Ferrara poeti e uomini di corte del Trecento, in Atti e memorie d. Deputaz. ferrarese di storia patria, XIX, 2 (1909), p. 108; A. Solerti, Rime disperse di Francesco Petrarca o a lui attribuite, Firenze 1909, pp. 92, 248; E. Levi, Per la biografia di L. A., in Bollet. stor. piacentino, V(1910), pp. 13-15; L. Cerri, L. A. poeta del sec. XIV: cenno storico-genealogico, in Indicatore ecclesiastico piacentino, XLII (1911), pp. XXVIII-XLIII; S. Morpurgo, Le opere volgari a stampa dei secoli XIII e XIV, Supplemento, Bologna 1929, pp. 246, 335; C. Argegni, Condottieri, Capitani, Tribuni, Milano 1936, pp. 45 s.; N. Sapegno, Storia letteraria d'Italia: il Trecento, Milano 1942, p. 501.