AQUINO, Landone d'
Figlio del conte Landone (III), sin dalla sua giovinezza venne in contrasto con il monastero di Montecassino: nel 1116, quando era ancora vivo il padre, aveva iniziato la costruzione del castello di Terella, in funzione decisamente anticassinese. Tale costruzione fu momentaneamente interrotta; ma quando nel 1125 scoppiarono dei contrasti fra gli stessi monaci cassinesi, divisi tra i due abati, Odorisio II e Nicola, Pandolfo, figlio dell'A., che ora era diventato conte, riprese la costruzione del castello, che fu portata a termine, malgrado un intervento personale del pontefice Onorio II nel 1127. L'abate Nicola, in verità, per neutralizzare Terella, aveva fatto costruire un altro castello sul monte Timma esso fu distrutto dagli Aquino.
Quando nel 1130 sorse lo scisma fra Innocenzo II ed Anacleto II, i monaci di Montecassino si schierarono per il primo, ed è probabile che l'A. si schierasse per Anacleto, quindi dalla parte di Ruggiero II di Sicilia. P, ad ogni modo certo che quando Lotario III scese in Italia nel 1136 l'A., sempre per ostilità nei confronti di Montecassino, dichiaratasi per l'imperatore, si dimostrò fautore di Ruggiero. Un mutamento vi fu nel 1137, quando, in seguito alle vittorie riportate da Lotario, gli Aquino, insieme a molti altri signori della Campania, gli giurarono fedeltà. Ma la questione di Terella era ancora viva, ed il nuovo abate, Guibaldo, ottenne dall'imperatore la distruzione del castello. Non solo ciò fu portato a termine, ma nel settembre 1137 Lotario, con un diploma emanato nella stessa Aquino, donò tutta la contea a Montecassino. Ciò portò a nuove lotte tra gli Aquino e Montecassino i cui territori, alla partenza dell'imperatore, furono assaliti dai primi; ma in definitiva il vero vincitore in questo contrasto fu Ruggiero II, il quale, nel 1139, superate le ultime resistenze in Campania, tolse agli Aquino parte dei loro beni, e li privò anche del titolo comitale, abbassando così la potenza di quella che fino a quel momento era stata una delle più potenti famiglie della regione. Ignoriamo però se nel 1139 vivesse ancora l'A., sul quale le ultime notizie rimontano al 1137.
Fonti e Bibl.: Petri diaconi Chronicon monasterii Casinensis, l, IV, cc. 93, 124, 126, in Monumenta Germ. hist., Scriptores, VII, Hannoverae 1846, pp. 809, 839, 841; Ph. Jaffé-S. Löwenfeld, Regesta pontificum Romanorum, I, Lipsiae 1885, n.7280; Lotharii III Diplomata, in, Mon. Germ. hist., Diplomata Regum et Imperatorum Germaniae, VIII, a cura di E. de Ottenthal e H. Hirsch, Berlin 1927, nn. 119, 120; P. Cayro, Storia sacra e Profana d'Aquino e la sua diocesi, I, Napoli 1808, pp.109-113; F. Scandone, Per la controversia sul luogo di nascita di S. Tommaso d'Aquino, Napoli 1903, pp. 24, 26 s.; Id., D'Aquino di Capua, tav. VI, in P. Litta, Famiglie celebri d'Italia, XVI; L. Fabiani, La terra di S. Benedetto, I, Monte Cassino 1950, pp. 114 s.