LANNES, Jean, duca di Montebello
Maresciallo di Francia, nato a Lectoure (Gers) nel 1769; morto a Vienna nel 1809. Segnalatosi nella campagna dei Pirenei orientali, era maggiore nel 1795 e l'anno seguente - nominalmente indicato da Bonaparte - partecipava alla campagna d'Italia. Il suo contegno al combattimento di Millesimo gli valse il comando di una mezza brigata. Dopo la battaglia di Bassano, nella quale s'impadronì di due bandiere nemiche, fu promosso generale. Intervenne, quantunque febbricitante e ferito in precedenti azioni, alla battaglia d'Arcole, perché informato che la lotta si trascinava indecisa; e per questo fatto Bonaparte gli confidò il vessillo d'onore che il corpo legislativo offrì all'esercito d'Italia in segno di gratitudine per quella vittoria. Nel 1797 ebbe il comando delle operazioni nell'Italia centrale contro lo Stato Pontificio e ottenne sull'esercito papale la vittoria del Senio, rimanendo poi incaricato delle successive trattative diplomatiche col pontefice. Partecipò l'anno seguente alla campagna d'Oriente e a San Giovanni d'Acri fu promosso generale di divisione. Alla battaglia terrestre d'Abukir riportò gravi ferite. Fu del piccolo gruppo di alti ufficiali che Bonaparte, rimpatriando dall'Egitto, volle con sé. Figurò tra i più fervidi sostenitori del colpo di stato. Dopo il 18 brumaio ebbe il comando della guardia consolare. Comandante delle truppe d'avanguardia nella campagna del 1800 in Italia, conseguì la vittoria di Montebello che aprì a Bonaparte l'accesso alla piana di Alessandria da est. A Marengo sostenne la maggior parte del peso della battaglia. Compreso nel 1804 nella prima lista dei marescialli dell'impero, comandò nel 1805 l'avanguardia della Grande Armata. In questa e nelle successive campagne non fu battaglia dove egli non si trovasse a un posto di grande rischio e responsabilità e dove non si appalesasse la sua audacia trascinatrice, che ne fece il tipo dei generali d'avanguardia. Dopo la campagna del 1807 il L. fu creato duca di Montebello e inviato in Spagna, dove assediò e prese Saragozza. Riaccesasi la guerra nell'Europa centrale, prese parte brillantemente alla prima fase della campagna in Baviera. Alla battaglia d'Essling (22 maggio 1809) fu gravemente ferito alle due gambe. Sottoposto all'amputazione degli arti, soccombette dopo pochi giorni. La sua salma fu trasportata in Francia e sepolta al Panthéon di Parigi. Napoleone ebbe il L. in alto pregio, e ne sopportò con indulgenza i frequenti scatti di una franchezza troppo spesso rude.
Il suo figlio primogenito, Napoléon-Auguste percorse la carriera diplomatica, iniziandola quale addetto all'ambasciata di re Carlo X a Roma (allora retta da Chateaubriand) e terminandola - dopo avere per breve tempo tenuta anche la carica di ministro degli Esteri sotto Luigi Filippo - quale ambasciatore di Napoleone III alla corte di Pietroburgo.