LAOGRAFIA (gr. λαογραϕία "censimento", da λαός "popolo, e γράϕω "scrivo")
Nel libro dei Maccabei e nei testi dell'età tolemaica, laografia vuol dire censimento; nell'età romana, invece, in Egitto e in altri paesi dell'Oriente significa censimento a scopo fiscale dei λαοί soggetti alla capitazione, cioè di tutti gli abitanti dell'Egitto che non appartengono alle classi privilegiate. Sono esclusi dalla laografia i sacerdoti delle classi più elevate, i κάτοικι che possono anche essere egizî, i cittadini delle città greche, non però tutti i Greci, poiché nelle metropoli dei nomòi anche gli Elleni ἀπὸ τοῦ ϕυμνασίου (che hanno ricevuto un'educazione greca) pagano una laografia ridotta. L'altezza della laografia è diversa da luogo a luogo e da tempo a tempo.
La laografia in Egitto era stabilita ogni 14 anni mediante una κατ'οἰκίαν ἀπογραϕή, per cui i proprietarî di case dovevano denunciare i loro inquilini ed erano responsabili per il loro pagamento. Il censimento si faceva ogni 14 anni perché in Egitto erano tenuti al pagamento della laografia solo i maschi dai 14 ai 60 anni. In Siria, a differenza dell'Egitto, anche le donne (Dig., 50, 15, 3) erano soggette alla laografia.
L'esistenza della laografia risale all'età tolemaica, durante la quale prende il nome di σύνταξις, ma la sua organizzazione quale risulta nell'età imperiale sembra dovuta ad Augusto. Il primo documento a noi noto che parli di laografia risale al 19-18 a. C. Dato il principio che tutti gli abitanti dell'Egitto erano soggetti alla laografia, per opera di funzionarî chiamati λαογράϕοι, gli esenti da essa e coloro che erano gravati per una quota m-nore erano soggetti a un controllo rigoroso, l'ἐπίκρισις; gli esclusi erano gli ἐπικεκριμμένοι.
La laografia cessò d'essere percepita nelle forme alle quali abbiamo accennato probabilmente verso la metà del sec. III d. C., allorché l'inflazione monetaria portò a una vera rivoluzione nel sistema tributario dell'impero.
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