LAON
(lat. Laudunum, Lugdunum)
Città della Piccardia (dip. Aisne), nella Francia settentrionale, L. sorge sopra un'altura isolata a N dell'altopiano del Soissonnais, che offriva naturali possibilità di difesa. Il sito fu occupato sin dal Neolitico e venne trasformato in oppidum gallo-romano nel sec. 1° a.C.; il castrum di epoca bassoimperiale, posto all'estremità orientale dell'altopiano, venne fortificato a opera del pretore romano Macrobio (sec. 3°). Si suppone che il cardine coincidesse con la via trasversale che passa immediatamente a O della cattedrale e il decumano con quella che la fiancheggia a S.La città fu eretta a sede vescovile da s. Remigio, nato a L. tra il 497 e il 511, per smembramento della diocesi di Reims. Il quartiere episcopale si sviluppò in età altomedievale, vivificato dai monaci irlandesi nel sec. 7°; in quest'epoca si stabilì a L. anche un attivo scriptorium. A S della spianata sommitale, s. Salaberga fondò nel sec. 7° l'abbazia di S. Giovanni (od. prefettura); il vicino palazzo reale fu teatro delle rivalità tra gli ultimi Carolingi e la dinastia robertiana, che si disputarono L. nel 10° secolo. Tutta la metà occidentale del piano era occupata dal borgo, dotato a partire dal sec. 12° di una propria cinta; l'estremità ricurva dell'altura verso O fu occupata fino alla Rivoluzione francese dall'abbazia di Saint-Vincent, fondata nel 589 dalla regina Brunilde. La seconda metà del sec. 12° fu per L. il periodo di più intensa urbanizzazione, con l'ampliamento dei sobborghi e la ricostruzione degli insediamenti monastici di Saint-Martin e Saint-Vincent. A E del più antico nucleo cittadino si sviluppò un mercato animato dalla popolazione dei borghi, che promosse la costruzione di un beffroi conservatosi fino a quando il quartiere venne demolito e sostituito con una cittadella sotto Enrico IV (1589-1610).La residenza reale venne trasferita a O della città intorno al 1140; un nuovo palazzo venne eretto nella parte centrale della spianata, appoggiato alla cortina settentrionale di cui nel 1989 è stata scoperta una piccola torre. Nel 1179 furono fondate due cappelle sovrapposte consacrate alla Vergine e a s. Tommaso Beckett; Filippo II Augusto (1180-1223) aggiunse al palazzo un donjon circolare, demolito nel 1831.Alla metà del sec. 13° L. raggiunse la sua maggiore estensione, con una cinta muraria (km. 6 ca.) che inglobava il nucleo centrale e i sobborghi ed era dotata nel 1290 forse di trentotto torri: essa contava inoltre diciotto porte, tra le quali si conservano, nella loro veste originaria, quelle di Ardon, di Soissons e degli Chenizelles; il borgo abbaziale di Saint-Vincent venne fortificato prima del 1252.Gli edifici che precedettero la cattedrale gotica sono poco noti. Nel sec. 9° il vescovo Gerfrido avrebbe ricostruito una prima volta la cattedrale: è la fabbrica descritta da Gilberto di Nogent (De vita sua, III) e danneggiata nel 1112 nel corso della rivolta cittadina contro il vescovo Gaudri. Essa venne rapidamente restaurata nel 1112-1113. L'edificio attuale fu iniziato da Gualtiero di Mortagne e dai membri del Capitolo tra il 1155-1160 e il 1200 circa.Il cantiere procedette da E verso O; il coro primitivo era disposto su tre campate nella sua parte rettilinea e terminava con un'abside semicircolare circondata da un deambulatorio privo di cappelle radiali, se si deve dare credito alla testimonianza dell'architetto Emile Boeswillwald, il quale, nel corso dei lavori di restauro dell'edificio condotti intorno al 1850, avrebbe ritrovato il tracciato del capocroce primitivo sotto la pavimentazione attuale. Il transetto, molto sporgente, è provvisto di facciate a due torri e cappelle orientate, su due livelli. Il corpo longitudinale si dispone su undici campate fino alla facciata occidentale di tipo armonico, terminata verso il 1200; intorno a quest'epoca si avviò il rimaneggiamento del coro, con il raddoppio della lunghezza e la creazione di una terminazione rettilinea. Questi lavori sono stati messi arbitrariamente in relazione con la cessione al Capitolo di una cava da parte del cavaliere Giovanni di Chermizy, avvenuta prima del 1205. Nell'impossibilità di localizzare questa cava, ma anche di precisare l'esatta provenienza delle pietre da costruzione utilizzate nel coro della cattedrale, è preferibile proporre per questo ampliamento una data intorno al 1200, a sostegno della quale possono essere addotte anche considerazioni di ordine liturgico. Fernie (1987) ha proposto che l'alternanza dei supporti all'estremità orientale del corpo longitudinale non corrisponda a una campagna di costruzione, ma a particolari usi liturgici che determinarono il progetto iniziale: il quadrato risultante dai pilastri composti da una grossa colonna fiancheggiata da colonnette en délit indica la collocazione dell'altare della Croce, particolarmente venerato a L., esattamente davanti al coro dei canonici, posto, in un primo momento, all'estremità della navata e nella campata d'incrocio. Con l'allungamento delle parti orientali, il coro dei canonici fu spostato al di là dell'incrocio che ospitava l'altare della Croce.Con i suoi quattro livelli, in cui si sovrappongono grandi arcate, matroneo, triforio e finestre alte, l'alzato della cattedrale si colloca nel gruppo delle grandi fabbriche della prima arte gotica, all'interno del quale essa propone forse la soluzione più precoce di triforio percorribile. Le cappelle orientate del transetto presentano una struttura complessa che gioca sul muro sdoppiato e sulla sovrapposizione di passaggi interni ed esterni, elementi destinati a un grande successo. Nell'insieme la struttura della cattedrale è segnata dall'attenzione posta nell'accentuazione degli effetti plastici, attraverso il gioco del pronunciato risalto dei fasci di colonnette e il grafismo sottolineato dalle cornici delle aperture, che contrasta con l'esilità e la semplicità dell'alzato della contemporanea cattedrale di Notre-Dame di Parigi. L'equilibrio della costruzione si ottennne attraverso il matroneo, nel cui sottotetto sono dissimulati i muri di controspinta che, all'esterno della parete di fondo del triforio, si configurano in un sistema di archi rampanti, in seguito molto rimaneggiati.La cattedrale di L. conta sette torri, una sopra il quadrato d'incrocio, due a ciascuna estremità del transetto e una coppia in facciata. Il suo caratteristico profilo, senza dubbio ispirato alla moltiplicazione delle torri della cattedrale di Tournai, fu all'origine di alcuni aspetti di quelle di Chartres e di Reims. La facciata occidentale, la più ricca, è una delle grandi creazioni dell'architettura gotica e arricchisce il partito, già largamente diffuso nel Nord della Francia, della facciata armonica a due torri con l'adozione, dinanzi ai portali, di tre profondi portici; essi, in origine, comunicavano tra loro attraverso passaggi, come indicano ancora le testate del transetto di Chartres, ispirate a Laon. La fronte, movimentata da profonde depressioni in contrasto con zone a cortina liscia, culmina nelle torri interamente traforate - oggetto d'ammirazione da parte di Villard de Honnecourt - e con quella soluzione angolare che sovrappone alla sommità torrette quadrate e ottagonali, ripetuta nell'incastro dei due livelli superiori delle torri.Nonostante le mutilazioni subìte (scomparsa della statuaria negli strombi, decapitazione di tutte le statue durante la Rivoluzione, pesanti restauri nel sec. 19°), i portali della facciata occidentale presentano ancora un insieme di primo piano nel panorama della scultura gotica intorno al 1200. Nel portale centrale figura l'Incoronazione della Vergine e negli archivolti angeli e un albero di Iesse. Il portale di sinistra presenta nella lunetta l'Adorazione dei Magi e negli archivolti scene relative alla Vergine. Il portale di destra illustra il Giudizio finale: Cristo giudice al centro della lunetta tra gli apostoli domina la Risurrezione dei morti. Sull'architrave è rappresentata la Separazione degli eletti e dei dannati, scena che continua sugli archivolti con il Seno d'Abramo e l'Inferno; negli archivolti più esterni sono raffigurate le Vergini stolte e le vergini sagge. Lo stile di questo portale, contrariamente agli altri, non è omogeneo poiché la lunetta e i primi due archivolti sono più antichi e datati intorno al 1160.La scultura si estende anche sulle parti alte: le due aperture che fiancheggiano il rosone occidentale sono sormontate da archivolti figurati che illustrano a S la Creazione e a N le Arti liberali. Grandi statue di buoi (rifatte nel sec. 19°) poste alla sommità delle torri di facciata commemorano forse il Miracolo del bue che, secondo la leggenda, sarebbe apparso per incanto ad aiutare a tirare un carro nel corso dei restauri della cattedrale all'inizio del 12° secolo. Intorno alla cattedrale, tra la testata degli archi rampanti e la cornice del tetto, sono poste alcune figure di atlanti. Nella parte bassa della facciata della torre settentrionale venne aperto nel 1226 un portale nella cui lunetta figura il Martirio di s. Nicasio.Le cappelle costruite tra i contrafforti del corpo longitudinale nella seconda metà del sec. 13° sono decorate sotto le finestre con archeggiature cieche, i cui peducci sono lavorati con rappresentazioni di martiri o angeli portacorone, senza dubbio in rapporto con gli altari che vi erano collocati.Nel rosone settentrionale sono alloggiate vetrate con raffigurazioni delle Arti liberali, databili al 1180-1190; le vetrate del capocroce sono leggermente più tarde (ca. 1200), con il grande rosone che presenta, intorno alla Vergine in maestà con Isaia e s. Giovanni Battista, la raffigurazione in due cerchi concentrici dei dodici apostoli e dei ventiquattro vegliardi dell'Apocalisse. Nelle tre lancette poste al di sotto compaiono al centro la Passione di Cristo, a sinistra la Storia e il martirio di s. Stefano e la Leggenda di Teofilo, a destra l'Infanzia di Cristo. Il rosone occidentale, quasi interamente moderno, prevedeva, in una composizione identica a quella del rosone orientale, la rappresentazione del Cristo del Giudizio finale circondato da angeli che tengono gli strumenti della Passione e, nell'ultimo cerchio, da apostoli e profeti.Il tesoro della cattedrale, prima della Rivoluzione assai ricco, conserva un'icona del Volto Santo, offerta da papa Urbano IV (1261-1264), al secolo Pantaleone di Troyes, già decano del Capitolo di L., alla sorella, badessa di Montreuil-en-Thiérache nel Nord della diocesi.Nel palazzo episcopale, uno dei meglio conservati della Francia settentrionale, risalgono al sec. 12° l'ala orientale, perpendicolare alla cattedrale, la cappella doppia, costruita dal vescovo Gualtiero di Mortagne (m. nel 1174) nella tradizione delle cappelle episcopali su due livelli, e un edificio residenziale nell'angolo nordorientale. Il complesso che ospita la grande sala fu costruito sotto il vescovo Garnier (1238-1249) lungo il muro di cinta settentrionale; nel sec. 15° venne aggiunto un nuovo edificio a O della grande sala.Il chiostro dei canonici e la sala capitolare furono innalzati al principio del sec. 13° contro il fianco meridionale della cattedrale; la nuova fabbrica si appoggia verso O all'antico ospedale maggiore, la cui grande sala conserva resti di pitture murali.Dell'abbazia premostratense di Saint-Martin, fondata nel 1123, rimane la grande chiesa, importante testimonianza dell'architettura degli Ordini riformati nella seconda metà del 12° secolo. Tra il 1135-1150 furono innalzati il corpo longitudinale, originariamente coperto a tetto, e un transetto, basso in questa prima fase; nel 1150-1160 il coro, modificato poco dopo con l'adozione di nicchie laterali. Nel 1180-1190 il transetto fu sopraelevato e nel 1190-1200 il corpo longitudinale venne interamente coperto da volte ogivali. Le torri innestate all'angolo del transetto con il corpo longitudinale furono portate a termine nella seconda metà del sec. 13°; le loro terminazioni piramidali vennero demolite nel 1737. La facciata attuale, risultato dell'allungamento del corpo longitudinale, venne innalzata alla fine del Duecento.La decorazione scultorea in facciata conta quattro grandi statue negli strombi (un diacono, un vescovo, due angeli), che forse non si trovano nella collocazione originale. Le lunette laterali rappresentano a S il Festino di Erode e la Decollazione del Battista e a N il Martirio di s. Lorenzo, le cui importanti reliquie pervennero a Saint-Martin nel 1243. In un medaglione posto alla sommità del timpano orientale è rappresentata la Carità di s. Martino. Sulla parete di controfacciata si addossano due sepolcri: il primo (sec. 13°), in pietra blu, presenta il giacente nell'armatura di un signore della casata di Montchâlons; il secondo (sec. 14°), in marmo bianco, è quello di una badessa dell'abbazia cistercense di Sauvoir.I Templari, insediati da Bartolomeo di Joux a S del quartiere dei Canonici intorno al 1134 - disposizione confermata da Luigi VII nel 1141 -, costruirono una cappella nel loro cimitero. Alla fase di costruzione originaria appartengono l'ottagono coperto da una volta ogivale e l'abside preceduta da una campata diritta; il piano superiore del portico venne aggiunto nel 14° secolo. Il tipo di edificio a pianta centrale si adattava bene alla sua funzione funeraria. La cappella di Sainte-Madeleine, oggi scomparsa, costruita a E dell'abbazia di Saint-Vincent, all'altra estremità della spianata, ne costituì senza dubbio il principale punto di riferimento tipologico.Rimangono alcune testimonianze archeologiche della densità delle chiese sulla spianata, ora inglobate in edifici d'abitazione o di uso pubblico: nell'antico nucleo urbano Saint-Martin-au-Parvis, Saints-Corneille-et-Cyprien, Sainte-Benoîte, Saint-Jean-au-Marché e la chiesa dei Francescani; nei sobborghi l'abside con parte del corpo longitudinale di Saint-Jean-au-Bourg e il muro d'ambito delle prime campate della navata centrale e meridionale dell'abbaziale di Saint-Vincent, uno dei maggiori monumenti della fase di passaggio dal primo Gotico al Gotico classico nel tardo 12° secolo.La chiesa di Vaux-sous-Laon, un antico sobborgo ai piedi del versante settentrionale della spianata, presenta un corpo longitudinale romanico del principio del sec. 12°; la facciata venne ricostruita dopo il 1870. Il coro, degli inizi del sec. 13°, con l'abside maggiore a terminazione rettilinea, riprende la formula del capocroce della cattedrale. Il lebbrosario Saint-Lazare, alla base della spianata verso N-O, conserva una cappella databile intorno al 1200.Sono ancora superstiti alcune dimore del quartiere dei Canonici: la casa più antica in rue Pourrier, in parte del sec. 12°; un'abitazione del sec. 14° in rue du Cloître; un antico deposito per il sale, demolito nel sec. 19°, con la sala al piano superiore rischiarata sulla fronte da tre grandi aperture a gâbles; un fitto tessuto di cantine e di elementi sovrastrutturali (muri con frontone) che attestano la qualità dell'edilizia urbana tra 12° e 15° secolo.Il Mus. Archéologique Mun. conserva nel lapidario due statue-colonna di profeti della fine del sec. 12°, di provenienza ignota, e la figura giacente di Guglielmo d'Harcigny (m. nel 1395), medico di Carlo VI.
Bibl.:
Fonti. - J. Becquet, Abbayes et prieurés de l'ancienne France. XVII. Province ecclésiastique de Reims. Diocèse actuel de Soissons, Revue Mabillon, 1985, 299-302; Gilberto di Nogent, De vita sua, a cura di E.R. Labande (Les classiques de l'histoire de France au Moyen Age, 34), Paris 1981.
Letteratura critica. - L. Broche, Laon, CAF 78, 1911, pp. 158-245; W. Sauerländer, Beiträge zur Geschichte der ''Frühgotischen'' Skulptur, ZKg 19, 1956, pp. 1-34; S. Martinet, Montloon de 1100 à 1300, Laon 1972; W.W. Clark, R. King, Laon Cathedral. Architecture, I, London 1983; W.W. Clark, Laon Cathedral. Architecture, II, London 1987; E. Fernie, La fonction liturgique des piliers cantonnés dans la nef de la cathédrale de Laon, BMon 145, 1987, pp. 257-266; Histoire de Laon et du Laonnois, Toulouse 1987; M. Plouvier, Aisne. L'hôtel de la Préfecture et du Département, ancienne abbaye Saint-Jean (Images du patrimoine), Laon 1989; M. Plouvier, M. Hérold, Laon, Ville haute, Aisne (Images du patrimoine), Laon 1989; T. Crépin-Leblond, Le palais épiscopal de Laon, CAF 148, 1990, pp. 369-394; J. Fritsch, Laon, l'église abbatiale Saint-Martin, ivi, pp. 395-412; V. Droguet, L'abbaye Saint-Vincent de Laon, ivi, pp. 413-430; J. Lusse, Naissance d'une cité. Laon et le Laonnois du Ve au Xe siècle, Nancy 1994; A. Saint-Denis, Apogée d'une cité. Laon et le Laonnois aux XIIe et XIIIsiècles, Nancy 1994.D. Sandron