largo
Nel maggior numero di presenze l'aggettivo ha il senso di " ampio ", come in Vn XLI 10 1 Oltre la spera che più larga gira, con riferimento al cielo cristallino. Inoltre nell'Inferno troviamo il ventre largo di Cerbero (VI 17), le rote larghe descritte dalla discesa di Gerione (XVII 98), un pozzo... largo e profondo (XVIII 5); nel Purgatorio le larghe onde, che circondano il monte delle anime penitenti (VIII 70); nel Paradiso passi incisivi come troppo sarebbe larga la bigoncia / che ricevesse il sangue ferrarese (IX 55), e la sua circunferenza [del divino lume] / sarebbe al sol troppo larga cintura (XXX 105). Con la connotazione di " esteso " è detto di possessioni che si fanno larghe (Cv IV VIII 9), della schiera larga e piena degli stornelli (If V 41) e delle scaglie di un pesce (XXIX 84).
In contesto figurato, in If I 80 se' tu quel Virgilio e quella fonte / che spandi di parlar sì largo fiume?: si tratta di una connessione al ‛ topos ' dell' " ubertoso " flumen eloquentiae, già nel grammatico Foca attributo di Virgilio (cfr. Vergilii vita vv. 1-2).
Di persona che spende senza parsimonia, " liberale ", " munifica ", " generosa ", è detto in Cv IV XXVII 2 l'anima nobile ne la senetta sì è... larga, 12 e 18; Pg XXIX 99 altra spesa mi strigne, / tanto ch'a questa non posso esser largo. Con efficace avvicinamento che puntualizza l'antitesi fra due aggettivi, in Pd VIII 82 La sua natura... di larga parca / discese. Il termine ha una sfumatura di linguaggio cortese in Rime XLVII 3 nobilitate, bellezza e riccore, / fortezza e umiliate e largo core (elenco di ‛ grazie e vertuti ' canonico in certa poesia dell'epoca; cfr. ad es. dal cod. Vat. 3793 l'anonimo componimento U' novello pensiero ò al core e volglia 11 ss.). Si ripete con costanza il significato di " magnanimo ", " generoso ", nelle occorrenze del Fiore: è detto di persona in L 5, CLVI 7 e, con una particolare connotazione, al v. 9 In nulla guisa, figlia, vo' sia larga; ugualmente in Detto 449. È anche riferito a profferta (XLII 1) e a promessione (CXCVIII 10).
Con una sfumatura teologica: Pd VII 115 largo fu Dio a dar sé stesso, e, con la connotazione di " abbondante ", " copioso ", in Cv II IV 12 questa vita è da Dio più amata; e se ella è più amata, più le è la sua beatanza stata larga; e se più l'è stata larga, più viventi le ha dato che a l'altrui, e Pd XXIV 91 La larga ploia / de lo Spirito Santo, " la grazia che largamente piove dallo Spirito Santo " (Daniello).
È interessante un uso di ambito ‛ linguistico ' dell'aggettivo, tecnicizzato da D. per esprimere, con buona chiarezza, l'accezione più comprensiva di valori e di significati di un termine, non rigorosamente propria e letterale, cioè quello che definiremmo il ‛ senso lato ' di una parola: Vn XL 6 E dissi ‛ peregrini ' secondo la larga significazione del vocabulo; ché peregrini si possono intendere in due modi, in uno largo e in uno stretto: in largo, in quanto è peregrino chiunque è fuori de la sua patria; in modo stretto non s'intende peregrino se non chi va verso la casa di sa' Iacopo o riede (con uguale valore, l'avverbio in Cv I VII 13).
In due passi l'aggettivo è sostantivato: ha senso proprio in If XIX 15 Io vidi... / piena la pietra livida di fóri, / d'un largo tutti, " cioè d'una larghezza " (Buti); ha senso figurato, per " la persona generosa ", in Cv IV XXVII 12 la larghezza vuole essere a luogo e a tempo, tale che lo largo non nuoccia a sé né ad altri.
Nella locuzione avverbiale ‛ di l. ', col valore di " largamente ", " profondamente ", ricorre in Pd XXXIII 92 La forma universal di questo nodo / credo ch'i' vidi, perché più di largo, / dicendo questo, mi sento ch'i' godo. In due passi del Fiore, in funzione avverbiale, richiama, sia pure in contesto volutamente ironico, l'accezione ‛ cortese ' della largitas, coincidendo col moderno " liberalmente ": LII 7 largo prometti a tutte de l'avere, / ma 'l pagamento il più che puo' lo tarda, e LXXXVI 7 ciascuna largo sì prometta, / che strutto ne sarà que' ch'è 'l più saggio (cfr. con identica accezione l'uso dell'aggettivo in Fiore CXCVIII 10, già citato). In entrambi i casi si tratta di forme ben attestate nella lingua dell'epoca in prosa e in poesia.