Gustafsson, Lars Erik Einar
Scrittore svedese, nato a Västerås (Västmanland) il 17 maggio 1936. Intellettuale di formazione internazionale, personaggio poliedrico dai numerosi e vasti interessi, G. ha studiato filosofia e matematica a Uppsala e Oxford, spostandosi poi nel corso di tutta la vita per frequenti e lunghi soggiorni all'estero. Attualmente insegna storia del pensiero europeo presso l'università di Austin, nel Texas.
G. ha esordito come autore nel 1957 con Vägvila (Sosta per strada), ma si è affermato soprattutto con i successivi romanzi, Poeten Brumbergs sista dagar och död (1959, Gli ultimi giorni e la morte del poeta Brumberg), Bröderna (1960, I fratelli) e Den egentliga berättelsen om Herr Arenander (1966; trad. it. L'autentica storia del signor Arenander, 1972), che rappresentano una trilogia sull'identità e sull'autonomia dell'Io. La tendenza a fare del singolo romanzo una tessera di un programma filosofico più ampio è altresì chiara nei cinque romanzi del ciclo intitolato Sprickorna i muren (1971-78, Le crepe nel muro), in cui G. tende a porre in discussione i 'muri' solo apparentemente solidi delle certezze sociali, ideologiche e personali, e a metterne in evidenza le 'crepe'. I protagonisti hanno tutti una parte dell'identità anagrafica in comune con l'autore, ma già nel primo romanzo della serie, Herr Gustafsson själv (1971, Il signor Gustafsson in persona), il lettore viene messo in guardia da una troppo facile identificazione, sebbene il protagonista, Lars Gustafsson, sia appunto un intellettuale e scrittore che si scopre pedina della società e rifiuta il ruolo che gli viene imposto. Nel secondo romanzo, Yllet (1973, La lana), il protagonista Lars Hedin si scontra con la tendenza tragicamente livellatrice della società nella provincia svedese, mentre Familjefesten (1975, Festa di famiglia) rappresenta un attacco alla burocrazia condotto attraverso la descrizione della vita di Lars Troäng, che ne ha fatto parte rifiutandone i compromessi. Sigismund. Ur en polsk barockfurstes minnen (1976, Sigismund. Dalle memorie di un principe barocco polacco) è forse il romanzo più originale della serie, con una narrazione svolta su quattro diversi piani in cui G. libera il suo estro creativo, mentre più lineare, ma sicuramente un capolavoro nella sua produzione, è l'ultimo romanzo del ciclo, En biodlares död (1978; trad. it. Morte di un apicultore, 1989), lucida riflessione sulla vita, sulla morte e sui rapporti umani. Considerazioni simili sono alla base dei romanzi En kakelsättares eftermiddag (1991; trad. it. Il pomeriggio di un piastrellista, 1992) e Tjänarinnan (1996; trad. it. La clandestina, 1999). Importanti sono anche le raccolte di liriche di G., da Ballongfararna (1962, I viaggiatori in mongolfiera) a Variationer över ett tema av Silfverstolpe (1996, Variazioni su un tema di Silfverstolpe), nelle quali la riflessione sul ruolo del singolo e la curiosità intellettuale si mescolano alla critica nei confronti della società e all'osservazione talvolta malinconica, talvolta ammirata, del mondo in tutti i suoi aspetti.
bibliografia
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Gustafsson lesen, hrsg. R. Volz, München 1986; Under den synliga skriften (Sotto la scrittura visibile), ed. Th. Nydahl, Stockholm 1996.
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