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Spuybroek, Lars

Lessico del XXI Secolo (2013)
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Spuybroek, Lars


Spuybroek, Lars. – Architetto olandese (n. Rotterdam 1959), protagonista della rivoluzione informatica e digitale dell’architettura. Laureatosi presso la Technical university di Delft (1989), ha fondato lo studio NOX architects, con sede a Rotterdam, che dai primi anni Novanta si occupa della relazione tra arte, architettura e computer. Nel 1990 ha vinto l’Archiprix per il nuovo palazzo reale per la regina Beatrice a Rotterdam e nel 1997 ha realizzato, con Kas Oosterhuis, il primo edificio completamente interattivo le cui geometrie sono frutto di progettazione digitale: il Water Pavilion (H2Oexpo), sull’isola artificiale di Neeltje Jans (Rotterdam). Tra i successivi progetti, anch'essi caratterizzati da tecniche e geometrie complesse di architettura interattiva, definita interamente attraverso metodologie di calcolo computerizzato, si ricordano: la D-Tower (1999-2004), in collaborazione con l'artista olandese Q.S. Serafijn, scultura luminescente alta 12 m, prima di una serie di cinque torri commissionate dalla città di Doetinchem, nei Paesi Bassi; il padiglione del Son-O-House a Son en Breugel, ancora nei Paesi Bassi (2000-04), in collaborazione con Edwin van der Heidee, con il quale ha progettato anche la Sounding Facade a Rotterdam (2009-10). I suoi lavori sono stati esposti alla Biennale di Venezia (2000, 2002, 2004), al Centre Pompidou di Parigi, al Victoria & Albert di Londra e al museo Guggenheim di Bilbao. Parallelamente all'attività professionale S. svolge quella accademica al Georgia institute of technology di Atlanta. Tra i suoi numerosi scritti: The weight of the image (2001), sull'insegnamento delle tecniche di digital design; NOX: machining architecture (2004); The architecture of continuity (2008); The architecture of variation (2009); Textile tectonics (2011); The sympathy of things: Ruskin and the ecology of design (2011).

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