LASIOCAMPIDI (lat. scient. Lasiocampidae)
Famiglia di Farfalle notturne (Eteroceri), i cui bruchi sono caratterizzati da un rivestimento di fitti peli lanosi. Se ne conoscono circa 800 specie, comprese le razze locali o sottospecie.
Nelle farfalle di questa famiglia, che spesso presentano un notevole dimorfismo sessuale, il capo possiede in genere un ciuffo frontale lanoso, i palpi sono talvolta smussati, più spesso prolungati a cono, la proboscide è corta; gli occhi, piccoli, profondamente nascosti nella lanosità del capo.
Torace e addome, nelle femmine, molto grossi e lanosi. Le ali anteriori, senza frenulo, spesso col margine distale dentellato, le posteriori tonde, quasi circolari. Per la loro costituzione pesante le femmine volano poco, quasi sempre dopo l'accoppiamento, mentre i maschi, come in Lasiocampa quercus L. e in Macrothylacia rubi L., volano nel pomeriggio. Nei generi Chondrostega Ld. e Lambessa Stgr. le femmine sono attere. I colori dominanti nella famiglia sono più vivaci che non nelle Limantridi; vanno dal rosso aranciato al bruno (Gastropacha quercifolia L.), al nero-ardesia, al verde-pomo con disegni e taglio delle ali così fatti da rendere difficile il riconoscimento delle farfalle in riposo sui tronchi, o fra le foglie secche.
La maggior parte delle Lasiocampidi svernano allo stato di bruco; poco si nutrono in primavera; s'impupano in marzo-aprile.
Le farfalle hanno vita breve. La femmina vive più a lungo del maschio, occupata per parecchi giorni nella deposizione delle numerosissime uova. Nonostante l'eccezionale prolificità, la prole è decimata prima di divenire crisalide da infezioni fungose da parassiti.
La metamorfosi si compie in un bozzolo tondeggiante alle due estremità, prodotto dalla secrezione delle ghiandole sericee della larva, che non dànno una vera seta, ma una bava che, frammista ai peli e prosciugandosi all'aria, assume aspetto e consistenza cartacea. I danni causati dalle larve delle Lasiocampidi sono varî, ma non sempre gravi. Malacosoma neustria L., attacca gli alberi fruttiferi, Dendrolimus pini L., le conifere. Per l'azione urticante dei loro peli, i bruchi delle Lasiocampidi non sono appetiti dagli uccelli, a eccezione del cuculo.