LATINO
Capostipite dei Latini, figlio di Fauno e della ninfa Manca, padre di Turno.
L'unica sua figurazione certa si ha sul coperchio della cista prenestina che raffigura la conclusione delle fatiche di Enea. L. è raffigurato al centro della composizione, in aspetto venerando, barbato, con una corona in testa ed un mantello che gli copre la spalla sinistra, ricade sulle gambe e gli lascia scoperto il petto. Con la destra egli stringe la mano di Enea, la sinistra è tesa in alto in un gesto invocante la pace; alla sinistra del re è una ninfa cui segue la figura di Lavinia che si libera da Amata, raffigurata in atteggiamento concitato; alla sinistra di Enea due guerrieri portano il cadavere di Turno seguito dal genio della morte con fiaccola. Lungo l'orlo inferiore della scena è raffigurato un dio fluviale (Tevere ?) tra un sileno ed una ninfa. Questa raffigurazione precede di circa due secoli la narrazione virgiliana.
L. è stato riconosciuto negli affreschi di un colombario sull'Esquilino, che raffigurano gli eventi mitologici di Roma e Lavinio, nel personaggio della parete E, seduto in trono, mentre parla al giovane seduto vicino (Enea) indicandogli una fanciulla (Lavinia). Incerta è la raffigurazione sull'ara di Augusto nel cortile del Belvedere al Vaticano nel vecchio che, appoggiato ad un albero, regge un rotulo con le mani.
Monumenti considerati. - Cista prenestina: H. Brunn, in Ann. Inst., 1864, p. 304; Mon. Inst., viii, 7, 8. Pitture dell'Esquilino: E. Brizio, Pitture e sepolcri rinvenuti sull'Esquilino, Roma 1876, p. 18, tav. 2. Ara di Augusto: W. Amelung, Die Sculpturen des Vaticanischen Museum, ii, Berlino 1908, p. 242.
Bibl.: Aust, in Roscher, II, c. 1904, s. v.