LATITUDINARÎ (ingl. latitudinarians)
Sono i seguaci di un indirizzo teologico, più che di un vero e proprio sistema, tendente alla tolleranza e manifestatosi nella Chiesa anglicana durante le controversie dei secoli XVII e XVIII, parallelamente a tendenze affini tra i protestanti tedeschi, gli arminiani, ecc. L'arminianismo esercitò anzi un certo influsso sul latitudinarismo inglese.
Come tendenza teologica, il latitudinarismo parte da una distinzione in fatto di religione tra ciò che è essenziale o fondamentale, e ciò che non lo è: realizzato l'accordo sui primi punti, si può ben tollerare il disaccordo sul resto. Ma quella distinzione a sua volta presuppone un esame delle Sacre Scritture, al fine di sceverare i dati essenziali della rivelazione da quelli che sarebbero contingenti, presuppone cioè quella fiducia nella capacità della ragione umana, che è una delle caratteristiche dell'illuminismo; mentre per un altro verso si collega alla tendenza comune a tutte le correnti della riforma religiosa, la quale volle ritornare ai principî, cioè alla sola rivelazione biblica, respingendo l'apporto della tradizione.
E infatti i più insigni rappresentanti del movimento latitudinario, con John Hales (1584-1656) e William Chillingworth (1602-44), si trovano fra i cosiddetti "platonisti di Cambridge" e i loro aderenti: N. Culverwel (morto forse nel 1651), Ralph Cudworth (1617-88), Henry More (1614-87), John Smith (1618-52), Benjamin Whichcote (o Whitchcote; 1609-83), Arthur Bury (1624-circa 1714: The naked Gospel, 1690, bruciato a Oxford; Latitudinarius orthodoxus, 1697, in risposta alla Religion du latitudinaire di P. Jurieu), Edward Stillingfleet (1635-99: Irenicum, 1659); J. Tillotson (1630-94); Thomas Tenison (1633-1715).
Tuttavia al sorgere di questo movimento non furono estranee neppure ragioni politiche. Quando poi con la cacciata di Giacomo II Stuart molti anglicani scrupolosi si trovarono nell'impossibilità di mantenersi fedeli al re di diritto divino, che era cattolico, e insieme di prestare giuramemo al nuovo sovrano, e si ebbero quindi i dissensi tra clero giurato e non giurato (i nonjurors: v.), da cui derivò la controversia hangoriana, il movimento d'idee e anche politico e legislativo in favore della tolleranza si rafforzò e predominò, salvo la parentesi sotto il regno di Anna, durante tutto il sec. XVIII: conducendo per un verso, sotto l'aspetto pratico, a una politica di tolleranza verso i non-conformisti, e per un altro, puramente teorico, al deismo e ai tentativi di apologetica razionalistica di M. Tindal (1657-1733; Christianity as old as the creation, 1730), G. Burnet e S. Clarke, che fu accusato anche di arianesimo.