BASSI VERATI, Laura
Nacque a Bologna il 29 ott. 1711 da Giovanni, avvocato, e da Rosa Maria Cesari. Il primo maestro di grammatica della B., Lorenzo Stegani, si avvide delle non comuni doti intellettuali della giovinetta: in seguito Gaetano Tacconi, lettore di medicina, le imparti lezioni di logica, metafisica e filosofia naturale ottenendo risultati così soddisfacenti dalla giovane allieva da ritenerla, a soli vent'anni, "tale da poter fare una gradita e gloriosa sorpresa al pubblico".
La disputa "de universa re philosophica" che la B. sostenne il 17 apr. 1732 alla presenza del cardinale legato Girolamo Grimaldi, dell'arcivescovo Prospero Lambertini e di una "numerosissima e scelta moltitudine dì letterati, di cavalieri, e di religiosi graduati di ogni ordine" costituì un avvenimento di interesse generale e il fatto più importante nella vita della Bassi.
Tale fu l'impressione suscitata che nel maggio dello stesso anno le fu conferita la laurea in filosofia con una cerimonia non meno solenne tenuta nella sala d'Ercole del Palazzo pubblico. Il collegio dei filosofi l'aggregò per acclamazione e il senato accademico lasciò trapelare la favorevole disposizione a conferirle una cattedra nell'Archiginnasio: quanto bastò per convincere la B. a sostenere il 1° giugno la tesi "de aqua corpore naturali, elementi aliorum corporum, parte Universi", conseguendo ex officio il lettorato di "philosophia universa" che doveva congervare sino alla morte.
Il 29 ott. 1732, il giorno del ventunesimo compleanno, la B. cominciò le lezioni accadenùche, che tuttavia dovettero notevolmente diradarsi "perché non si è ritenuto decente che una donna mostrasse così ogni giorno, a chiunque venisse, le cose nascoste della natura" commentava il De Brosses, proseguendo "In cambio si tengono di tanto in tanto in casa sua conferenze filosofiche. Mi ci trovai una sera e dovetti di nuovo, come a Milano, rispolverare il mio vecchio latino per disputare sulla calamita e sulle proprietà di attrazione dei corpi elettrici. Non credetemi per questo un dottore; non occorre possedere molta scienza in occasioni come queste, nelle quali si tratta solo di mettere in rilievo l'abilità di colei che risponde, e non di mostrare la propria, il che mi sarebbe anzi difficile".
Le "conferenze filosofiche" menzionate dal viaggiatore francese (di cui non va sottovalutato il giudizio sui limiti dilettanteschi dell'attivifà della B.) alludono all'insegnamento della fisica che ella tenne privatamente per ventotto anni, attrezzando nella propria casa e a proprie spese un laboratorio sperimentale.
Questa attività appare tuttavia di ampiezza limitata e d'interesse modesto. Da una serie sistematica di esperimenti sulla coniprimibilità dell'aria (riferiti da F. M. Zanotti, De aeris compressione, in De Bononiensi scientiarum et artium Instituto atque Academia Commentarii, II, 1 [1745], pp. 347-53) la B. dedusse che, oltreché per pressioni maggiori di due atmosfere come era generalmente ammesso dai fisici del tempo, anche per pressioni minori, il volume d'una massa d'aria (umida) non si mantiene inversamente proporzionale alla pressione; ed è notevole, in un tempo in cui non si conoscevano ancora le leggi sulle tensioni dei vapori, che ella attribuisse, sia pure con qualche titubanza, il comportamento alla presenza di vapor d'acqua nella massa d'aria.
In una breve memoria del 1755 la B. trattò un problema di foronomia, applicando i principi idraulici del suo concittadino D. Guglielmini. In una seconda memoria dello stesso anno si propose di determinare il moto del baricentro di due o più corpi che si muovono con leggi note, secondo traiettorie complanari. Sebbene la trattazione non fosse esauriente, pure da essa la B. dedusse, come caso particolare, il teorema già enunciato (1687) da I. Newton, che afferma essere ancora rettilineo uniforme il moto del baricentro di due corpi animati da moti uniformi secondo rette complanari.
Forse maggiore interesse riserva la corrispondenza della B. con lo Spallanzani, che mantenne, tra il 1755 e il 1776, rapporti epistolari frequenti con la scienziata bolognese (Epistolario, I-II, passim).
Alcune lettere trattano di una serie di esperienze di rigenerazione in anfibi urodeli e in gasteropodi. Esperienze simili erano state già fatte dal Lavoisier, ma furono poi ripetute dallo stesso Spallanzani con sistema statistico e su più vasta scala. Lo Spallanzani incoraggia la B. a ripetere le prove, le invia il materiale biologico e tecnico e le suggerisce le modalità di lavoro. Nelle esperienze su salamandra Spallanzani fa notare alla B. la differente velocità di rigenerazione nella coda e negli arti; in quella su lumaca i diversi aspetti assunti dalla parte rigenerata nella. regione cefalica in dipendenza dall'ampiezza della regione amputata.
Così limitato l'orizzonte della sua attività scientifica, rimane però valida l'opera di brillante e appassionata divulgatrice della B.: quella cui si rivolgeva Voltaire, con un tono cerimonioso e accademicamente arcadico, per sollecitare la propria iscrizione allo Studio bolognese ("Non, cè [sic], una Bassi in Londra, e io sarei molto più felice d'essere aggregato alla sua Accademia di Bologna, che a quella degli inglesi, benché ella abbia prodotto un Newton": lett. da Parigi del 23 nov. 1744; "Non verrà mai dunque il bel giorno nel quale io potrò radunare insieme la signora Bassi colla signora di Chastelet, e gridare fra loro, faciamus hic tria tabernacula? Veggo almeno, mia illustrissima signora, il vostro medaglione ed allevio con la pittura il dolore d'essere tanto lontano dalla persona e lett. da Versailles del 1° marzo 1745, a iscrizione avvenuta); che accoglieva l'omaggio del Volta, del Morgagni, del Caldani e, fra gli stranieri più illustri, di Giuseppe II, dell'elettore di Polonia Federico Cristiano, e dei futuro Carlo VII, elettore di Baviera; che riusciva a intrattenere gli ammiratori conversando in francese o discettando in latino ("La signora Laura è un mostro in filosofia. - esclamava entusiasta Giampiero Zanotti - Ella parla così latino, come io fo' bolognese e più presto ancora e meglio").
Dei resto la B. univa alle doti della filosofa e della scienziata le virtù della musa, attenta dispensatrice, per oltre un trentennio, di elogi aécademici, interprete delle aspirazioni pastorali dei Gelati, degli Apatisti, degli Agiati, oltre, che, naturalmente degli Arcadi: si tratta, nel complesso, di un'attività che non esorbita dai limiti dell'occasione e dai pregi di un generico garbo, ma che pure servì a facilitare il dialogo della scrittrice con la società dei letterati e degli scienziati. Alcuni contemporanei le ricambiarono elogi lusinghieri, come la marchesa E. Ercolani Ratta scrivendo nel 1731 all'Algarotti: "Oh beati filosofi che hanno trovato il modo onde render plausibili le loro debolezze! Tuttavia entrambi credo divini, e come tali divine cose voglio inviarvi. Questi sono i sonetti della divina m. Laura, che uditi già da voi per bocca sua, or potete anco avere mediante la stampa che se n'è fatta".Nel 1776 fu conferita alla B. la cattedra di fisica nell'università di Bologna, ma la sua notorietà si era affievolita da tempo, legata come fu a una prodigiosa carriera cui non mancarono riprovazioni e malevoli commenti. Giampiero Zanotti informava l'Algarotti dell'esistenza "di una satira contro la Bassi scritta in versi latini belli, dicono, ma infamissimi". Un altro Zanotti, Francesco Maria, suggeriva indirettamente i limiti dell'effimera celebrità della scienziata: "Quelli che riprendono questa giovane di così raro ingegno doverebbon confondersi d'averla da principio cotanto lodata in ogni genere, e riprender se stessi d'avere aspettato troppo più che quella età non promette. Insomma, se io ho a dir vero, siccome questi nostri bolognesi mi parvero esser matti nel lodare questa giovane, così m'imagino che siano ora nel vituperarla, e come allora piuttosto l'ingegno lodar ne dovevano che la dottrina... così ora dovrebbono piuttosto il sesso e l'età compatire che biasimare l'alterigia e la vanità...".
La B. morì improvvisamente a Bologna il 20 febbr. 1778. Aveva sposato nel 1738 Giuseppe Verati, medico e pubblico lettore di medicina, dal quale ebbe numerosa prole. Provvide diligentemente all'educazione dei figli, offrendo ai contemporanei un modello di perfetta dottrina e di amorevole dedizione ai doveri familiari.
Opere: Philosophica studia, Bononiae 1732; De Problemate quodam hydrometrico, in De Bononiensi scientiarum et artium Instituto atque Academia Commentarii (Academicorum quorundam opuscola varia), IV (Bononiae 1757), pp. 61-73; De problemate quodam mechanico, ibid., pp. 74-79. Il Fantuzzi ci informa che la B. lasciò manoscritte tutte le dissertazioni lette annualmente all'Accademia filosofica dell'Istituto. Videro invece la luce alcune sue composizioni poetiche in Scelta di sonetti e canzoni de' più eccellenti rimatori d'ogni secolo, IV, Venezia 1739, p. 628; e inoltre Dialogo pastorale e altre rime, in Poesie di Giampietro CavazzaniZanotti, Bologna1745; Spiegazioni del funerale celebrato da molti cittadini in Bologna insieme uniti per la morte del Marchese Felice Monti, ibid. 1788.
Una lettera della B. al Volta è pubblicata in Epistolario di Alessandro Volta, ediz.naz., I, p. 187; altre settantaquattro, di cui quarantuno inedite, nell'Epistolario di L.B. V., edizione critica, introduzione e note a cura di Elio Melli, in I cento anni..., cit., pp. 53-187.
Fonti e Bibl.: Rime per la laureazione ed acclamatissima aggregazione al Collegio Filosofico dell'Illustrissinta ed Eccellentissima Sig. L. Bassi, Bologna 1732, e dello stesso anno, Rime Per la conclusione filosofica nello Studio pubblico di Bologna tenuta dall'Illustrissima ed Eccellentissima Sig. Laura Maria Cattarina Bassi cittadina bolognese dottorata in Filosofia ed aggregata al Collegio.La lettera della marchesa Ercolani all'Algarotti si legge nelle Opere dell'Algarotti, XII, Venezia 1794, p. 408; le due lettere di Voltaire alla B. furono edite da E. Masi, in Studi e Ritratti, Bologna 1881, pp. 166, 170, e le Lettere inedite alla celebre L. B. scritte da illustri italiani e stranieri da A. Garelli, Bologna 1883; lelettere di Spallanzani, in Epistolario, I-II, Firenze 1958-59, passim.Per il giudizio di Ch. de Brosses cfr. Viaggio in Italia, I, Milano 1957, pp. 273 s.
Tra le prime biografie, parafrasate dai numerosi biografi successivi, ricordiamo: G. Fantuzzi, Elogio della dottoressa L. M. C. B. V., Bologna 1778, riprodotto (senza l'orazione latina pronunciata da M. Bazzani nel 1732, in occasione del conferimento della laurea alla B.), in Id., Notizie degli scrittori bolognesi, I, Bologna 1781, pp. 384-91; cfr. inoltre G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 1, Brescia 1758, p. 527; G.Tiraboschi, Biblioteca modenese, I, Modena 1781, pp. 180 s.; E. De Tivaldo, Biografia degli italiani illustri, VII, Venezia 1840, pp. 190 ss.; G.B. Comelli, L. B. e il suo primo trionfo, in Studi e Memorie per la storia dell'Università di Bologna, Bologna 1912; A. Borsi, Una gloria bolognese del sec. XVIII (L.B.), Bologna 1915; L. Simeoni, Storia dell'Università di Bologna, II, Bologna 1940, pp. 95, 114, 120; G. Natali, Il Settecento, Milano 1960, ad Indicem; P. Cazzani, I cento anni dell'Istituto magistrale "L. B.", in Studi e inediti per il primo centenario dell'Istituto magistrale L. B., Bologna 1960, pp. 9-15; Id., Iconografia di L. B., ibid., pp. 43-52; R. Tommasi, Documenti riguardanti L. B. conservati presso l'Archiginnasio, in L'Archiginnasio, LVII (1962), pp. 319-324; J. C. Poggendorff, Biogr.-literar. Handwörterbuch zur Gesch. der exacten Wissenschaften, I, col. 113.