Betti, Laura
Nome d'arte di Laura Trombetti, attrice teatrale e cinematografica, nata a Bologna il 1° maggio 1934. Dopo essere stata cantante intelligente, colta, ricca di iniziative e provocazioni, sensibile all'aria del tempo ma anche esperta nell'anticipare le mode, ha prevalso, nella sua complessa attività, l'attrice, talento non scevro da un'acre ed esibita aggressività. In teatro, ma soprattutto al cinema sono stati molti i registi ora famosi ora giovani a chiamarla e a servirsi di lei, ma nella maggior parte dei casi è stata lei a servirsi di loro da interprete di classe, capace di trasformare una piccola parte in una debordante e meravigliosa esibizione.
Esordì nel 1954, con il nome di Laura Sarno, come cantante di jazz e passò poco dopo alla prosa nel 1958 recitando nel dramma di critica sociale Il crogiuolo di A. Miller, diretta da L. Visconti, e in Il ventaglio di C. Goldoni, per la regia di L. Squarzina. Ebbe quindi un grande successo personale con il recital Giro a vuoto (Milano, 1960) dove, per le canzoni composte da musicisti come P. Umiliani, F. Carpi, P. Piccioni, aveva chiesto testi a scrittori come M. Soldati, E. Flaiano, G. Parise, E. Patti, P.P. Pasolini, A. Moravia, G. Bassani e altri. Successo rinnovato anche in seguito quando lo spettacolo fu ripreso, con nuove canzoni, nel 1961-62 e nel 1963. Nel 1964, con la regia di M. Missiroli, fu interprete di Potentissima signora, e nel 1965 fu la volta, anche come regista, di Libertà è Resistenza, su testi di intellettuali antifascisti, lettere di partigiani e discorsi di uomini politici. Recitò quindi in Il candelaio di G. Bruno, messo in scena nel 1968 da L. Ronconi, in Not I di S. Beckett con la regia di F. Enriquez (1970) e prese parte a due successive edizioni di Orgia di Pasolini, la prima (1968) con la regia dell'autore e la seconda (1984-1986) con quella di Missiroli. Infine ha messo in scena come regista e interprete, su testi di Pasolini, Una disperata vitalità (1996-97), filmato per la televisione da Mario Martone nel 1999.Sul grande schermo, cominciando con Labbra rosse di Giuseppe Bennati (1960), ha preso parte a una settantina di film. Negli anni Sessanta, oltre a La dolce vita (1960) di Federico Fellini e Era notte a Roma (1960) di Roberto Rossellini, interpretò per Pier Paolo Pasolini La ricotta (episodio di RO.GO.PA.G., 1963), La terra vista dalla luna (episodio di Le streghe, 1967), Che cosa sono le nuvole? (episodio di Capriccio all'italiana, 1968) e Teorema (1968), che le valse la Coppa Volpi alla Mostra del cinema di Venezia. Negli anni Settanta, oltre a I racconti di Canterbury (1972), ancora di Pasolini, lavorò con Marco Bellocchio (Sbatti il mostro in prima pagina, 1972; Nel nome del padre, 1972; Il gabbiano, 1977), Bernardo Bertolucci (Ultimo tango a Parigi, 1972; Novecento, 1976; La luna, 1979), i fratelli Paolo e Vittorio Taviani (Allonsanfàn, 1974), Gianni Amelio (Il piccolo Archimede, 1980, per cui fu premiata al Festival di San Sebastian), Mario Monicelli (Viaggio con Anita, 1979). Nei personaggi più significativi da lei interpretati è sempre riconoscibile un segno aspro, caratteriale, una fisicità intensa, che si esprime persino nel timbro pastoso della voce. Basti pensare alla convulsa e dolente religiosità terrigna della serva Emilia in Teorema e all'ironia saporosa e tagliente della 'donna di Bath' in I racconti di Canterbury; oppure all'aria tragica e sinistra, quasi stregonesca, che caratterizza il personaggio di Regina, amante dello sgherro fascista Attila, in Novecento, nonché alla perfida labilità delle madri nevrotiche di Il gabbiano e Nel nome del padre.La sua attività è continuata intensa ‒ due film all'anno in media ‒ nel ventennio successivo, tra Roma e Parigi. In particolare meritano una segnalazione i film di Ettore Scola (Il mondo nuovo, noto anche come La nuit de Varennes, 1982), Francesca Archibugi (Il grande cocomero, 1993; Con gli occhi chiusi, 1994), Giuseppe Bertolucci (I cammelli, 1988), Sergio Citti (I Magi randagi, 1996). In Francia ha lavorato con registi come André Téchiné, Agnès Varda, Catherine Breillat. Nel 1984 il ministro francese della Cultura Jack Lang l'ha nominata Commandeur des Arts et Lettres. È autrice di Teta veleta (1979), romanzo sul filo dell'autobiografia ironica e fantastica. Dal 1980 dirige il Fondo Pier Paolo Pasolini. Nel 2001 ha realizzato il documentario Pier Paolo Pasolini e la ragione di un sogno, personale e intensa rievocazione del ruolo pubblico e privato del poeta-regista.