laureificio
s. m. (iron.) Fabbrica di diplomi di laurea.
• Siamo di fronte a una totale deresponsabilizzazione dei comportamenti: comincia dalla vita familiare che poco si interessa dell’educazione dei figli, ma li vuole proteggere dagli insegnanti rigorosi e ne favorisce l’esodo verso scuole facili, fino all’università, ove i molti laureifici assicurano il superamento degli esami e il conseguimento di una laurea; (Tullio Gregory, Corriere della sera, 27 dicembre 2010, p. 1, Prima pagina) • «Io un piano di rilancio ce l’ho ‒ racconta [Flaminio] Galli ‒ ma serve che il Miur dia l’ok e le università ci investano, rendendosi disponibili ad ampliare l’offerta formativa. Non possiamo limitarci alla sola Scienze della formazione, dobbiamo avviare altri corsi di laurea. Possiamo riconquistare il mercato senza diventare solo un laureificio, garantendo qualità e serietà, oltre a mezzi che gli altri si sognano. Qui all’Indire abbiamo 80 server, nessuno può contare su una tale potenza di fuoco digitale». (Mario Neri, Repubblica, 19 dicembre 2013, Firenze, p. IX).
- Derivato dal s. f. laurea con l’aggiunta del suffisso -ificio.
- Già attestato nella Stampa del 30 marzo 1978, Alessandria e Provincia, p. II (Giorgio Gasco).