Terzieff, Laurent
Nome d'arte di Laurent Didier Alex Tchemerzine, attore e regista cinematografico e teatrale francese, nato a Toulouse (Haute-Garonne) il 27 giugno 1935. I lineamenti marcati e tormentati del volto, uniti a una recitazione istintiva di forte carica umana, lo resero ben presto una delle figure più caratteristiche della giovane generazione di attori del cinema francese degli anni Sessanta, nonché uno degli interpreti preferiti di registi quali Marcel Carné, Claude Autant-Lara, Roberto Rossellini, Luis Buñuel e Pier Paolo Pasolini, nei cui film riuscì a trasfondere la drammaticità e il vigore della sua formazione teatrale.
Figlio di uno scultore russo emigrato in Francia e di una pittrice francese, studiò al Licée Buffon a Parigi ed entrò giovanissimo nel movimento trockista prima di militare nel partito comunista. Nel 1949 scoprì il regista teatrale Roger Blin durante la preparazione di La sonata degli spettri di A. Strindberg alla Gaîté Montparnasse. Fu una rivelazione per T., che a diciassette anni interruppe definitivamente gli studi per dedicarsi al teatro d'avanguardia debuttando nel 1952 al Théâtre de Babylone, sotto la guida di J.-M. Serreau. Il suo rapporto con le scene diventò intenso, e con successo si esibì sui palcoscenici parigini esprimendo sé stesso anche attraverso la scrittura e la regia in un 'progetto di libertà', sia umanamente sia artisticamente perseguito; T. era infatti un giovane uomo impaziente di far esplodere il suo mondo interiore e di farne partecipe il pubblico. In cinquant'anni di teatro ha interpretato testi di A. Adamov, H. Ibsen, F. Kafka, A. Strindberg, B. Brecht, S. Beckett, F. García Lorca, E. Ionesco, P. Claudel e J. Arden.
Nel 1958 esordì nel cinema con un ruolo di spicco in Les tricheurs (Peccatori in blue-jeans) di Carné, ottenendo una rapida notorietà di pubblico e di critica. Da allora mise il suo talento al servizio di autori di qualità e tra le interpretazioni di maggior rilievo vanno ricordate quelle sostenute in La notte brava (1959) di Mauro Bolognini, dove è un autentico 'ragazzo di vita', in Kapò (1960) di Gillo Pontercorvo, dove rese con intensità il ruolo di un prigioniero sovietico, in Vanina Vanini (1961) di Rossellini, dove diede vita alla figura del cospiratore Pietro Missirilli. La sua filosofia di uomo libero unita al suo impegno intellettuale e politico lo portarono alla prova cinematografica più convincente nel coraggioso film antibellicista Tu ne tueras point (1961; Non uccidere) di Autant-Lara, in cui arricchì di vibrazioni l'illuminata figura morale dell'obiettore di coscienza Jean-François. Dopo essere stato protagonista di La prisonnière (1968; La prigioniera) di Henri-Georges Clouzot, nel 1969 Buñuel lo chiamò per interpretare La Voie lactée (La Via lattea) e Pasolini gli affidò le sembianze del centauro Chirone nella sua Medea. Con il suo volto scavato e intensamente espressivo, T. si guadagnò la fama di interprete intellettuale e originale, le sue scelte si fecero rigorose e a favore di film di qualità ma di scarso richiamo, fatta eccezione per Il deserto dei Tartari (1976) di Valerio Zurlini. Negli anni Ottanta e Novanta ha ridotto l'attività cinematografica, assorbito quasi completamente da quella teatrale. Poche e selezionate sono state quindi le sue apparizioni per il cinema in Détective (1985) di Jean-Luc Godard, in Germinal (1993) di Claude Berri, da É. Zola, in Fiesta (1995) di Pierre Boutron, in Le radeau de la Méduse (1995) di Iradj Azimi, in Peau d'ange (2002; Pelle d'angelo) di Vincent Perez e in Rien, voilà l'ordre (2003) di Jacques Baratier.
C. Mauriac, Laurent Terzieff, Paris 1980; C. Darmon-Le Pogam, Laurent Terzieff, aventurier du théâtre, Paris 2001.