Vedi LAURION dell'anno: 1961 - 1995
LAURION (Λαύρειον, Λαύριον, Laurium)
Regione situata nell'estremità S-E dell'Attica, celebre per le miniere di piombo argentifero, esplorate probabilmente anche in epoca micenea, con certezza fin dal tempo dei Pisistratidi (Herod., vii, 144; Thucyd., ii, 55; Aristoph., Equit., 382; Aves, 593, 1106; Aristot., Ath. Pol., 22; Xenoph., Vect., iv, 2; Mem., iii, 6, 12; Dem., xxxvii, 4; Plut., Them., 4).
Con il nome di L. gli antichi designavano anche, come risulta dalle fonti, un distretto della stessa regione, con un'area amministrativa limitata, identificato con una certa probabilità, nel luogo della odierna Ergastiria. Come altri distretti, questo non era però un demo, bensì un distretto minerario facente parte politicamente del demo. Occupa una zona che, geologicamente, apparteneva al primo piano di incontro con la falda argentifera, e quindi il nome di L. può di qui essersi in seguito trasferito a tutta la regione mineraria.
Le miniere di L., come ci testimoniano i ritrovamenti, più numerosi presso l'antica Maronea (odierna Kamariza), formavano un insieme perfettamente organizzato, con pozzi che giungono fino a 119 m di profondità; gallerie orizzontali a sezione geometrica sostenute da pilastri; bacini di decantazione, costituiti da vasche a piano inclinato e da un circuito di canali ricoperti da uno strato impermeabile. L'attrezzatura era completata da cisterne per la raccolta dell'acqua, scarsissima in questa regione, e dai forni di fusione.
La prosperità delle miniere è sempre stata legata a quella della politica e del commercio di Atene, dovendo esse sopperire alle esigenze delle zecche che aumentavano insieme all'allargarsi delle esigenze di Atene stessa. Le dracme ateniesi venivano infatti designate come γλαῦκες Λαυρεωτικαί. La storia di Atene e quella del L. hanno quindi seguito il medesimo svolgimento: ritroviamo qui gli stessi periodi successivi di formazione, attività, crisi e decadenza.
Le miniere non appaiono nella storia di Atene prima del principio del V sec.; le fonti per questo periodo sono scarse; ci mancano soprattutto notizie sul come venivano sfruttate in antico, né possiamo trasferire al tempo più remoto le condizioni del IV sec., a noi note soprattutto per i ritrovamenti delle tavole dei Poleti nell'agorà di Atene. Possiamo comunque affermare, con una certa sicurezza, che in un primo momento lo sfruttamento doveva essere diretto, da parte dello Stato (come lo era stato, forse, sotto i Pisistratidi), e gli utili erano devoluti direttamente al popolo. È ormai accertato infatti che i beni del sottosuolo, anche se in proprietà privata, erano considerati beni comuni. Sappiamo anche che Temistocle, nel 483, dopo il ritrovamento delle più ricche vene di Maronea, persuase gli Ateniesi a devolvere i proventi straordinarî di quella annata, che avrebbero raddoppiato la somma generalmente distribuita ai cittadini, alla costruzione di una flotta.
In un secondo momento, che coincide appunto con il fiorire dell'industria mineraria e con la destinazione dei proventi ad opere di prosperità collettiva; fu adottato il sistema dell'appalto: esso diminuiva il controllo dello Stato, liberandolo da un onere ormai insostenibile, data l'estensione maggiore dei lavori, e consentendogli un reddito certo; insieme, per la diversa estensione dei lotti, a volte anche di dimensioni ridottissime, il sistema aveva la possibilità di accontentare tutto il demo nel suo desiderio di immediato guadagno.
Il periodo di esplorazioni intensive si ha dal 423 al 422 e nel 413, quando ad Atene si fa sentire l'esigenza di nuove costruzioni o di riparazioni alle vecchie, per le quali era richiesto anche il piombo, fornito dalle stesse miniere, che serviva a saldare i blocchi tra loro. L'occupazione di Decelia (413), durante la guerra del Peloponneso, e la rivolta degli schiavi del L. che ne derivò aveva danneggiato gravemente le miniere, e, per conseguenza, l'economia di Atene; si ebbero infatti, in seguito a ciò, emissioni di monete suberate.
Non si può stabilire con certezza quanto tempo sia durata la prosperità di L., tuttavia è certo che non c'è stato un brusco arresto e che i lavori decrebbero gradualmente.
Nel IV sec. l'entrata della Macedonia nella storia politica causò una trasformazione economica radicale. La quantità di metalli preziosi si accrebbe bruscamente per gli apporti delle miniere macedoni e, all'inizio del III sec., cominciò la decadenza irrimediabile per Laurion. In effetti la vita nazionale ad Atene non ha più, a partire dal III sec., il vigore e l'intensità necessaria per sostenere e sollecitare il lavoro dei cittadini nelle miniere. In questo periodo il sistema dell'appalto fu mantenuto, ma trasformando il canone di pagamento in percentuale, tra l'altro molto bassa, il che meglio si adattava alla precaria situazione dell'industria mineraria.
Nel I sec. d. C. si incominciano a rilavorare le scorie (Strab., ix, 399) e nel II sec. Pausania (ii, 1, 1) parla dell'industria di L. come di un passato morto e lontano.
Tracce di una occupazione posteriore ci sono date dal ritrovamento di monete imperiali romane del V sec., da qualche iscrizione cristiana, e dai resti di una basilica della metà del V sec. scoperta recentemente sull' Olimpo laureotico, nel demo interno di Aigilias.
Dal L. proviene un rilievo frammentario con la rappresentazione di Atena e del gruppo dei giganti, trovato nel 1887 (Atene, Museo Naz. 229), considerato variamente opera di stile e opera classicistica del I sec. a. C.
Bibl.: E. Ardaillon, Les mines du L. dans l'antiquité, Parigi 1897; C. T. Seltman, Athens, its History and Coinage before the Persian Invasion, Cambridge 1924; A. Momigliano, Sull'amministrazione delle miniere del L., in Atheneum, 1932, pp. 247-258; U. Tackoln, Studien über den Berghau der Römischen Kaiserzeit, Upsala 1937; M. Crosby, The Leases of the Laureion Mines, in Hesperia, 1950, pp. 189-312; R. J. Hopper, The Attic Silver-mines in the Fourth Century b. C., in Brit. School Ath., XLVIII, 1953, pp. 200-254 (a pag. 227 è riunita tutta la bibl. precedente); M. Rostovtzeff, The Social and Economic History of the Hellenistic World, Oxford 1953; S. Lauffer, Die Bergwerkssklaven von Laureion, in Akademie d. Wissenschaften u. Literatur in Mainz, 1955, pp. 1101-1217; 1956, pp. 883-1018; J. Labarbe, La lois navale de Themistocles; Parigi 1957; M. Crosby, More Fragments of Mining Leases from the Athenian Agorà, in Hesperia, XXVI, 1957, pp. 1-23; N. X. Kotzias, ᾿Ανασκαϕαὶ τῆς βασιλικῆς τοῦ Λ. ᾿Ολύμπου, in Πρακτικὰ, 1952 (1955), pp. 29-128; W. H. Schuchhardt, Zur Athena-gigantengruppe aus L., in Charites, 1957, pp. 59-62, tav. IX.