PALAZZOLO, Lauro
(Laurus de Lauris, de Palaciolis, de Fano).– Figlio di Simone Palazzi e di Agnese Rizzoletti, nacque a Padova intorno al 1410 da famiglia legata ai Carraresi.
Il padre era figlio di primo letto di un docente dello Studio, l’«egregius arcium et medicine doctor magister Nicolaus, quondam magistri Petri physici de Fano, habitator ad presens in civitate Padue», attivo in città dal 1393 e che testò il 9 marzo 1401 (Gloria, 1972). Il legame di parentela con i signori di Padova trova conferma nel matrimonio di Simone con Agnese, figlia di Padovano Rizzoletti, un cortigiano carrarese che aiutò Francesco Novello, di cui pare fosse fratellastro, nella riconquista di Padova (Ronconi, p. 13). Questo matrimonio è ricordato anche da una memoria cinquecentesca sull’origine della famiglia Palazzi conservata nella Biblioteca civica di Fano, che fa discendere il ramo padovano da un Simone medico, nato da messer Dono dei Palazzi. Costui: «andò a leggere nello Studio di Padova» e: «prese moglie in Padova una figliola de un fratello dei signori di Carrara, che eran padroni de Padova, et ebbe in dote sedecemila scudi» (Fano, Biblioteca civica, ms. Federici 257, c. 84). La notizia del matrimonio, nonostante lo scambio di generazioni e di nomi, viene a confermare quanto dichiarò lo stesso Palazzolo nell’estimo dei beni materni presentato il 2 settembre 1443 (Archivio di Stato di Padova, Estimi 1418, t. 212, polizza 3). Con l’ausilio di altri documenti, trascritti nel ms. Federici, è possibile ricostruire, di padre in figlio, la linea diretta dei discendenti di Dono Palazzi: Simone medico, Pietro medico, Nicolò medico e Simone, padre di Palazzolo.
Non si hanno notizie di Palazzolo prima della licenza in diritto civile, il 30 maggio 1435, seguita dalla laurea e dall’ingresso nel Collegio dei giuristi. Al 1436 risale il patto nuziale con Isabetta Alvarotti, figlia del giurista Francesco Alvarotti, appartenente a una famiglia molto in vista, anch’essa imparentata con i Carraresi. In quell’anno Palazzolo insegnava già diritto feudale, come risulta dall’explicit di un manoscritto contenente i suoi Dicta super usibus feudorum (Eichstätt, Universitätsbibliothek, 485, c. 324r). All’attività universitaria affiancava quella di giudice e di consulente nei tribunali comunali. Una sua trascrizione degli statuti padovani è conservata nella Biblioteca universitaria di Padova (cod. 1466). Risale al 1438 la subscriptio di uno scolaro a una sua Lectura in Institutiones. In quell’anno, come attesta Facciolati, reggeva una cattedra di diritto canonico ed ebbe un aumento di stipendio di 15 ducati. Ottenne la seconda laurea il 22 aprile 1441. Un nuovo aumento di stipendio avvenuto in quell’anno fa pensare al suo passaggio alla lettura ordinaria mattutina di diritto civile, forse in sostituzione del «compater et preceptor» Giovanni Francesco Capodilista, come ritiene Annalisa Belloni, che ricostruisce la sequenza degli insegnamenti nel triennio 1441-42,1443-44. Se si eccettua questo periodo, dovrebbe aver insegnato diritto civile su una cattedra minore, passando più tardi su quella di diritto canonico. Egli stesso, infatti, dichiarò in un consilium non datato di leggere «iura canonica ad presens, et annis X continuis iura civilia». Già nel 1456 si sottoscriveva in un consilium «publice legens iura canonica», mentre risale all’anno prima una sua Repetitio in Institutiones. Palazzolo si distinse in più occasioni come oratore.
Una traccia vistosa di questa attività ci è offerta da due repertori di eloquenza che si conservano nei codici pinelliani C 145 inf. e D 93 sup. della Biblioteca Ambrosiana di Milano. Risale al 1450 il discorso rivolto a nome della città al podestà Niccolò Contarini, che lasciava dopo un biennio la carica. Nel tesserne l’elogio, Palazzolo si avvalse di un ben collaudato formulario di luoghi comuni e di reminiscenze classiche, partendo dal motivo tutto umanistico della fama affidata alle lettere per poi celebrare i meriti del personaggio, della famiglia e della patria. Schema ed espressioni non dissimili si incontrano in un analogo discorso rivolto al podestà Matteo Vitturi (1453), in cui si richiamava anche il prestigio di Padova romana per dare maggior risalto alla gloria della Dominante. Questo tema trovò ampio spazio nelle orazioni per l’elezione del doge Pasquale Malipiero (1457) e per la nomina di Jacopo Zeno a vescovo di Padova (1460). Si ricollegavano al mondo universitario il discorso tenuto a nome del Collegio dei giuristi per celebrare le imprese militari del potente cardinale Ludovico Trevisan, rientrato a Padova, città dei suoi studi (1451), e la solenne prolusione dei corsi di diritto (1455), in cui venivano ripresi con particolare calore i temi di circostanza sul valore degli studi e sulla disciplina da seguire. Di minor rilievo i discorsi come promotore della laurea di Taddeo Querini, con cui ebbe familiarità di rapporti, o per le nozze della figlia del collega Giovanni da Prato e dello scolaro Gian Giacomo Can, che poi gli successe nella cattedra.
Palazzolo ebbe almeno sette figli. Delle femmine, sappiamo che tre furono decorosamente maritate; dei maschi, abbiamo notizia di Francesco, che si laureò in diritto civile il 13 aprile 1461, e di Antonio, che si licenziò il 2 maggio dello stesso anno, entrando con il fratello a far parte del Collegio dei giuristi, di cui il padre era allora priore.
Francesco proseguì negli studi, addottorandosi nel 1464 anche in diritto canonico, mentre Antonio fu magistrato e col titolo di iuris utriusque doctor et miles ricoprì varie podestarie anche dopo il 1475. Di un terzo figlio, Pietro Lauro, artium doctor et medicinae scolaris, ci rimane la testimonianza di Hartmann Schedel, studente a Padova, che ricorda un discorso dell’amico in lode del suo maestro Matteolo Mattioli, segnalando che morì nel 1465 «in generali peste», come pure il fratello (Francesco) «doctor iuris poetaque optimus, et plures de familia eius».
È assai probabile che quella sorte sia toccata anche al padre. In un documento del 4 marzo 1465 Palazzolo risulta già deceduto.
Fonti e Bibl.: J. Facciolati, Fasti Gymnasii Patavini, Patavii 1757, II 38 e 41; A. Gloria, Monumenti della Università di Padova (1318-1405), (Venezia 1888) Bologna 1972, I, pp. 434 s.; II, p. 379 n. 2142; Acta graduum acad. Gymn. Pat. ab a.1451 ad a. 1460, Padova 1990, ad ind.; Acta graduum acad. Gymn. Pat. ab a. 1461 ad a. 1470, Padova 1992, ad ind.; G. Ronconi, Il giurista Lauro Palazzolo, la sua famiglia e l’attività oratoria accademica e pubblica, in Quaderni per la storia dell’Università di Padova, XVII (1984), pp. 1-67; A. Belloni, Professori giuristi a Padova nel sec. XV, Frankfurt am Main 1986, pp. 269-274; Francesco Novello e la riconquista di Padova (1390), a cura di G. Ronconi, Padova 1994, p.13.