lavoratore creativo
loc. s.le m. Persona che dedica la sua attività a progetti, realizzazioni o lavoretti nel mondo della creatività.
• «La flessibilità è stata imposta come lo stato di normalità per il “lavoratore creativo”, inclusi i docenti, ed è su questo modello che formiamo i nostri studenti dal primo giorno; sopporta i cambiamenti, vivi flessibilmente, e non pretendere quell’orizzonte stabile che chiamavamo futuro» (Jussi Parikka intervistato da Tiziana Terranova, Manifesto, 14 novembre 2010, p. 11) • Nei giorni scorsi una video-campagna virale del collettivo Zero ha fatto il giro di internet generando un dibattito ampio e acceso. In questi video si assiste alla scena di un «creativo generico» (caratterizzato come la stilizzazione dell’hipster: camicia a scacchi abbottonata, smartphone in mano, barba e capelli alla moda) che dopo aver richiesto una prestazione all’idraulico, al giardiniere, al muratore, lo informa che per il lavoro «non c’è budget» ma che può ricompensarlo con una «grande occasione di visibilità» mettendo la sua foto su Facebook per sfruttare il network e la coda lunga. Una frase che il lavoratore creativo si è sentito dire molte volte ma che nessuno direbbe al proprio idraulico, appunto. Lo slogan: creativo sì, coglione no. (Hamilton Santià, Unità, 17 gennaio 2014, p. 1, Prima pagina) • «Quando si dice “lavoro”, il pensiero va all’operaio metalmeccanico, mia madre che era di Benevento pensava a un contadino nei campi. Ora, in questi casi è impossibile fare altro che il lavoro, alla catena di montaggio. Però oggi la composizione del lavoro è completamente diversa dal passato: in Italia solo il 33 per cento sono operai; un altro terzo sono impiegati e l’ultimo terzo sono i lavoratori “creativi”, che sono destinati a diventare il cinquanta per cento nei prossimi anni». Che cosa cambia? «Cambia tutta la sostanza del loro lavoro, perché il lavoratore creativo fa tre cose contemporaneamente: lavoro, studio e piacere, quello che chiamo il “gioco”, perché ricava soddisfazione da quello che fa». (Domenico De Masi intervistato da Eleonora Barbieri, Giornale, 4 maggio 2015, p. 18, Il personaggio).
- Composto dal s. m. lavoratore e dall’agg. creativo, ricalcando l’espressione ingl. creative worker.
- Già attestato nell’Unità del 7 marzo 1989, p. 15, Cultura e Spettacoli (Pietro Greco).