lavoratrice del sesso
loc. s.le f. Donna che offre prestazioni sessuali in cambio di un compenso in denaro.
• Da lì, a destra, da viale dell’Oceano Indiano e viale Egeo, si raggiunge l’Eur storico, la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, il palazzo della Civiltà del Lavoro (nel parco sottostante svariate lavoratrici del sesso sono attive fin dalla prima mattina, forse tentano di dare il buon esempio ai dipendenti pubblici fannulloni della zona, o forse non vorrebbero essere lì, forse no). (Maria Laura Rodotà, Corriere della sera, 12 ottobre 2013, Cronaca di Roma, p. 1) • «Molte volte è un battage pubblicitario, per vendere un prodotto presentandolo in modo politicamente corretto. Vivendo in America ho imparato molte cose su questo tipo di eccessi. Negli Stati Uniti le prostitute vengono chiamate “lavoratrici del sesso”. Ciò non cambia la sostanza» (Remo Bodei intervistato da Raffaella De Santis, Repubblica, 11 novembre 2014, p. 32, R2 Cultura) • Il testo in discussione segna, rispetto alla situazione attuale, una svolta rivoluzionaria. I punti di maggiore novità sono almeno tre. In primo luogo le lavoratrici del sesso potranno affittare locali alla luce del sole (senza conseguenze giudiziarie per il proprietario dei locali, come accade oggi). Sia pure in versione riveduta e corretta e sotto forma cooperativa, sarebbe la riapertura delle case chiuse. (Angelo Allegri, Giornale, 25 maggio 2015, p. 14, Controcorrente).
- Composto dal s. f. lavoratrice, dalla prep. del e dal s. m. sesso, ricalcando l’espressione ingl. sex worker.
- Già attestato nella Stampa del 24 gennaio 1971, p. 2 (Nicola Adelfi).
> lavoratore del sesso, lavoratore sessuale, sex worker.