lavoro agile
loc. s.le m. Flessibilità prevista dalla legge all’interno di un rapporto di lavoro subordinato, finalizzata a incrementare la produttività e a facilitare il lavoratore nelle sue esigenze personali.
• «Bisogna pensare al telelavoro o a quello che definisco il “lavoro agile”: istituire, ove possibile, alcuni giorni settimanali di attività da casa. E poi organizzare il “car pooling” in azienda. Calcolando un’adesione anche parziale, i benefici a costo zero sarebbero immediati» (Chiara Bisconti intervistata da Laura Fugnoli, Repubblica, 26 novembre 2011, Milano, p. IV) • [tit.] Tutto l’ufficio in un computer / Ecco le regole del «lavoro agile» [testo] [...] Il lavoro «agile» è cosa diversa dal vecchio telelavoro «anni ’90». Il telelavoro era tipicamente pensato per mansioni non qualificate e basate sulla necessità di una postazione fissa e del ricorso a un pc o a un terminale: ad esempio, un lavoratore di un call center. Lo smartworking invece si rivolge a professionalità più qualificate di tipo impiegatizio o manageriale. (Roberto Giovannini, Secolo XIX, 27 ottobre 2015, p. 7, Politica) • In Italia, [...] per avere un riferimento tematico di qualche utilità è bene rifarsi al disegno di legge sul «lavoro agile» già approvato dal Senato e calendarizzato a breve anche a Montecitorio. (Dario Di Vico, Corriere della sera, 4 gennaio 2017, p. 1, Prima pagina).
- Composto dal s. m. lavoro e dall’agg. agile, ricalcando le espressioni ingl. smart work e smart working.
> smartwork, smartworker, smartworking.