lavoro somministrato
loc. s.le m. Rapporto di lavoro contratto da un’agenzia accreditata e da un lavoratore, svolto presso un’azienda utilizzatrice.
• Si chiama «lavoro somministrato». Ma per la maggioranza degli italiani è ancora il lavoro «in affitto», o interinale, come tutti lo definivano nel ’96, quando venne introdotto con il pacchetto Treu. Al di là dell’etichetta, la sostanza è una soltanto: si viene assunti da un’agenzia che poi invia il lavoratore «in missione» presso un’azienda per un periodo più o meno breve. (Rita Querzé, Corriere della sera, 26 febbraio 2012, p. 12, Primo Piano) • questi, comunque, i cambiamenti annunciati. Primo, verrà abolita l’associazione in partecipazione. Secondo, verrà abolito il lavoro ripartito, o job sharing (praticamente inesistente). Terzo, resteranno in vita gli altri contratti della «Legge Biagi», come il lavoro a chiamata, il lavoro somministrato e il lavoro accessorio. (Roberto Giovannini, Secolo XIX, 19 febbraio 2015, p. 9, Politica) • «Il sistema del lavoro somministrato funziona, ma non è esente da storture». Le vede quotidianamente Daniel Zanda, segretario generale Felsa Cisl Lombardia. (M[arcello] Pal[mieri], Avvenire, 22 febbraio 2017, Cronaca di Milano, p. I).
- Composto dal s. m. lavoro e dal p. pass. e agg. somministrato.
- Già attestato nel Corriere della sera del 4 giugno 2004, Corriere Lavoro, p. 8 (Enzo Riboni).