ARNOLFINI, Lazzaro
Nacque a Lucca nella seconda metà del sec. XV da Bartolomeo (m. 1473) e da Filippa Burlamacchi. Visse principalmente a Lucca, dove fu giureconsulto di fama. Prese parte alla vita politica della repubblica e alle attività mercantili cui si dedicarono i fratelli Silvestro e Battista. L'A. anzi fu il capostipite del ramo degli Arnolfini che raggiunse una posizione assolutamente preminente tra tutti i membri della famiglia che si dedicarono al commercio nel sec. XVI. Oltre ai due fratelli mercanti, ebbe un fratello di nome Aldobrando, che entrò in religione nel 1487 con il nome di frate Paolo, i fratelli Marco e Vincenzo, che morirono giovani, e le sorelle Chiara e Ginevra.
Gli scarsi documenti sulla sua vita attestano che nel 1490 era già sposato con Chiara Bernardi (vedova di Giovan Battista Trenta). Nel 1502 si trovava a Lucca dove ereditò assieme ai fratelli i beni della madre, morta in quell'anno; nello stesso anno vendette la metà di un podere posseduto in comune con i fratelli. Nel 1507 appare legato alla società commerciale di cui faceva parte il fratello Silvestro con Benedetto Buonvisi. Nel 1509 in società con Silvestro vendette a Paolo fu Nicolao Gigli terreni situati in Sant'Anna, per la somma di 333 fiorini.
Nel 1515 con Pietro Francesci e Filippo Poggi trattò con i Fiorentini la composizione di un dissidio relativo ai confini tra Lucca e Firenze presso Pietrasanta e Barga. Nello stesso anno assegnò una parte del proprio patrimonio ai due figli Girolamo e Bartolomeo, già maggiorenni.
Nel 1522 come Anziano del Senato lucchese si oppose fermamente alla fazione dei Poggi, pronunciando un'arringa contro Vincenzo Poggi. Durante la cosiddetta "sollevazione" dei Poggi, occasionata da contrasti insorti per la nomina del rettore della chiesa di S. Giulia, sulla quale gli abitanti della contrada, sostenuti dai Poggi, vantavano il giuspatronato che il protonotaro apostolico Bartolomeo Arnolfini contestava - ma il contrasto sottintendeva rivalità di interessi politico-economici fra potenti consorterie - l'A. fu assalito e ferito gravemente da Iacopo Poggi, Domenico Totti e Pietro dell'Orafo, mentre si trovava nel suo studio assieme a Pietro Arnolfini. Schiacciata la rivolta dei Poggi, l'A., che nello stesso anno era sindaco del Comune, conferì al suo parente Bernardino Arnolfini, canonico di San Martino di Lucca, la cappellania dei SS. Antonino e Paolino, già di proprietà della casa Poggi, la quale, rimasta vacante per la morte di Vincenzo Poggi, era stata confiscata dal Comune.
Nel 1528 fu eletto tra i Dodici di Balía. Era probabilmente assente da Lucca nel 1533, quando i figli Girolamo e Bartolomeo comprarono come procuratori del padre un certo numero di terreni (un podere con casa parte compiuta e parte incominciata, con corte e orto e terre olivate, campi e vigneti e boschi in comune di San Pancrazio, per un totale di pertiche 6306 circa; e un'altra pezza di terra nello stesso comune per 600 scudi del sole).
L'A. morì probabilmente nel 1536, anno in cui avvenne la divisione della sua eredità tra i due figli Girolamo (1490-1567?) e Bartolomeo (m. 1555). Una figlia, Elisabetta (morta prima del 1528), fu moglie di Bonaventura Michaeli, il mercante, socio dei suoi due figli suddetti.
Bibl.: Lucca, Bibl. Governativa, ms. 1102, G. V. Baroni, Notizie genealogiche delle famiglie lucchesi: Famiglia Arnolfini (anni 1241-1650), ff.969, 981, 986, 989, 1049-1081.