CALVI, Lazzaro
Figlio di Agostino, nacque a Genova nel 1502 (Soprani-Ratti); dal padre fuavviato alla pittura, al fratello maggiore Pantaleone. Secondo la tradizione (Soprani, pp. 71 s.; Soprani-Ratti, p. 46), fuin seguito allievo di Perin del Vaga e, intorno alla metà del secolo, si trovò ad essere uno dei principali esponenti della pittura manierista a Genova. Ottenne svariate commissioni: del 1540 è l'affresco, ora perduto, con Maria e i santi Battista e Colombano, sulla facciata della chiesa di S. Colombano; del 1542 la decorazione, sempre a fresco, della facciata del palazzo Cicala in piazza dell'Agnello con Ulisse e le sirene, i ritratti di Carlo V e degli Antenati in medaglioni, e i putti, gli unici conservati, tra le finestre. Altre pitture, come le decorazioni interne del palazzo Sauli in piazza Cicala, citate dal Ratti (p. 48) erano già distrutte all'epoca del biografo. Ma l'incarico più importante fu la decorazione del palazzo di Antonio Doria all'Acquasola (1541-1543), attuale palazzo della prefettura, in collaborazione con il fratello Pantaleone, con scene di Imprese della famiglia Doria, fregi e Trionfi di antichi Romani sulla facciata, e un medaglione raffigurante l'Apoteosi di Antonio Doria nella sala nord-orientale del piano nobile (sala del presidente), ora conservato solo parzialmente; in questa attività il C. mostra chiaramente la sua dipendenza da Perin del Vaga che, sempre secondo le fonti, avrebbe addirittura passato al discepolo disegni e cartoni. Nel 1552 dipinse, nella cappella Centurione (ora distrutta) di S. Maria degli Angeli alla Foce, in gara con Luca Cambiaso e Andrea Semino, un affresco, con la Nascita del Battista - chesuperò le realizzazioni dei pittori concorrenti - e la tavola dell'altare, su gesso, già perduta all'epoca del Soprani (p. 75). Nel 1557 affrescò la villa di G. B. Lomellini in Granarolo, avendo come sottoposto l'architetto B. Spazio (Labò, 1925); nel 1559 doveva istoriare una cassa per i disciplinanti di s. Francesco (Caraceni Poleggi, p. 306).
Da questa data il C. si astenne dalla pittura per un certo periodo, probabilmente contrariato dal fatto che altri pittori, quali Luca Cambiaso, Ottavio Semino e il Bergamasco, fossero a lui preferiti dai grandi committenti locali. Secondo i biografi (Soprani-Ratti, p. 49), il C. si sarebbe dedicato alla nautica e alla scherma: carattere iroso e ambizioso, gli è attribuito l'omicidio per avvelenamento di un giovane rivale.
Nel 1565 riprese a dipingere nella casa di Oberto Giustiniani e nel palazzo Grimaldi alla Meridiana, dove Il carro del Sole guidato da Fetonte e altri soggetti sono evidente ripresa di temi della villa delle Peschiere, affrescata dal Bergamasco appunto in quegli anni. Nel 1566 si recò a Napoli con il fratello, con l'intagliatore M. Castellino e con il pittore A. Brignole, per decorarvi il palazzo di Gabriele Adorno (Soprani, p. 73, Soprani-Ratti, p. 48). Console nella corporazione dei pittori nel 1572, lo sarà ancora nel 1588. Nel 1573 promise una tela per la cappella Fieschi in S. Lorenzo (doc. in Caraceni Poleggi, p. 307, Alizeri, IV, 1877); era consulente di E. Fieschi per l'altare della stessa cappella. Nel 1577 firmò la cambiasesca Deposizione per l'Annunziata in Portoria, collocata in una cappella a sinistra del coro (ora nella cappella in fondo a destra). Nel palazzo Lercari Parodi, in Strada Nuova, dipinse nell'atrio del primo piano il Combattimento tra Orazi e Curiazi e vari medaglioni laterali, le grottesche dello scalone e - probabilmente con la collaborazione del fratello e dei nipoti - su due volte di saloni al piano superiore, nell'ala di ponente, Storie di Giuseppe e di Abramo e di altri personaggi biblici. Di qualità mediocre, probabilmente frutto della stessa collaborazione, sono i dipinti negli interni del palazzo di Pantaleo Spinola (ora Banco di Chiavari e della Riviera Ligure) e di quello di A. G. Spinola (Banca d'America e d'Italia) in Strada Nuova. Nel 1587 affrescò la Gloria di s. Caterina e il Martirio della santa nella chiesa omonima, che fu poi distrutta. Del C. rimangono ancora una tela con la Predicazione del Battista nella chiesa di N.S. del Monte, e altre due raffiguranti Gesù che cammina sulle acque e La conversione di sant'Agostino, attualmente nella chiesa di S. Giovanni di Pré.
Il C. morì all'età di 105 anni nel 1607.
Nell'ambito della pittura genovese della seconda metà del sec. XVI, il C. è la voce della tradizione, che non riesce ad aggiornarsi e comunque non regge al confronto con le maggiori personalità dell'epoca quali il Cambiaso, il Castello, i Semino.
Per l'analisi degli affreschi del palazzo di A. Doria è notevole il contributo critico del Rotondi; completa e documentata è la trattazione della Caraceni Poleggi sull'intera attività del C., per il quale propone una posticipazione di circa un decennio della data di nascita: tale ipotesi ha una sua validità, ma attualmente non è possibile documentarla, tanto più che il Soprani afferma con sicurezza che il C. morì a 105 anni, ed è improbabile una posticipazione della data di morte, che taluni anzi anticipano al 1587.
Fonti e Bibl.: G. P. Lomazzo, Trattato dell'arte della pittura [1584], Milano 1844, p. 309;R. Soprani, Le vite de' pittori, scoltori..., Genova 1674, pp. 71-75; R. Soprani-C. G. Ratti, Vite de' pittori, scultori..., I, Genova 1768, pp. 45-51;C. G. Ratti, Istruzione di quanto può vedersi di più bello in Genova, di pittura, scultura e architettura, Genova 1780, pp. 297, 304; L. Lanzi, Storia pittor. della Italia, Bassano 1795, II, pp. 289 s.; F. Alizeri, Guida artistica..., I, Genova 1846, pp. XXXI, 181, 507;II, ibid. 1847, pp 368-370, 451 s., 478 s., 725-728, 771-774, 780-782; F. Baldinucci, Notizie dei professori del disegno..., II, Firenze 1846, pp. 83 ss., 148; F. Alizeri, Notizie dei professori del disegno..., II, Genova 1874, p. 501; III, ibid. 1876, p. 447; IV, ibid. 1877, pp. 160 s.; VI, ibid. 1882, pp. 75, 140; Id., Guida... di Genova e sue adiacenze, Genova 1875, pp. 196, 206, 217, 237, 243, 259; W. Suida, Genua, Leipzig 1906, pp. 96, 98, 140; M. Labò, La villa di Battista Grimaldi a Sampierdarena e il palazzo Doria in Strada Nuova, in L'Arte, XXVIII (1925), pp. 278 s.; A. Venturi, Storia dell'arte ital., IX, 5, Milano 1932, p. 815, ill. 486 s.; A. Cappellini, Ilpalazzo del governo, già Doria Spinola, Genova 1932, pp. 13 ss., 39 s.; U. Nebbia, Ilrestauro e la ricomposiz. della facciata del palazzo del governo, Genova 1938, pp. 6, 7, 9; P. Rotondi, Ilpalazzo di Antonio Doria a Genova, Genova 1958, pp. 185 ss., figg. 132 s.; B. Suida Manning-W. Suida, Luca Cambiaso, la vita e le opere, Milano 1958, ad Indicem;P. Torriti, Note d'arte genovese, in Bollettino ligustico, X (1958) pp. 91 s.; V. Belloni, L'Annunziata di Genova, Genova 1965, pp. 90, 177, 248, 267, 281; E. Poleggi, Strada Nuova - Una lottizzazione del Cinquecento a Genova, Genova 1968, pp. 184, 317; F. Caraceni Poleggi, La committenza borghese e il manierismo a Genova, in La pittura a Genova e in Liguria..., Genova 1970, pp. 241 ss., 305-308, ill. 196; M. Labò, Ipalazzi di Genova di P. P. Rubens e altri scritti di archit. genovese, Genova 1970, pp. 75, 177; P. Torriti, Tesori di Strada Nuova, Genova 1970, pp. ss., 73, 77, 107, figg. 52, 69, 74-77, 109-110; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, pp. 418 s.; Encicl. Ital., VIII, p. 469.