PAPI, Lazzaro
Nato a Pontito nel Lucchese nel 1763, morto a Lucca il 25 dicembre 1834. Entrò come medico nelle truppe coloniali inglesi, che combattevano nelle Indie Orientali, e fu anche al servizio di un raja indiano alleato dell'Inghilterra. Tornato in patria dopo la pace di Amiens, sebbene non vedesse molto di buon occhio i Francesi, fu chiamato a corte da Elisa Bonaparte e nominato bibliotecario. Tenne anche per breve tempo la direzione del museo di Carrara (1813). Dopo la restaurazione, Maria Luisa di Borbone lo confermò nell'ufficio di bibliotecario e Carlo Lodovico gli affidò l'istruzione del principe Ferdinando. Fu inoltre tenente colonnello onorario nelle milizie lucchesi e si occupò di commercio librario.
Esordì da giovane con una tragedia Clearco. Frutto della dimora in India e di studî compiuti sui costumi, la letteratura e la mitologia di quei paesi furono le Lettere sulle Indie Orientali stampate a Pisa con la data di Filadelfia nel 1802 e di nuovo nel 1829 con aggiunte e correzioni notevoli, che non eliminarono tutte le inesattezze in esse contenute. Il P. fu famoso come traduttore del Paradiso Perduto (1811). Altre traduzioni sue sono la Igea di Giovanni Armstrong (1806), il Manuale di Epitteto (1812), la Licca, novella di Eckartshausen, voltata, come il poema miltoniano, in versi sciolti dall'originale in prosa, la Navis Ragusina, idillio del Gagliuffi, ecc. Traduzioni e rime originali comparvero raccolte dall'autore nel 1832. Più famoso è il P. per i Commentari della Rivoluzione francese, che cominciò a scrivere nel 1819 e intorno ai quali lavorò per dieci anni, pubblicandone soltanto la seconda parte (Lucca 1830-1831), mentre la prima, che tratta il periodo più scabroso, uscì postuma nel 1836 con la falsa data di Bastia. L'Accademia della Crusca premiò l'opera, che è infatti limpida ed efficace nell'esposizione. Quanto al contenuto si può dire che l'informazione è abbastanza sicura, e i giudizî, sostanzialmente non favorevoli all'avvenimento e agli uomini che ne furono attori, furono a suo tempo giudicati ponderati e pieni di equilibrio.
Bibl.: Sui Commentari, cfr. Antologia del Vieusseux, febbraio 1831; Nuovo giornale dei letterati, XXV, Pisa 1832, p. 34 segg.; Lettere inedite di Pietro Giordani e di L. P., Lucca 1851, dov'è pure il frammento dei Commentari vietato dalla censura; L. Fornaciari, in Prose, Firenze 1892; S. Nicastro, in Studi storici di A. Crivellucci, X; A. Valente, Dai pensieri di L. P., in Il Fanfulla della Domenica, 13 luglio 1913; B. Croce, La storiografia del sec. XIX, I.