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Papi, Lazzaro

di Gian Paolo Romagnani - Il Contributo italiano alla storia del Pensiero - Storia e Politica (2013)
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Lazzaro Papi

Gian Paolo Romagnani

Coetaneo di Carlo Botta è il toscano Lazzaro Papi (Pontito 1763-Lucca 1834) il cui itinerario di vita e storiografico può essere, per certi versi, affiancato a quello del piemontese. Entrambi medici, entrambi interessati ai mondi extraeuropei (uno all’America e l’altro all’India), entrambi vissuti negli anni delle rivoluzioni per farsene poi storici disincantati in età matura.

Di origini modeste, educato nel Seminario di Lucca, Papi ne fugge nel 1783 rifugiandosi a Napoli dove si arruola nell’esercito borbonico; lasciato presto l’esercito si offre come precettore prima di iscriversi alla facoltà di Medicina dell’Università di Pisa dove si abilita in chirurgia nel 1788. Sposatosi e rimasto vedovo, nel 1792 si imbarca come medico di bordo su una nave della flotta toscana diretta in India, dove si stabilisce per un decennio. Inizialmente prosegue la sua esperienza di medico a Calcutta, salvando dalla cancrena il raja di Travancore, che lo nomina medico di corte. Successivamente ottiene incarichi militari prima dal raja e poi dagli inglesi, che gli affidano il comando di una compagnia dei Lancieri del Bengala con i quali combatte contro Tippo Sahib. Per i suoi meriti militari, nel 1798, viene promosso colonnello dell’esercito britannico al comando di quattromila lancieri.

Deciso a ritornare in Italia, si sposta nel 1801 a Bombay dove diviene agente commerciale di una società britannica. Nel 1802 si imbarca per l’Europa, ma lungo il percorso si sofferma a visitare l’Arabia, l’Egitto e le isole greche. Ritornato a Lucca, compone le Lettere sulle Indie orientali, pubblicate anonime nel 1802 e ripubblicate nel 1829, nelle quali mette a frutto la sua esperienza indiana, testimoniando ai lettori italiani la realtà di un mondo sconosciuto e affascinante.

Durante la breve esperienza della Repubblica democratica lucchese, nel 1804 è nominato componente della Commissione di sanità. Caduta la Repubblica e instaurato il principato, sotto Elisa Bonaparte è nominato membro e poi segretario dell’Accademia lucchese. Nel 1807 è nominato bibliotecario ducale e tenente colonnello della milizia nazionale. Ormai ben inserito nel nuovo regime, ottiene anche la direzione della «Gazzetta di Lucca» e la nomina a socio di numerose accademie toscane. Nel 1811 pubblica la traduzione del Paradise lost di John Milton che lo renderà celebre negli ambienti letterari di tutt’Italia. Nominato nel 1813 direttore del Museo di Carrara, dopo la caduta di Napoleone è chiamato dal conte di Starhemberg a far parte del Consiglio del governo provvisorio, come membro della Deputazione di Giustizia e finanze. Nel 1814 è nominato censore del Collegio nazionale e docente di lingua inglese.

Privato di tutti gli incarichi nel 1815, si dedica esclusivamente alla letteratura. Sotto il nuovo governo di Maria Luigia di Borbone mantiene la carica di bibliotecario e nel 1819 inizia a stendere i Commentari della Rivoluzione francese dalla morte di Luigi XVI fino al ristabilimento de’ Borboni sul trono di Francia, pubblicati fra il 1830 e il 1831 (la prima parte esce postuma nel 1839) e premiati dall’Accademia della Crusca nel 1835. L’opera si propone come rigorosa e obiettiva, senza però riuscire a esserlo: la scelta della periodizzazione dalla morte del re – escludendo i primi quattro anni della rivoluzione, segnati dal progetto fallito di una monarchia costituzionale – è infatti già indicativa di un giudizio sostanzialmente negativo sulla Rivoluzione e sui suoi successivi sviluppi. Ricca di fatti e piuttosto ben documentata, l’opera di Papi descrive la Rivoluzione come opera di una minoranza faziosa, ma non manca di attribuire gravi colpe anche allo schieramento antirivoluzionario. Sostanzialmente l’autore mostra simpatia solo per i moderati di entrambi gli schieramenti, finendo per tessere l’elogio di Napoleone come restauratore dell’ordine. Diversamente da Botta, scarso valore viene dato da Papi alle Repubbliche italiane del triennio, ridotte a meri strumenti nelle mani dei francesi.

Vedi anche
Napoleóne I Bonaparte imperatore dei Francesi Napoleóne I (fr. Napoléon) Bonaparte (fino al 1796 Buonaparte) imperatore dei Francesi. - Nacque ad Ajaccio il 15 ag. 1769, morì a Longwood, nell'isola di S. Elena, il 5 maggio 1821; figlio di Carlo e Letizia Ramolino. Collegiale ad Autun, Brienne, Parigi, fu poi luogotenente d'artiglieria (1785) e tentò ... Lucca Città della Toscana (185,5 km2 con 83.228 ab. nel 2008), capoluogo di provincia. Sorge nella pianura del Valdarno Inferiore fra i Monti d’Oltreserchio e il M. Pisano, a breve distanza dalla sponda sinistra del Serchio. Il suo abitato è circondato dalla cinta delle mura (4 km) iniziate nei primi anni ... Bandettini, Teresa Poetessa (Lucca 1763 - ivi 1837), più nota col nome arcade di Amarilli Etrusca. Aveva già ottenuto grandi successi come danzatrice, quando sposò (1789) P. Landucci e cominciò a dedicarsi esclusivamente alla poesia. Commossa improvvisatrice, riscosse le lodi del Parini, del Monti, dell'Alfieri, del Bettinelli, ... Schipa, Michelangelo Storico (Lecce 1854 - Napoli 1939); prof. (1904-29) di storia moderna nell'università di Napoli; socio nazionale dei Lincei (1926). Si occupò dapprima del Mezzogiorno nell'Alto Medioevo (Storia del principato longobardo di Salerno, 1887, Storia del ducato napoletano, 1895, fuse poi ne Il Mezzogiorno ...
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    Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 81 (2014)
    Sabina Pavone (Carmelo Dionisio Lazzaro). – Nacque a Pontito, nei pressi di Lucca, il 23 ottobre 1763 da Alberto e da Fiora Pierini. Ricevette i primi rudimenti scolastici a Pontito da un sacerdote del luogo, quindi il padre lo mandò a studiare a Lucca all’età di 12 anni nel seminario di S. Martino, ...
  • Papi, Lazzaro
    Enciclopedia on line
    Letterato (Pontito, Pescia, 1763 - Lucca 1834). Medico in India delle truppe coloniali inglesi, poi bibliotecario a Lucca. Frutto del soggiorno in India furono le Lettere sulle Indie Orientali (1802; 2a ed. corr. 1829); tradusse poi il Paradiso perduto di Milton (1811) e altro; ma più importanti sono ...
  • PAPI, Lazzaro
    Enciclopedia Italiana (1935)
    Giuseppe Paladino Nato a Pontito nel Lucchese nel 1763, morto a Lucca il 25 dicembre 1834. Entrò come medico nelle truppe coloniali inglesi, che combattevano nelle Indie Orientali, e fu anche al servizio di un raja indiano alleato dell'Inghilterra. Tornato in patria dopo la pace di Amiens, sebbene ...
Vocabolario
làżżaro¹
lazzaro1 làżżaro1 (o làżżero) s. m., ant. – Lebbroso; è un uso antonomastico del nome di Lazzaro, il mendico coperto di piaghe di cui si parla nella parabola del ricco epulone nel Vangelo di s. Luca (16, 19-31), considerato patrono degli...
làżżaro²
lazzaro2 làżżaro2 (o lażżaróne; anche làżżero, lażżeróne) s. m. [dallo spagn. lázaro «povero, cencioso», che ha la stessa origine del sost. prec.]. – Nome col quale in origine gli Spagnoli indicavano spregiativamente i popolani del quartiere...
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