di Stefano Borgiani
Le armi anti-satellite (Asat nell’acronimo inglese) sono sistemi progettati per danneggiare o colpire i satelliti impiegati per scopi militari e strategici. Gli Usa e l’Urss hanno sviluppato e testato questi dispositivi durante la Guerra fredda. Tuttavia, una moratoria internazionale de facto è stata rispettata dal termine del confronto bipolare. Attualmente si ritiene che i paesi ad aver sviluppato tali dispositivi siano gli Stati Uniti, la Russia e la Cina.
Le tappe:
Anni Cinquanta-Sessanta. Gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica svilupparono i primi dispositivi anti-satellite come capacità residuali di sistemi che furono sviluppati per altri scopi, in particolare per la difesa contro i missili balistici. A causa dei limiti dei primi sistemi di guida, i dispositivi americani e sovietici venivano equipaggiati con testate nucleari dalla potenza di un megatone la cui detonazione avrebbe permesso di colpire l’obiettivo con successo anche in assenza di un preciso sistema di guida.
Anni Sessanta-Settanta. La decisione di avviare un programma sovietico sulle armi anti-satellite venne presa nel marzo del 1961. Il dispositivo Istrebitel Sputnik impiegava una strategia coorbitale: un sistema armato con esplosivi di tipo convenzionale veniva posizionato sulla stessa orbita del satellite obiettivo per poi avvicinarsi fino alla distanza sufficiente per danneggiarlo.
Anni Ottanta. Nel 1982 gli Usa annunciarono l’intenzione di testare un dispositivo a due stadi lanciato da un aereo F-15 in volo ad alta quota (Air-Launched Miniature Vehicle o Almv). Il missile avrebbe raggiunto il satellite obiettivo orbitante a bassa quota e lo avrebbe abbattuto in una collisione ad alta velocità, una tecnica nota come ‘kinetic-kill’ o strategia ‘hit-to-kill’.
Anni Novanta. In questo periodo l’attenzione si è spostata sulla tecnologia laser. Le armi anti-satellite che generano un fascio diretto di energia elettromagnetica offrono la possibilità di attaccare i satelliti da terra con differenti livelli di intensità. In questo periodo l’esercito americano ha accelerato i progetti per lo sviluppo di un dispositivo anti-satellite noto come programma ‘kinetic-energy’ Asat (Ke-Asat).
Anni Duemila. Disturbare deliberatamente le comunicazioni satellitari (satellite jamming) interferendo con le comunicazioni radio tra il satellite e l’utente a terra rientra certamente tra le tecnologie anti-satellite. Sia gli Usa che la Russia possiedono probabilmente una tale capacità.
Controllo degli armamenti e sforzi sul piano diplomatico
Idealmente un trattato legalmente vincolante contro una corsa agli armamenti nello spazio costituirebbe la soluzione ottimale per garantire la sicurezza di tutte le attività spaziali. Una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che promuove un tale trattato viene approvata regolarmente ogni anno.
Nel 2008 la Russia e la Cina hanno presentato la bozza per il Trattato per la prevenzione del collocamento di armi nello spazio, la minaccia o l’uso della forza contro oggetti spaziali (Ppwt) alla Conferenza sul disarmo. Il trattato imporrebbe pesanti limitazioni all’impiego di armi anti-satellite ma non ne limiterebbe lo sviluppo e il loro dispiegamento.
Nel 2010 l’Unione Europea ha pubblicamente presentato il progetto per un Codice di condotta per le attività spaziali (Code of Conduct for Outer Space Activities). Con esso lo sviluppo e il dispiegamento di armi anti-satellite non sarebbero soggetti a limitazione ma il loro uso sarebbe proibito. Nel gennaio 2012 gli Stati Uniti hanno annunciato la propria disponibilità a cooperare con l’Unione Europea e con altri paesi nello sviluppo di un codice di condotta internazionale per le attività spaziali. Un’altra possibile opzione potrebbe essere costituita da un trattato legalmente vincolante che proibisca i test delle armi anti-satellite.
La comunità internazionale ha espresso grave preoccupazione circa i frammenti spaziali che l’ultimo test cinese ha generato e dell’aumentato rischio che tali frammenti possono costituire per i veicoli spaziali provvisti di equipaggio come anche per gli assetti commerciali.
Una sfrenata corsa agli armamenti e un conflitto nello spazio avrebbero effetti devastanti sulla sicurezza internazionale. Atti ostili come l’impiego di armi anti-satellite paralizzerebbero la maggior parte delle attività economiche ed industriali. I paesi industrializzati sarebbero le prime vittime, ma i paesi in via di sviluppo li seguirebbero rapidamente. L’impatto dei frammenti spaziali sarebbe drammatico, impedendo praticamente l’uso dello spazio per le attività sia civili che militari e conducendo alle estreme conseguenze di una recessione globale e di una regressione sul piano tecnologico. Questi saranno i costi di una corsa agli armamenti nello spazio ma non è ancora troppo tardi per un approccio preventivo.