Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Le città della bassa Germania e dell’area renana approfittano dell’assenza di poteri territoriali forti per costruire una rete di alleanze, a tutela degli interessi dei mercanti tedeschi dediti al commercio estero, che ben presto forma una vera e propria potenza economica regionale. L’inconsistenza costituzionale dell’alleanza, tuttavia, compromette, a partire dalla fine del XIV secolo, la longevità della supremazia faticosamente conquistata dalla Lega.
Il termine, di antica origine, Hansa (da cui l’italiano “Anseatica”), sin dalla prima metà del XII secolo, indica l’unione dei mercanti tedeschi, dediti al commercio estero, finalizzata alla difesa e alla promozione dei propri comuni interessi. Genericamente di Hansa si parla in relazione a qualsiasi compagnia, associazione o corporazione di mercanti che svolgano le proprie attività commerciali all’estero, come la Società dei mercanti di Lombardia e Toscana dimoranti in Francia. Tuttavia, ben presto la Hansa viene a coincidere con la società formata dai mercanti della bassa Germania, nota come Lega Anseatica (o Teutonica). La sua specificità, che la distingue dalle altre corporazioni esistenti all’epoca, consiste nel profilo anche politico, e non soltanto economico, che essa assume, allorquando i legami tra i mercanti si trasformano progressivamente in vincoli di solidarietà tra le città dalle quali i commercianti provengono.
La data dell’atto di nascita della Lega è incerta. Ma è indubbio che le origini della sua formazione e del suo formidabile sviluppo nel corso del XIV secolo risalgano alla fondazione da parte dei mercanti tedeschi di basi commerciali nei maggiori snodi dei traffici dell’Europa settentrionale, come Londra, Bruges, Visby (nell’isola svedese di Gotland), Novgorod (in Russia) e, più tardi, Bergen (in Norvegia). Già alla fine del XII secolo, i mercanti della bassa Germania e delle città renane godono, in questi centri, di ampi privilegi commerciali: benefici tariffari, dispensa parziale, e in certi casi totale, dai dazi sulle esportazioni delle merci, esenzione dalla giurisdizione locale.
Benché la prima apparizione della Lega in un documento ufficiale sia piuttosto tardiva, essendo testimoniata incontrovertibilmente soltanto a partire dalla metà del XIV secolo, la nascita della Hansa è legata allo sviluppo urbano della seconda metà del XII secolo e alle prime alleanze strette tra le città della bassa Germania nel secolo successivo. Approfittando della lunga assenza di Federico II, già nel 1241 le città di Lubecca e Amburgo si uniscono per meglio tutelare i propri interessi comuni, di cui una cospicua parte riguarda il commercio estero nell’area baltica e nel Mare del Nord. Ma ben più importante è l’alleanza formata da Lubecca e Amburgo qualche decennio più tardi con le altre città costiere della regione, tra cui Rostock, Wismar e Stralsunda, che nel 1270 si estende anche alle province renane e al suo centro maggiore, Colonia.
Il fattore che più di ogni altro favorisce la costruzione di questa rete di alleanze, cui partecipano oltre 50 città, è l’assenza di poteri territoriali in grado di contrastarne lo sviluppo e di difendere gli interessi delle categorie per la cui tutela la Lega è costituita. Sul continente, l’impero è indebolito dalle divisioni interne, e i Paesi scandinavi, anch’essi fiaccati da conflitti che oppongono le monarchie ai potentati feudali, piuttosto che controllare le rotte commerciali dei mari su cui si affacciano, finiscono per svolgere un ruolo assai passivo, alimentando così l’intraprendenza dei mercanti tedeschi e accrescendo la ricchezza delle città dalle quali essi provengono. Spesso, anzi, sono proprio i sovrani dei regni scandinavi che, nel tentativo di ottenere maggiori entrate per imporre la propria supremazia sui ceti nobiliari, favoriscono lo sviluppo del commercio indebitandosi con i mercanti stranieri, in particolare delle città costiere della bassa Germania, dai quali profittano di generosi prestiti.
Ma la ricchezza della Lega consegue soprattutto dal controllo in molti casi monopolistico che essa esercita sul grande commercio di esportazione dei Paesi baltici. Per mezzo di questa posizione di forza, che nel corso del XIV secolo la pone allo stesso livello dei rappresentanti delle monarchie e dei nobili scandinavi, la Lega diviene un’importante potenza economica in grado di influenzare considerevolmente le dinamiche politiche della regione.
Grazie al carattere permanente delle alleanze e in forza dell’ampiezza del territorio sul quale la Lega estende la sua azione, essa condiziona le politiche delle maggiori città mercantili dell’Europa settentrionale attraverso una formidabile diplomazia, che non di rado si serve di donazioni e prestiti come strumenti di pressione, e che per tutelare i propri interessi non esita a ricorrere a rappresaglie economiche e, come ultima risorsa, alla guerra.
Nel 1303, la diplomazia della Lega ottiene che la celebre Charta mercatoria promulgata da Edoardo I venga modificata a vantaggio dei mercanti tedeschi. Il blocco commerciale imposto a Bruges nel 1307, in opposizione alla violazione dei privilegi concessi alle corporazioni tedesche alla metà del XIII secolo, induce le autorità cittadine non solo a ripristinare i vecchi benefici, ma anche a concederne di nuovi, come l’assicurazione che tutte le controversie giuridiche che coinvolgano i mercanti tedeschi siano composte sulla base delle loro proprie consuetudini. L’arma del blocco si rivela a tal punto efficace che la Lega non esita, con successo, a usarla nuovamente contro Bruges nel 1360, in occasione di gravi violazioni dei privilegi commerciali favorite dalla difficile situazione in cui versano le Fiandre al tempo della guerra anglo-francese. La decisione del blocco è deliberata dalla dieta generale della Lega, che proprio in questa occasione, nel 1356, si riunisce, a Lubecca, per la prima volta.
Nel 1361, la Lega, inizialmente insieme alle monarchie svedese e norvegese e all’ordine teutonico, intraprende una guerra contro il sovrano danese, Valdemaro IV, che aveva saccheggiato la città mercantile di Visby, base strategica dei commerci della Lega, e aveva imposto gravose condizioni per il controllo del commercio delle aringhe nella regione svedese della Scania. La guerra si protrae per più di quattro anni e si conclude a favore della Lega, la cui vittoria è testimoniata dal trattato di Stralsunda, che nel 1370 sancisce definitivamente la supremazia della Lega nella regione.
L’accordo prevede amplissimi privilegi per la Lega: la libertà di commercio nei territori della corona danese, l’esenzione dall’applicazione della legge sui naufragi, la facoltà per i mercanti di nominare propri magistrati, regole sui dazi ancora più vantaggiose, l’esenzione, in certi casi, totale dalle imposte e la proprietà dei principali castelli e dei centri mercantili della Scania, con diritto ai due terzi dei proventi. Il trattato prevede inoltre un’importante clausola aggiuntiva, secondo la quale la Lega avrebbe disposto del potere di veto sull’elezione del monarca danese, che non sarebbe potuto salire sul trono senza prima essersi impegnato a confermare questi privilegi. È il momento della massima potenza della Hansa, che negli anni successivi ottiene l’assicurazione dei propri privilegi dal Regno di Norvegia, con il quale sigla un accordo in gran parte analogo al trattato di Stralsunda, e dalla Russia, che nel 1392 cede al blocco commerciale imposto dalla Lega nel 1388.
A una simile potenza non corrisponde però un’altrettanto chiara organizzazione strutturale della Lega. Essa non assume mai il carattere di una federazione stabile: non gode di alcuna personalità giuridica, non ha una sede (anche se le riunioni della dieta generale si tengono a Lubecca, dove sono conservati gli archivi della Lega), non dispone di propri funzionari, né di un patrimonio proprio, né di una flotta o di un esercito. Proprio questa inconsistenza costituzionale si dimostra il limite più grave della Lega.
Al volgere del secolo la sua supremazia nella regione è minacciata dalla comparsa di forti concorrenti commerciali, primi tra tutti i mercanti inglesi che reclamano per sé la concessione di privilegi analoghi a quelli goduti dai commercianti tedeschi in Inghilterra. Ma, per le sorti della Lega, ben più grave è il rafforzamento delle monarchie e dei principati della penisola scandinava, della regione baltica e delle Fiandre, cui la Lega, alleanza debole sotto il profilo organizzativo e politicamente inesistente, finirà progressivamente per soccombere.