LE CORBUSIER
. Pseudonimo dell'architetto svizzero Charles-Édouard Jeanneret, nato a La Chaux-de-Fonds (cantone di Neufchâtel) nel 1887. Lavorò prima a Vienna, con J. Hoffmann, poi con i fratelli Perret; conobbe in Italia le opere del Palladio, il maestro antico più vicino alla sua sensibilità. Ma la maggiore importanza per il suo sviluppo l'ebbe la sua collaborazione a Berlino con l'architetto Behrens. A Parigi, dove lavorò in un primo tempo nel campo industriale, ebbe con i teorici del "nuovo spirito", specialmente con l'Ozenfant, contatti da cui scaturirono alcuni libri notevoli, il migliore dei quali è Vers une architecture (Parigi 1923), nel quale vengono condannate le correnti pratiche costruttive e decorative; è pure importante Urbanisme (Parigi 1925). Il piano di una città del futuro esposto al Salon d'autunno nel 1922 diede luogo a vive polemiche. Le opere che seguirono, villa a Vaucresson (1922), la casa d'Ozenfant (1923), la sistemazione del centro di Bordeaux si imposero all'attenzione generale. Si debbono al Le C. i due complessi più audaci del nuovo quartiere di Stoccarda, luogo classico allora dell'architettura moderna. Le C. collabora ora in Russia a edifici di una mole che egli aveva potuto toccare solo nei progetti. L'adattamento degli edifici al paesaggio, il giuoco delle ampie pareti solatie, le sorprese che offrono le disposizioni interne, specialmente il modo in cui le forme vengono chiuse in un sistema rigoroso come una macchina, mostrano che, alla prova dei fatti, si riduce a un semplice paradosso il suo motto più celebre: "L'architettura peggiore si fa quando si pensa all'arte".
Bibl.: W. Gropius, Internationale Architektur, Lipsia s. d. (Bauhausbücher, I); A. Roth, Jeanneret, Parigi 1927; S. Giedion, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXII, Lipsia 1928 (con bibl.); Morancé, Architecture moderne, 1928-30, passim; Stonorov e Boesiger, Le C., Zurigo 1930.