MANS, Le (A. T., 32-33-34)
Città della Francia occidentale, capoluogo del dipartimento della Sarthe, anticamente capoluogo della provincia del Maine; si estende sulle due rive della Sarthe, un poco a monte della confluenza dell'Huisne; il fiume divide la città in due parti di aspetto molto differente: lungo la riva sinistra, su un altipiano dominante il fiume (a circa 46 m. s. m.), è costruita l'antica città; sulla riva destra, in pianura, è situato l'antico sobborgo di Pré che si è notevolmente esteso da nord a sud. Le due parti della città sono riunite da quattro ponti di costruzione moderna. La popolazione ascendeva a 76.868 ab. nel 1931 (1926: 72.867 ab.). L'industria è rappresentata da fabbriche di prodotti chimici, di macchine, orologi, vetri dipinti, tessuti di canapa e di lino. E stazione importante della linea ferroviaria Parigi-Rennes-Brest; da Le Mans si diramano altre linee ferroviarie: a nord per Alençon e Caen, a sud-ovest per Angers, a sud-est per Tours. Le Mans possiede una ricca biblioteca, un museo d'arte, di storia naturale ed è sede di alcune società scientifiche e letterarie.
Monumenti. - La città conserva vestigia di una cinta gallo-romana, numerose case antiche, interessanti chiese romaniche e una bellissima cattedrale. La chiesa di Notre-Dame-de-la-Couture, costruita dagl'inizî del sec. XI a quelli del XII, fu modificata dopo un incendio (1180) e coperta da grevi vòlte angioine a 8 costoloni. Risalgono al sec. XIII la facciata e l'atrio le cui sculture rappresentano il giudizio finale. La cattedrale, S. Giuliano, si compone di un ampio coro del sec. XIII collegato dal transetto (sec. XV) alla vecchia navata romanica, i cui lavori si erano iniziati verso la fine del sec. XI. Di quest'epoca le navatelle in vòlte a crociera e la facciata a frontone aguzzo con singolare paramento a scacchiera. Dopo un incendio (1154) la primitiva copertura a tetto fu sostituita da enormi vòlte di tipo angioino; della stessa epoca è l'atrio laterale, il cui portale sembra ispirato al portale reale di Chartres. Il coro, costruitv tra il 1217 e il 1254, rivela nella sua vastità il desiderio di gareggiare con le grandi cattedrali nordiche: esso è composto di un'abside a sette lati, preceduta da tre campate, ed è circondato da un doppio ambulacro con raggiera di tredici profonde cappelle. Lo sviluppo verticale in 5 piani è in armonia con lo sviluppo planimetrico; e certamente fu ispirato alla cattedrale di Bourges, benché se ne distingua nella snellezza delle proporzioni, nella ricerca di luce, negli archi molto acuti, nelle modanature multiple, nella decorazione di carattere normanno. Specialmente per l'armonioso sviluppo delle tre dimensioni e per l'arditezza del sistema di spinte e controspinte, il coro della cattedrale di Le Mans costituisce una delle più originali creazioni del sec. XIII in Francia. È anche decorato da una serie di vetrate dagl'inizî del sec. XII al XVI.
Nel Museo alcune opere di valore eccezionale: la lastra tombale in smalto su rame di Goffredo Plantageneto; frammenti d'una predella del Pesellino; La caccia di Diana, che allo stile della scuola di Fontainebleau congiunge la ricca tavolozza fiamminga; La famiglia del convenzionale del David.
Storia. - L'antica Vindunum capitale dei Cenomanes, poi città romana, fu nell'alto Medioevo disputata tra i vescovi, dapprima signori, e i conti del Maine. Ma contro gli uni e gli altri sorse, nel sec. XI, la borghesia cittadina la quale, organizzatasi della Commune du Mans, cioè in un'associazione giurata, retta da capi elettivi, costrinse i conti a riconoscere il nuovo potere. Ma poco dopo Guglielmo il Conquistatore, re d'Inghilterra, ch'era anche conte del Maine e che sin dal 1063 aveva abolito i privilegi e le franchige concessi alla città dal suo predecessore, soffocava nel sangue le velleità dei cittadini di conservare la loro autonomia (1073). Da allora la città rimase in dominio dei duchi di Normandia e dei Plantageneti d'Inghilterra, sino all'inizio del sec. XIII, quando passò, con il Maine, in potere de re di Francia. Nuovamente occupata dagl'Inglesi durante la guerra dei Cento anni, tornò definitivamente alla corona di Francia nel 1448.
Bibl.: E.-F.-F. Hucher, Calques des vitraux peint de la cath. du Mans, Le Mans 1864; A. Ledru, La cathédrale Saint-Julien du Mans (in collaborazione con G. Fleury), Mamers 1900; Congrès d'archéologie de France, Angers-Saumur, I, 1910; G. Fleury, La cathédrale du Mans, Parigi s. a.
La battaglia di Le Mans (10-11 gennaio 1871). - Questa battaglia concluse le operazioni dell'esercito francese frettolosamente organizzato dal governo della Difesa Nazionale con missione di operare contro il blocco tedesco di Parigi, nella regione a sud della capitale. In un primo tempo tale missione era stata tentata invano dal D'Aurelle de Paladines che dalla regione di Orléans avrebbe voluto raggiungere lo scopo, puntando successivamente in tre diverse direzioni: Coulmier, Beaune-la-Rolande e Loigny-Poupry (v. franco-prussiana, guerra). Il 6 dicembre 1870 si addiveniva a una nuova organizzazione delle forze nella regione a sud di Parigi, e si costituiva una 2ª armata della Loira agli ordini del generale Chanzy (120.000 uomini circa). Essendo Orléans in mano dei Tedeschi, fu necessario allo Chanzy di ritirarsi verso O. senza distaccarsi troppo da Parigi, per tentare da nuove basi di soccorrere la capitale. Questo ripiegamento si effettua dai "mobiles" francesi in difficili condizioni di stagione con marce e bivacchi fra la neve, e sotto la pressione del nemico, ma pur tuttayia con sufficiente ordine. Sono segnati tempi di arresto alla foresta di Machenoir e sulla Loira (combattimenti di Josnes e di Vendôme) dopo i quali Chanzy decide un ulteriore ripiegamento alla Sarthe attorno a Le Mans (dove sono buone posizioni difensive), sia perché i soldati non sono per il momento in grado di accettare una nuova battaglia in campo aperto, sia perché il comandante tedesco (principe Federico Carlo) accenna ad aggirare l'armata Chanzy per Montoir. Il 19 dicembre Chanzy occupa il terreno intorno a Le Mans avendo sempre in animo di tentare di lì un'offensiva per rompere il blocco di Parigi, in concomitanza con analoga azione dell'armata del nord (Faid herbe). Verso est - di dove procede l'armata tedesca del principe Federico Carlo - lo Chanzy invia colonne volanti di esplorazione e di copertura insieme, le quali al principio di gennaio avvertono un aumento di forze e di pressione del nemico. Allora Chanzy richiama tutte le colonne mobili e si prepara a una battaglia difensiva sul terreno dinnanzi a Le Mans. Il principe prussiano tende a risultati decisivi mediante un doppio avvolgimento; e, a tale scopo, converge le sue forze (4 corpi d'armata e 4 divisioni di cavalleria moventi dalla larghissima fronte Chartres-Orléans, Tours) verso le posizioni dell'armata nemica.
Il 10 gennaio i Tedeschi s'impadroniscono di Parigné e Champagné (quest'ultima è però ripresa dai Francesi nella notte successiva). Attendendosi di essere vivamente attaccato l'indomani, Chanzy organizza la difesa, suddividendola in tre settori: quello di destra, al comando dell'ammiraglio Jauréguiberry, dalla riva sinistra della Sarthe (a valle di Le Mans) alla ferrovia di Chartres; quello del centro al comando del generale-Colomb, dalla ferrovia alla riva sinistra dell'Huisne (pianoro di Auvours); quello di sinistra al comando del generale Jaurès, dalla destra dell'Huisne alla sinistra della Sarthe (a monte di Le Mans). Tale ripartizione ha il difetto di spezzare i vincoli organici e di variare l'ordinazia dipendenza gerarchica, poiché una stessa grande unità (corpo d'armata o divisione) risulta ripartita fra diversi settori. L'attacco tedesco si svolge secondo le quattro direttrici di Mulsanne, Parigné, Ardenay e Champagné (su ciascuna un corpo d'armata); la cavalleria opera nel settore a nord dell'Huisne. L'11 gennaio, nel settore centrale francese, i Tedeschi s'impadroniscono nuovamente di Champagné, ma non riescono a mettere stabile piede sul pianoro di Auvours; nel settore settentrionale i Francesi cedono alquanto terreno, ma la situazione più grave per la difesa si manifesta nel settore meridionale, dove i Tedeschi avanzano nella notte fino a Le Tertre. All'alba del 12 gennaio gli attaccanti si trovano in questo settore in forze preponderanti, mentre i Francesi, colti dal panico, ripiegano in disordine a Pontlieu, sobborgo meridionale di Le Mans. Chanzy vorrebbe agire controffensivamente, ma le truppe non rispondono all'appello. Non resta all'armata della Loira che ripiegare alla meno peggio, sotto la protezione di retroguardie dinnanzi ai ponti, sulle alture di riva destra della Sarthe. In tal modo, e quantunque le truppe siano affrante per le sofferenze fisiche e morali, Chanzy riesce a evitare un accerchiamento tipo Sedan, e a salvare gli avanzi della 2ª armata della Loira, ridotta a circa metà degli effettivi iniziali (60.000 uomini). La battaglia di Le Mans suole essere citata come prova che non bastano la superiorità del numero, né il sentimento patriottico, né l'energia del comando, quando truppe improvvisate cui fanno difetto l'addestramento tecnico, la disciplina collettiva, l'inquadramento solido nei reparti inferiori e medî, si trovano di fronte truppe in possesso anche di queste caratteristiche.