Le province europee dell'Impero romano. La Britannia: Il Tesoro di Hoxne
Il tesoro, di età tardoromana e che è ora parte delle collezioni del British Museum a Londra, è stato scoperto nel novembre 1992 a Hoxne, una località nella contea di Suffolk nella parte orientale dell’Inghilterra.
Esso è formato da circa 15.000 monete, 29 gioielli d’oro e circa 200 oggetti d’argento costituiti, per la maggior parte, da utensili da tavolo. È stato possibile rilevare che gli oggetti erano stati raccolti con attenzione in una scatola di legno all’incirca delle dimensioni di 60 x 45 x 30 cm: i piatti da portata d’argento molto grandi e altri piatti, come quelli provenienti da altri tesori dell’epoca, non sarebbero entrati in un contenitore di questa misura. I frammenti di una decorazione con un intarsio osseo, le cerniere e i lucchetti d’argento rivelavano la presenza di scatole più piccole all’interno della cassa di legno, nella quale vi erano anche sottili tracce di materiale tessile.
Le monete includono 569 solidi d’oro, più di 14.200 siliquae d’argento, molte delle quali risultano tagliate, 60 miliarenses d’argento e una piccola quantità di bronzo. La maggior parte delle monete erano state coniate fra il 358 e il 408 d.C.: la prima è un miliarensis deteriorato di Costantino II (337-340 d.C.) e le altre sono due siliquae dell’usurpatore Costantino III (407-411), anch’esse tagliate. Queste ci danno il terminus post quem per la deposizione del tesoro.
I gioielli d’oro comprendono una piccola catena adornata con un solidus di Graziano (367-383 d.C.), sei collane, tre anelli e 19 braccialetti, 8 dei quali sono accoppiati a formarne quattro. Su un braccialetto è inciso il nome del proprietario con la tecnica della perforazione: VTERE FELIX DOMINA IVLIANE.
Molti utensili d’argento hanno un intarsio eseguito a niello e una decorazione dorata. La maggior parte (98 in tutto) sono cucchiai, appartenenti a tre tipi molto diffusi nel periodo tardoromano: la grande ligula o cignus con la testa del manico a forma di piccolo cigno; il cochlear con un lungo manico appuntito e un mestolo liscio con la parte dell’incavo arrotondata. Vi sono diversi servizi di cucchiai con iscrizioni che includono simboli o espressioni cristiane e nomi di persone. Fra questi ultimi il nome Aurelius Ursicinus ricorre 10 volte in un servizio di cucchiai.
Gli oggetti d’argento più degni di nota sono la statuetta di una tigre e quattro piperatoria (contenitori per il pepe o altre spezie) anche a forma di statuette. La tigre, le cui striature sono di niello, è un manico di un’anfora (perduta) d’argento. Il più grande contenitore di pepe ha la forma del busto di un’imperatrice del periodo tardoromano, un genere ricorrente nei laboratori in cui venivano creati gli oggetti di bronzo in quel periodo. Vi sono cinque piccole ciotole senza decorazione, una piccola caraffa e una coppa decorate, quest’ultima con l’iscrizione EVHERI VIVAS. Gli altri oggetti d’argento comprendono colini, utensili da bagno e frammenti di decorazioni. Il T.d.H. fornisce dunque una serie di importanti informazioni sui gioielli e sull’argenteria della fine del IV sec. d.C. e anche sulle fasi finali dell’occupazione romana in Gran Bretagna.
R. Bland - C. Johns, The Hoxne Treasure. An Illustrated Introduction, London 1993.
Iid., The Hoxne Late Roman Treasure, in Britannia, 25 (1994), pp. 165-73.