Le province europee dell'Impero romano. Le province galliche. Narbonensis: Glanum
Città della Gallia Narbonense, sorgeva a circa 1500 m dall’odierna Saint-Remy-de-Provence.
Nel sito, ellenizzato dall’antica stazione commerciale greca di Marsiglia, sono state riconosciute da H. Rolland tre fasi urbanistiche: ellenistica (II sec. a.C.); della “romanizzazione” (prima metà del I sec. a.C.); gallo-romana (dalla seconda metà del I sec. a.C. fino al III sec. d.C. e all’abbandono). Gli scavi e gli studi successivi non hanno messo in crisi quest’impostazione, ma hanno semmai fornito elementi di riscontro per determinare l’articolazione e la cronologia di ciascuna fase. Per quanto concerne l’impianto urbanistico della città, si possono distinguere tre zone: la prima, scoscesa e orientata a sud, è protetta da fortificazioni e conserva resti di un santuario di Ercole, di un tempio dedicato da Agrippa a Valetudo e di una fonte; quella centrale presenta strutture di età ellenistica e romana; nella terza, orientata a nord-ovest, sono venute alla luce le terme e delle domus.
Nell’area monumentale centrale si è riconosciuta la presenza di una corte trapezoidale interpretata come pritaneo, di un tempio e di un pozzo con dromos ascrivibili al II sec. a.C. (G. I). Sul finire del secolo si sarebbe verificata la loro distruzione, presumibilmente in seguito ad avvenimenti quali il conflitto con i Salluvi e la fondazione di Aquae Sextiae intorno al 123/2 a.C. o quello contro i Teutoni vinto da Mario nel 102 a.C. nei pressi della medesima località. La terza fase (G. III) è posteriore alla presa di Marsiglia nel 49 a.C. e alla fondazione di Arles nel 46 a.C. G. ha ora lo status di oppidum Latinum e i suoi abitanti sono denominati Glanici. Si osservano gli effetti della monumentalizzazione della città, evidenti soprattutto nella costruzione del foro. Verso la fine degli anni 30 a.C. viene dotata di un primo foro, con portici laterali e un edificio settentrionale a due navate. Alcuni decenni dopo viene impiantato un secondo foro, più monumentale, poco sopra il livello di quello preesistente, dotato di una basilica civile, provvista di colonnato, scalinata frontale e deambulatorio periferico. Sembra risalire agli anni 30-20 a.C. anche la costruzione dei cosiddetti “templi gemelli”; viene dapprima edificato il tempio minore, alcuni anni dopo quello maggiore e infine vengono entrambi cinti da un peribolo.
L’arco a fornice unico, di calcare locale, fu innalzato tra il 10 e il 20 d.C. È decorato sulla fronte, ai lati del fornice, con gruppi di prigionieri. È degna di nota la rappresentazione del “gallo-romano”, che presenta nell’abbigliamento segni di acculturazione, e del “barbaro”. L’arco è contemporaneo a quello di Orange, a cui può essere accostato anche per affinità iconografiche e stilistiche. Oltre il pomerio venne edificato su tre piani (i primi due a pianta quadrata, il terzo circolare) il cenotafio a forma di heroon dedicato al padre e al nonno degli Iuli. Quest’ultimo, fondatore della gens, avrebbe ottenuto la cittadinanza romana distinguendosi per i suoi meriti individuali probabilmente nel conflitto contro Farnace del 47 a.C. Il piano inferiore è decorato su tutti i lati da bassorilievi con scene di battaglia ove sono stati presumibilmente tradotti in scultura, a rilievo molto basso, modelli pittorici ellenistici.
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