Le province europee dell'Impero romano. Le province germaniche: Colonia
Città romana (lat. Colonia Claudia Ara Agrippinensium) della Germania situata sulla riva occidentale del Reno.
All’epoca dell’espansione militare romana in Gallia e in Germania Agrippa trasferì la tribù germanica degli Ubi, poco dopo il 39/8 a.C., dalla sponda orientale a quella occidentale del Reno, nel territorio che era stato occupato dagli Eburones fino alla loro sconfitta da parte di Cesare. Durante l’organizzazione della provincia, nelle ultime due decadi del I sec. a.C., fu realizzato con un impianto romano l’oppidum Ubiorum, capitale della civitas Ubiorum. Sotto l’imperatore Tiberio la I e la XXII legio furono di stanza nelle vicinanze, fino al 40 d.C. circa. La flotta del Reno era acquartierata in un forte sul fiume a sud dell’oppidum, l’odierna Cologne-Marienburg. Gli scavi archeologici più recenti suggeriscono che l’oppidum fosse di pianta rettangolare, con rete stradale regolare, e che fosse circondato per tre lati da un fossato e da un muro, e lungo il lato sul fiume da un muro e da una torre all’estremità meridionale (Ubiermonument) e forse un’altra all’estremità settentrionale.
In prossimità o all’interno dell’oppidum era posta l’Ara Ubiorum, punto focale del santuario centrale della provincia germanica. Anche le zone esterne alle mura cittadine furono in seguito occupate. Forni per la ceramica e per il vetro all’interno delle mura e nei sobborghi attestano l’esistenza di industrie fiorenti, mentre necropoli sono state scavate a nord, ovest e sud. In seguito all’abbandono dei progetti romani di espansione verso est fino al fiume Elba, nel 9 d.C., l’oppidum assunse il ruolo di una città importante sulla nuova frontiera del Reno. Lo status dell’oppidum fu elevato a quello di colonia nel 50 d.C. su iniziativa di Agrippina Minore, che vi era nata nel 15 o nel 16 d.C. La nuova città fu edificata in scala maggiore sull’area occupata precedentemente dall’oppidum. Della popolazione facevano parte gli Ubi cui era stata concessa la cittadinanza romana e veterani delle legioni romane. Le mura della città, nello stato in cui ci sono pervenute, furono erette tra il 70 e il 90 d.C., ma potrebbero essere state precedute da altre, erette dopo il 50 d.C. La cinta muraria, di pietra, era interrotta da 11 porte e rinforzata da 21 torri; fu restaurata nel III sec. d.C.
La rete di strade lastricate, fiancheggiate da colonnati, coincideva essenzialmente con quella dell’oppidum, anche se con lievi divergenze di orientamento. Al di sotto delle strade correvano grandi condotte a volta che sfociavano nei fossati all’esterno delle mura e nel Reno. Il principale rifornimento di acqua potabile proveniva da un acquedotto che copriva una distanza di 90 km, dalle montagne Eifel fino alla città. Sono stati scavati i resti di diversi edifici pubblici monumentali: il centro della città, all’incrocio tra il cardo e il decumanus maximus, era dominato dal foro con una struttura semicircolare sul lato occidentale. Le terme centrali occupavano certamente due, se non quattro insulae. Lungo il Reno si ergevano il tempio di Marte e il Capitolium su un imponente podio. Restano da localizzare altri santuari tra cui l’Ara Ubiorum, la cui esistenza è attestata da fonti letterarie. Nella parte nord-orientale della città era il praetorium che si suppone fosse il quartiere generale e la residenza del governatore della provincia Germania Inferior, di cui C. era la capitale.
Nella parte sud-occidentale della città era un complesso di due templi gemelli gallo-romani. La più lussuosa delle numerose case portate alla luce, localizzata a nord del praetorium, copriva un’area di 3400 m2 ed era decorata con affreschi e mosaici. Le case cittadine avevano le stanze disposte intorno a un cortile con giardino. Una zona industriale che comprendeva forni per il vetro e la ceramica, botteghe per la lavorazione dei metalli, concerie e botteghe per lavori d’osso circondava la città al di là delle mura. Vasti cimiteri, la maggior parte dei quali utilizzati a partire dal I sec. d.C. fino all’epoca dei Franchi, fiancheggiavano le strade principali di collegamento con la città. Proprio di fronte alla riva del fiume vi era un’isola e tra questa e la città un porto protetto naturalmente. Il porto, poco profondo, alla fine del I sec. d.C. era in gran parte insabbiato e fu in seguito intenzionalmente colmato con detriti e rifiuti.
Entro il III e IV sec. d.C. le strade che conducevano alle porte orientali della città furono prolungate fino all’isola, passando sul sito del porto. Fino al 310 d.C. non esisteva nessun ponte che collegasse C. alla sponda orientale del Reno, ma nel 306 Costantino respinse gli invasori Franchi e fece costruire, tra il 310 e il 315, un ponte e una testa di ponte (Divitia-Deutz) presidiati da 500 soldati con il compito di effettuare ricognizioni nella zona. Dopo un periodo travagliato alla fine del III sec. d.C., la città fu sconfitta nel 355 per mano dei Franchi e rimase in loro potere per dieci mesi. Non ci sono tuttavia prove di ingenti devastazioni e, dopo la ripresa, C. continuò a prosperare fino al 406/7, quando l’armata del Reno si ritirò. Le testimonianze archeologiche suggeriscono che anche in seguito la città romana rimase essenzialmente intatta e fu popolata dai Romani rimasti e dai loro discendenti, dai Franchi romanizzati e dai Franchi che vi si stabilirono successivamente, fino in pieno Medioevo. A partire dal 900 d.C. l’aspetto della città fu completamente trasformato dalla ricostruzione carolingia.
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