Uno degli assi più stabili nel fluido gioco di alleanze che interessa gli attori del Medio Oriente è quello costituito dalla relazione bilaterale tra Siria e Iran. Le buone relazioni tra questi due paesi risalgono alla fase immediatamente successiva alla Rivoluzione islamica del 1979 in Iran, e hanno trovato un punto di convergenza nel ruolo di supporto alle forze sciite e al movimento di Hezbollah svolto durante la guerra civile libanese (1975-90).
Il regime siriano è retto da una minoranza sciita e, oltre a tale elemento di convergenza, Teheran e Damasco hanno storicamente avuto interesse nel sostenersi a vicenda, visto l’isolamento internazionale e regionale cui sono state sottoposte. Tra la Siria e l’Iran vi sarebbe inoltre l’interesse comune a equilibrare l’influenza delle monarchie del Golfo e dell’asse arabo-sunnita costituito da Egitto, Giordania e Arabia Saudita, oltre che a contrastare lo Stato di Israele. La retorica di Damasco è però meno aggressiva di quella di Teheran e, soprattutto dal 2008 in poi, la Siria si è dichiarata disponibile ad aprire un dialogo con Israele, con i vicini arabi e con l’Occidente. Ciò non le ha impedito di mantenere la propria alleanza strategica con l’Iran, ponendosi d’altra parte come possibile interlocutore tra Teheran e la comunità internazionale. Le repressioni atuate dal regime di Assad a danno dei manifestanti a partire dall’aprile del 2011, hanno d’altra parte provocato un rinnovato isolamento politico e diplomatico di Damasco a livello internazionale, portando la Siria ad avere nuovamente rapporti pi stretti ed escusivi con ll’Iran.